COMPASSO: “SIGNORI SI NASCE”… DAGLI ABBRACCI CON LACRIMA DELLA CAMPAGNA ELETTORALE ALLA CONDIZIONE DI “NEMICO” PER IL GIOVANE BARRETTA!

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   –    di Giulia Bosco     –                        1 6 COMPASSO: “SIGNORI SI NASCE”...  DAGLI ABBRACCI CON LACRIMA DELLA CAMPAGNA ELETTORALE ALLA CONDIZIONE DI “NEMICO” PER IL GIOVANE BARRETTA!             “Signori si nasce” …questo il nuovo film andato in onda a Cellole nei giorni scorsi, che ha visto protagonisti i soliti principianti della politica locale.

Brutta pagina quella della sfiducia ad un sindaco. Brutta perché l’esperienza e la dignità – ad avercene – avrebbero dovuto consigliare azioni diverse, più miti e invece si è arrivati alle coltellate date e ricevute senza remora alcuna, che hanno lasciato strascichi di rancori e di odio enormi.

A fare un passo indietro cosa abbiamo vissuto a Cellole?

Abbiamo vissuto appena diciotto mesi di selfie, proclami e insuccessi; personali e collettivi.

Un esempio su tutti la faccenda dell’isola ecologica o le continue proteste degli operatori del consorzio CITE non pagati.

Ma ci sono state anche imbarazzanti figuracce alle quali non si è data risposta, come nel caso degli affidamenti per migliaia di euro al papà della consigliera Pecoraro; peraltro, passata alla storia come la più assente ed inutile nel consesso civico cellolese.

Oppure posiamo citare la pessima figura con relativa caduta di stile della sindaca, quando attaccò la memoria del sindaco Barretta, colpevole secondo lei di aver lasciato debiti ai quali la giunta Compasso stava ponendo rimedio; cosa che fece rizelare il suo assessore Francesco Barretta, nonché figlio del defunto sindaco Barretta.

Ecco, proprio di Barretta vogliamo parlare; ricorderete tutti il “leit motiv” della campagna elettorale di “Cellole Libera” e della ex sindaca Compasso.

compasso barretta COMPASSO: “SIGNORI SI NASCE”...  DAGLI ABBRACCI CON LACRIMA DELLA CAMPAGNA ELETTORALE ALLA CONDIZIONE DI “NEMICO” PER IL GIOVANE BARRETTA!La sindaca dichiarò più volte: “mi impegno a proseguire l’opera iniziata da Angelo Barretta, nel solco del suo insegnamento e della sua passione politica”. Non si contarono, in campagna elettorale, le chiamate sui vari palchi della vedova di Angelo Barretta e dei figli, con i quali la candidata Sindaca Compasso, spesso scambiava affettuosi abbracci e lacrime di commozione.

E non ci fu occasione pubblica o dichiarazione alla stampa, nelle quali la Compasso non nominava, nell’ordine: il papà On. Franco Compasso e il defunto Sindaco Angelo Barretta.

Una campagna elettorale alla memoria…ma che dette i suoi frutti elettorali.

Mossa da vecchia volpe che gli fu suggerita, fu quella di inserire in lista il figlio di Angelo Barretta, il quale ebbe una buona affermazione nonostante la sua giovane età, l’inesperienza e la prima “scesa” in politica; tanto da guadagnarsi alcuni titoli di giornale che dicevano: “SCRUTINIO CELLOLE – Il figlio del compianto Angelo Barretta trascina alla vittoria Cristina Compasso: è lei il nuovo sindaco”.

Titoli per nulla esagerati, va detto. La presenza simbolica di Angelo Barretta, nella campagna elettorale della Compasso e della sua squadra, ha influito e molto.

Però, riavvolgendo le bobine, il fatto di mostrare insistentemente l’icona di Barretta potesse trattarsi di una trovata pubblicitaria era intuibile. Infatti anche la famiglia Barretta iniziò ad accorgersene.

L’occasione nella quale il giovane consigliere Franco Barretta perse le staffe, fu data da alcune affermazioni della sindaca, quando disse: “stiamo pagano i debiti della vecchia amministrazione”; ed il riferimento era evidente alla gestione di Angelo Barretta.

Oggi, partiti dalle lacrime di commozione, siamo arrivati alla rabbia schiumante verso Francesco Barretta tacciato di tradimento.

La sostanza, è che il ragazzo è stato strumentalizzato politicamente dal gruppo della Compasso per arraffare i voti dei cellolesi che davvero portano ancora Angelo Barretta nel cuore, per poi scaricare tutti alla prima occasione.

Questo modo di fare, ha condotto la Compasso nelle secche dove si è arenata qualche giorno fa; ovvero in uno studio notarile di S. Maria C.V.

Ed è perfettamente inutile continuare a marcare la differenza come sta facendo lei ed il suo entourage familiare, con frasi tipo: “Signori si nasce”, “noi siamo diversi”, “portiamo un cognome che ha una storia” ed altre amenità simili che la pongono quasi al livello di un Marchese del Grillo, quando rivolgendosi a dei balordi del popolino, dichiarò: “io so io e voi non siete un ca…”.

Offendere la popolazione cellolese e marcarne la distanza, con frasi del tenore “signori si nasce”, non possono far altro che indispettire una ulteriore parte di popolazione elettorale, pregiudicando ancora di più una sua seconda candidatura…ma si è capito, il personaggio è così: molto pieno di se, del cognome che porta e di una presunzione non supportata da alcuna precedente esperienza amministrativa; per cui non pare un soggetto avvezzo ad accettare consigli e suggerimenti che vengano dal di fuori del suo cerchio magico. Con i risultati che abbiamo visto.

Una conferma è il fatto che mai e poi mai in questi mesi, la ex sindaca ha preso una netta posizione politica; amica di Stefano Graziano del PD, ma pronta ad elogiare e chiedere l’aiuto di Giorgio Magliocca di Forza Italia, corsa a chiedere lumi a David Sassoli sempre del PD ma con posizioni correntizie opposte a Graziano, stessa storia per la sua amicizia con Pina Picierno, fino ad intrattenere delicati rapporti con Aldo Patriciello eurodeputato di Forza Italia per il tramite del cugino/assessore Giovanni Di Meo…insomma, una strizzata d’occhio la si fa a tutti senza compromettersi troppo.

Se fosse stata disponibile al dialogo ed alla mediazione, avrebbe ascoltato le richieste di cambio di marcia che provenivano dai suoi alleati di governo già da prima dell’estate. Alleati di governo, non teste vuote utili solo a consacrare l’ego sindacale…

Se avesse ascoltato i consigli di chi la politica l’ha fatta davvero, avrebbe aperto alle richieste dei suoi ex amici quando hanno costituito il gruppo autonomo proprio per farle capire che esistevano anche loro. Lei invece che ha pensato di fare? Togliere la delega assessorile alla Marchegiano e cerca di comprarsi qualche consigliere di opposizione con promesse di vicesindacatura, come nel caso di Modesto Verrengia.

A questo punto, senza poter più aspettare i tempi delle convocazioni dei consigli comunali, le liturgie consiliari e le alchimie dei regolamenti, agli alleati mortificati non è restato altro che andare immantinente da un notaio e certificare il defenestramento del primo cittadino divenuto ingombrante e limitante dell’azione sinergica di quella maggioranza di governo.

Brutto epilogo certo, ma di fronte ad un sordo che non vuol sentire che alternative hai?

Certamente non si può ridurre l’intera faccenda dei diciotto mesi di amministrazione Compasso a quei quattro fuochi pirotecnici spararti dal deficiente di turno l’altra notte a Cellole; la problematica è ben più articolata ed è infantile nascondersi dietro i botti oppure dietro la citazione di un ex presidente del consiglio comunale incidentalmente ex marito di un alfiere della ex sindaca.

Una certezza c’è stata, ovvero che l’intento della Compasso non è per niente stato quello di continuare nel solco di Angelo Barretta, il quale nei mille difetti che gli si possono attribuire, aveva certo la dote di saper mediare e calmierare chiunque gli girasse intorno, a qualsiasi titolo…e senza “spendere” mai troppo, aggiungiamo noi.

Per la prossima campagna elettorale, sarebbe utile lasciar riposare Angelo Barretta e Franco Compasso, i quali tutto vorrebbero per Cellole tranne che essere associati a queste inutili sceneggiate.

Alla prossima puntata!