E POI ACCADDE CHE … – terza puntata

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E poi accadde che un giorno la Giustizia Giusta e la Giustizia Ingiusta fossero surclassate e temporaneamente accantonate dalla Giustizia “Veloce”…ed una elaborata e complicata vicenda, dichiarata tale, dagli addetti ai lavori della “Legge Uguale Per Tutti”, in 48 ore venisse studiata, analizzata, considerata nelle sue difficili e complicate sfaccettature, sondata in profondità in relazione a fatti collaterali ed imprescindibili, valutata nelle sue varie e diverse implicazioni e desse origine ad un giudizio che divenne sentenza ufficiale, scritta e consegnata…agli atti e a chi di dovere…Accadde che l’attesa, durata quattro anni, di un atto di Giustizia Giusta, dovesse consumarsi nel battesimo di una nuova forma di giustizia…la Giustizia Veloce, che non mancherà di creare un precedente, nella storia degli uomini offesi…ed allora…

Allora…accade che la paura ritorni…cavalcando lentamente nell’ombra, inquietante come un cavaliere dell’Apocalisse…attraversando pareti di nebbia e stringendo la gola in una morsa d’acciaio ed accade che il respiro non fluisca quietamente e l’angolo buio dell’anima si popoli di figure sconosciute, di sibili e passi pesanti…ed accade che il tempo si fermi e ti dica di tornare sull’argine del fiume a guardare l’acqua grigia che scorre verso la valle e che non tornerà indietro…E poi accade che si chieda al tempo di tornare indietro assieme all’ acqua grigia ed il tempo si prenda gioco della paura e si venda alla Giustizia Veloce…

E poi accade che l’uomo ferito dal tempo ed offeso dalla Giustizia Veloce, guardi alla sua paura e alla vergogna degli altri…alle pedine oscure che si muovono da anni sulla scacchiera immonda del privilegio a prescindere, e decida di non avere paura…

E poi accade che quell’uomo sia solo e che altri siano già caduti, uccisi silenziosamente nel buio di un vicolo virtuale, colpevoli di non avere avuto paura…condannati a morte dal loro rifiuto a rassegnarsi…e parleremo di quest’uomo che oggi non ha paura…parleremo di lui e dell’altro…dei sicari della giustizia e della giustizia dei sicari…Parleremo di lui..un medico e dell’altro…un medico…avremo tempo e silenzi da portare con noi verso quella verità negata che riposa nell’ipocrisia.

E riprendiamo, là dove l’abbiamo lasciata, alla fine del tunnel, la storia di quell’uomo accusato dei reati di atti persecutori, maltrattamenti e violenza sessuale nei confronti di una donna che oggi è un uomo libero perché come abbiamo detto nella seconda puntata la Cassazione ha respinto tutti i ricorsi…E da uomo libero e ferito ha presentato un ricorso al Csm in cui, in maniera assai articolata evidenzia il comportamento assolutamente parziale tenuto nei suoi confronti dal presidente del Collegio…

“…l’atteggiamento del presidente mi ha profondamente turbato. Consapevole di subire accuse ingiuste ero ansioso di affrontare il processo come momento di verità e liberazione. Anzi… anche contro il parere dei miei difensori avevo rinunciato a proporre eccezioni processuali che potessero rallentare il processo e invece ho ricevuto solo mortificazioni, attraverso atteggiamenti ostativi al mio legittimo diritto alla difesa. Il mio stato d’animo dal primo giorno di dibattimento è stato di continua ansia, panico e senso di smarrimento dovuto alla frustrazione di non sentirsi giudicato con oggettività, mentre si presentavano documenti per dimostrare la verità obiettiva  dei fatti.  Il presidente ostacolava questo processo naturale non facendomi sentire mai alla pari e non mancando di rimarcare numerose volte, che al tribunale non interessavano gli argomenti difensivi ( paternità del secondo figlio di ….e mio finanziamento delle spese della casa di costei) per me rilevantissimi perché attenevano alle causali di quella che ritengo un’accusa calunniosa nei miei confronti ed in tal modo falsando l’accertamento della verità….Quando era il turno della difesa di muoversi nella direzione della lista testi, il presidente puntualmente non consentiva l’approfondimento dell’esame del teste sul punto……Non appena la difesa chiede conto della esistenza di conti correnti e/o documentazione che potesse confermare le affermazioni della teste (la denunciante), il presidente interviene!…….In particolare da pag.120 a pag.127 del verbale dell’ udienza del 6 giugno del 2016 si può evincere l’atteggiamento ostruzionistico mostrato verso il tentativo del difensore di evidenziare alcune incongruenze nel racconto di…cercando di formulare domande non dirette così da creare le premesse per saggiare la credibilità del teste…Nelle pagine emerge come il giudicante di fonte alle domande della difesa tese a cristallizzare nel tempo determinanti eventi anche per saggiare la credibilità del racconto, intervenga in maniera ossessiva prima ancora che il teste risponda o richiedendo continuamente la rilevanza della domanda posta oppure tacciando di ripetitività la domanda stessa…in entrambi i casi, tuttavia si evince come il difensore sia messo nella concreta impossibilità di condurre il proprio controesame, atteso che la risposta della teste, viene di fatto, puntualmente sostituita dall’intervento del Presidente del Collegio in una palese violazione del diritto di difesa costituzionalmente garantito…”

E poi accade che abbiamo paura…

Mentre le parole si sgomitolano piano e la storia di un uomo diventa la storia di tutti coloro che varcano innocenti o colpevoli, la soglia di un’aula di tribunale…la storia sconosciuta che nessuno ha mai scritto e che non sappiamo a chi toccherà in sorte di scrivere…

…e poi accade che la storia degli uomini sott’accusa, sia la storia paradossale della grande incognita e che il destino ed il tempo e l’epilogo siano affidati all’emozione…al nulla non ancora tradotto…alla fragilità di un’abitudine…alla inquietante morsa della tendenza…e poi accade che abbiamo paura…e la nostra odissea della paura continuerà attraverso le storie degli uomini…