LE PEDANE DI CORSO TRIESTE SONO A PEZZI, ATTI DI VANDALISMO O INCIDENTI?

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(f.g.) – Chiedetelo all’assessore Emiliano Casale, che ha affermato che le pedane “… si devono togliere, è un progetto sbagliato …”, le pedane che sono parte di quel progetto di riqualificazione del centro storico, costato 771.000 euro di fondi pubblici. Progetto che è stato commissionato dall’amministrazione di cui Casale era anche assessore. La pesante affermazione esposta nell’ultima riunione tenutasi presso il comune, alla presenza dei rappresentanti dei commercianti casertani del centro storico, è registrata nel simpatico video che gira sul web. Quel “si devono togliere” è un macigno. Come può un amministratore dichiarare una baggianata del genere? Le pedane, come le fioriere ed il “muro del pianto” con tanto di mega lampione, sono un progetto finanziato con fondi pubblici, attuato solo quattro anni fa. Avremmo compreso una svista del genere se commessa da un novello amministratore, che non può avere memoria storica e che non ha mai partecipato alla vita amministrativa del comune di Caserta. Ma non è questo il caso di Casale, record man di preferenze e assessore per diritto, per lui non ci sono scuse. Parliamoci chiaro, il restringimento della carreggiata dovuto a quelle “inutili” pedane in legno, nega di fatto il sogno proibito di buona parte dei commercianti casertani, cioè la transitabilità e la possibilità di parcheggio su corso Trieste, e fino a quando queste insisteranno su parte della carreggiata, l’eventualità di un corso nuovamente aperto al traffico si allontana sempre di più. No, non è possibile nemmeno immaginare, che l’assessore, magari nell’oscurità delle notti casertane, dopo qualche cocktail in discoteca, armato di mazza e piccone, si impegni a distruggere i manufatti di corso Trieste. Questo non ci passa nemmeno per l’anticamera del cervello. Ma la disperazione può portare a volte un cittadino a commettere degli errori, e non può un cittadino mettere a rischio la propria fedina penale, per apporre una pezza agli errori commessi da una cattiva amministrazione. Chi amministra deve assumersi le proprie responsabilità, degli atti promossi e anche delle sue affermazioni pubbliche. Sicuramente, se si dovesse procedere allo smantellamento delle pedane per scarsa manutenzione, per deterioramento o per scassi occasionali dovuti a casuali incidenti, sarebbe tutto più semplice, non si dovrebbe dare conto a nessuno, se non magari rivalersi, eventualmente, sul fornitore della commessa, contestandone il prodotto non idoneo. Insomma, niente di meglio, le pedane si tolgono e nessuno può dire niente. Il delitto perfetto di una pedana, roba che manco la fervida mente di Agatha Christie avrebbe potuto produrre. E invece no, noi siamo convinti che, qualora l’assessore fosse realmente persuaso che corso Trieste debba essere aperto al traffico, e che le pedane sono state un progetto sbagliato e la loro rimozione è necessaria e propedeutica all’apertura al traffico del tratto viario in questione, allora ci aspettiamo che questo proceda speditamente mettendo in essere tutte le misure tecniche e amministrative necessarie per concretizzare il suo pensiero, ha il ruolo ed i mezzi per farlo, altrimenti dimostrerà ancora una volta, lui come quasi la totalità di chi gravita nell’amministrazione targata Marino, che l’unica azione che può mettere in campo è quella “dell’intostamento dell’acqua”, pratica antica e inutile.

VIDEO DI CIRO GUERRIERO