– di Nicolò Antonio Cuscunà –
Economia derivata da attività turistiche significa utilizzare le materie prime che il nostro Paese ha in abbondanza. La nostra millenaria storia con i suoi prodotti-giacimenti ci obbliga a conoscerli, custodirli, preservarli, non soltanto per noi stessi e per il nostro prossimo, ma per indicarli al mondo intero. I giacimenti-materia prima si chiamano: bellezze paesaggistiche, clima, natura, monumenti, musei, chiese; come si usa comunemente ricordare, l’Italia detiene i 2/3 dei giacimenti culturali del mondo. Preservarli custodendoli non è sufficiente né significa salvarli dalle rovine del trascorrere del tempo. Salvaguardarli non significa mummificarli, nascondendoli alla vista ed alla conoscenza, i nostri giacimenti di cultura e storia vanno preservati, recuperati e messi a frutto per creare economia da cui estrarre risorse a tutela dei beni stessi e di chi lavora per essi. Trarre economia da attività turistica significa, per un territorio in cui sono presenti giacimenti attrattori, organizzare i soggetti concorrenti alla creazione di tale economia derivata da quegli attrattori. La capitale d’Italia Roma da sola rappresenta l’attrattore di economia da turismo più potente al mondo. La fruibilità è da decenni organizzata, e concorre un sistema in rete, collaudato ed interconnesso, anche se qualche volta se ne inceppa un segmento. Il turista, garantito dai diritti del consumatore, elemento prioritario al mantenimento della rete-economica turistica, non va considerato spugna da premere ed accantonare. Il soggetto utente ha diritti sanciti da leggi nazionali ed internazionali, l’utente va condotto, salvaguardato con la stessa attenzione riservata agli attrattori giacimenti culturali. Qualsiasi attività tendente a ricavare economia da attività turistica, ambientale, storia, museale, enogastronomica, ecc., necessita della tutela del consumatore. Senza tutele per il fruitore-consumatore, prima o dopo l’economia derivata da quel segmento, diminuisce fino a scomparire.
In Italia l’attività economica derivata da turismo è a rischio.
Cattiva gestione dei servizi nelle città, inquinamenti di mare, terra e aria, frodi alimentari nella somministrazione di prodotti non certificati, accoglienza e ricettività alberghiera di scarsa qualità, mobilità incrociata caotica e non ecosostenibile, in aggiunta alla globalizzazione dei mercati ed alla pressione di segmenti turistici stranieri simili per proposta, sono causa di desertificazione della nostra offerta turistica. Va da se l’importante valore del 5% concesso al PIL dall’economia da turismo …quanto il 6% fisso all’occupazione che diventa 10% stagionale. Queste voci nell’economia nazionale possono aumentare, vanno consolidate, allargate a tutto il territorio nazionale.
Avere una moderna normativa Nazionale e regionale, le regioni detengono le priorità in materia di sviluppo dell’economia da turismo, non significa che l’offerta turistica va da sé. Occorre organizzare territorio per territorio, caratteristica per caratteristiche e mettere a frutto le potenzialità di quel territorio. Tutti i soggetti presenti nel territorio diventano attori, motori trainanti, l’economia da turismo nasce in rete, si crea e si mantiene se i soggetti operanti interagiscono sempre e comunque mirati a progetti pianificati, migliorati, rettificati di volta in volta. L’economia da turismo abbisogna di innovazione, di ricerca, di continuo miglioramento dell’offerta indirizzata al consumatore-fruitore colto, da educare, preparare e da non considerare un pollo da spennare. Proporre, offrire segmenti non messi in rete, di attrattori turistici, non crea durevole economia né aiuta l’economia. Investire in segmenti scollegati tra loro, con proposte mordi e fuggi, genera false aspettative ed a lungo procedere desertifica rendendo arida l’economia turistica.
Organizzare e spendere soldi pubblici per la “NOTTE BIANCA”, addobbare di luci la città senza un programma in rete di offerta mirata ad un utente interessato e da coinvolgere con un pacchetto proposta di qualità costi-benefici, è solo effimero, dispendioso, inutile, oppure serve solo per la spesa e a chi di questa spesa guadagna.
I cosiddetti operatori turistici che si accontentano del “mordi e fuggi” dell’avventore del fine settimana o dell’occasione per la “sagra della porchetta”, sono destinati a sopravvivere, a tirare a campare, a continuare ad essere avventori-venditori del nulla.
Il turismo è altra cosa.
Esaltarsi per le interminabili fila di persone in attesa d’accedere alla Reggia del Vanvitelli, vuol significare non comprendere cosa intendesse il legislatore per Economia derivata dal Turismo.
Il consumatore-utente in fila non crea economia, al massimo lascia qualche spicciolo alla Soprintendenza. Alla città di Caserta restano le cicche, bottigliette, fazzolettini gettati in terra…forse qualche maledizione con la promessa di non ritornarci più.
L’utente-consumatore merita attenzione, cura, rispetto perché desidera apprendere, conoscere, imparare ed apprezza la civiltà dell’accoglienza, per la quale è disposto a pagare.
Giungere davanti alla Reggia e trovare il caos come è accaduto alla signora diversamente abile, di cui alla famosa denuncia, è sufficiente per dignitosamente far decidere al sindaco Carlo Marino di RASSEGNARE LE DIMISSIONI.