INDICARE AI GIOVANI LA CULTURA DELLA “DESTRA” ITALIANA

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–    di Nicolò Antonio Cuscunà   –      

La crisi delle Istituzioni coincide ed è concausa del distacco dalla partecipazione diretta dei cittadini alle scelte di governo.

Quest’amara constatazione vale per tutti i livelli della politica, amministrativa locale e legislativa nazionale. Sfiducia genera distacco, distacco genera oligarchia.

Nel vuoto partecipativo si incunea la malapianta dei “furbi” sostenitori di bandiere populiste. Ed il solo sventolarle, senza cultura né conoscenze, è sufficiente a carpire consensi.

Il consenso generato dal populismo crea le pericolose “oligarchie dei personaggi”. La ricusazione degli ideali motori del XX secolo, come evidente, rischia la deriva verso nuove forme di tirannide, difficilmente individuabili in quanto schermate dalla “falsa partecipazione” del Web.

In questo desolante quadro, i GIOVANI stentano a trovare spazi di autonoma partecipazione.

Sardine, totani o merluzzi, nella rete oppure liberi, i giovani anelano partecipare.

Per evitare errori voluti o casuali, nazionali e locali, la “destra” se vuole futuro ha l’obbligo di DIALOGARE CON I GIOVANI.

Non deve indicare i vecchi caposaldi indottrinanti, ma ai moderni ambiti di discussione, d’indirizzo rispetto alle linee valoriali con le quali la destra da sempre si confronta.

Quella destra capace di mettersi in discussione, di superare i propri errori, di guardare oltre lo sterile, inutile, deleterio segnare il passo nella storia.

Mai come adesso rimane moderno ed attuale l’insegnamento del creatore della “destra moderna” Giorgio Almirante, il quale oltre ad avere insegnato il superamento dell’odio di parte, ha divulgato l’idea del rispetto dell’avversario, indicando la strada di “non rinnegare per non restaurare”.

Si ha l’obbligo indicare ai giovani la strada dei valori con cui confrontarsi e, eventualmente, percorrere. Quali siano questi valori, per impedire confusioni e facili mistificazioni, non è difficile, basta agire al contrario di certi mestieranti della politica.  Questi sono sempre pronti al braccio a scatto, ad avambracci legionari, sbattute di tacchi, esposizione di mandibole volitive, santi, santini e viaggi commemorativi sul sacro suolo dove riposano le spoglie.

Ai giovani indicare la politica missione al servizio della collettività Tutta, e non la cura di interessi di parte o di lobby. Svolgere azioni in politica deve rappresentare crescita sociale e culturale della propria persona. Miglioramento dell’individua attivo nella società.

La destra giovane deve interrogarsi ponendosi mete e obiettivi non per forza immediati e di governo. Deve sapere maturare ruoli e responsabilità per presentarsi quale sicura ALTERNATIVA.

Perseguire consenso sulla scia di parole d’ordine è facile da ottenere, non facile  da trasformare in  consensi duraturi e di valore.

Riscoprire il “sociale” quale dottrina etica, il socialismo rivoluzionario delle origini, distruttore del banale, del consueto, dell’appiattito, dell’effimero, per dare voce e concrete soluzioni all’atavico conflitto tra ” CAPITALE e FORZA LAVORO”.

Indicare la strada della giustizia sociale rispetto al perdurare della “lotta di classe”- ampiamente superata dalla storia-.

Indicare e fare comprendere i valori fondanti la “COSTITUZIONE” italiana, e rendere attuali e concreti i ” DIRITTI ALLO STUDIO AL LAVORO E ALLA SALUTE”.

Lavoro, indispensabile all’uomo per ottenere, oltre alla propria crescita materiale e spirituale, quella del proprio Paese.

La “destra dei giovani” deve promuovere ricerca culturale e politica autonoma rispetto agli attuali riferimenti organizzativi, genericamente posizionati in quella latitudine geografica.

La “destra dei giovani”persegue il confronto con le altrui culture, rispetta e chiede altrettanto.   Sostiene l’Europa unica, in cui le SINGOLE PATRIE OPERINO RECIPROCAMENTE RISPETTOSE delle culture fondanti da custodire quali valori irrinunciabili.

La destra dei giovani, nel ricusare le intolleranze rispetto alle altrui culture politiche, razziali e confessionali, sostiene la tutela dell’ambiente naturale, delle diversità e di un modello di economia ecosostenibile.

La destra dei giovani si impegna nell’attivismo partecipativo quale scelta missionaria e volontaria.