– di Federico Grimaldi –
CHE FINE HANNO FATTO I FONDI REGIONALI ED I PRESUNTI SOLDI DELLA PROTEZIONE CIVILE?Si prospetta un Natale amaro per i disperati dipendenti del Consorzio Unico di Bacino delle province di Napoli e Caserta … e non solo. Ancora non sono state pagate le spettanze del mese di Settembre relative al progetto palliativo della Regione, e se questo è il trend al 18 dicembre, i stipendi arretrati diventeranno tre. Tre che si sommeranno agli altri trenta/quaranta stipendi che i dipendenti del CUB ancora vantano dall’ente in liquidazione. Distrutti nell’autostima, costretti a ricorrere a prestiti e ad enormi sacrifici pur di tirare avanti, intere famiglie vivono un dramma quotidiano che va avanti da quasi dieci anni. Descritti come delinquenti e nullafacenti, solo perché dipendenti di quello che è stato il consorzio più inquisito della storia, radiografato dalla magistratura e straperquisito dalle forze dell’ordine. Consorzio nato dalla politica e morto per mano della politica, ma che ha avuto come commissari anche illustri prefetti e alti graduati dell’arma, i quali hanno potuto constatare di persona le reali capacità professionali dei dipendenti, tanto che proprio questi serbano di queste importanti figure un ottimo ricordo. Forse di questo aveva bisogno il consorzio unico, una guida austera e al di sopra delle parti, lontana dal mondo della politica. Finito il clamore degli avvisi di garanzia e delle indagini, il consorzio è stato abbandonato a se stesso, dimenticato, rimbalzato da ente ad ente, fino a che poi non è tornato ad una gestione “politicizzata”; fine più che prevedibile anche perché stiamo parlando sempre di un cospicuo bacino di voti. Negli ultimi anni, il CUB è passato sotto l’egida regionale, che ha riconfermato la carica di commissario liquidatore al dott. Francesco Paolo Ventriglia, figlio di una prima investitura firmata Mimì Zinzi, ma che si è saputo immediatamente adattare ai nuovi scenari politici. Il commissario, che si è dotato di un ricco staff per la gestione della liquidazione, composto da dipendenti ancora in forza al CUB tutti scelti “ad personam”, oltre che di ex dipendenti e consulenti vari, amministra l’ente pubblico in liquidazione secondo suoi criteri che potremmo definire “creativi”. Fatto sta che ad oggi, parte dei dipendenti che sono impegnati nei progetti connessi all’obiettivo operativo di cui al comma l, art. 45, L.R. n. 14/2016, risultano ancora in attesa delle loro spettanze, “spettanze” è una parola grossa, si tratta in realtà un contentino giusto per non farli morire di fame, raccattato dai Fondi di Sviluppo e Coesione, già stanziati, certi e vincolati, ma che stranamente hanno difficoltà ad arrivare nelle casse del CUB, figuriamoci nelle tasche dei dipendenti.
Ma fossero solo questi i problemi, in una nota del Direttore Generale del Ciclo Integrato delle Acque e dei Rifiuti, Valutazioni Autorizzazioni Ambientali della Regione Campania avente come oggetto: “Adempimenti attuativi di cui al Titolo VI (Norme transitorie, clausole sociali e programma straordinario) della L.R. n. 26 maggio 2016, n. 14 “Norme di attuazione della disciplina europea e nazionale in materia di rifiuti e dell’economia circolare“, questo esorta i riferimenti in indirizzo a mettere in atto tutte le procedure necessarie affinché il personale dei consorzi possa essere ricollocato presso gli EdA che risultano da tempo oramai costituiti e operativi, così come previsto all’art. 44, L.R. n. 14/2016 e smi. Ma non solo, e qui la doccia fredda, aggiunge questo passaggio in merito ai progetti attualmente in essere: “Si evidenzia inoltre che le opportunità offerte dal Programma straordinario, essendo legate all’utilizzo di Fondi di Sviluppo e Coesione, non potrebbero consentire il sovvenzionamento del sopraddetto personale oltre un certo limite di tempo, non necessariamente coincidente con la durata del Programma prevista ex lege e dunque non necessariamente suscettibile di proroga per un tempo pari o inferiore, appunto in considerazione della natura e della destinazione dei fondi programmati in bilancio dalla Regione. A quest’ultimo riguardo, infine, si sottolinea che i progetti connessi all’obiettivo operativo di cui al comma l, art. 45, L.R. n. 14/2016 cit. lettera a) (sia quelli relativi ai 23 Comuni richiedenti sia quello presentato e approvato dal Comune di Napoli) hanno una loro naturale scadenza rispettivamente a febbraio 2020 ed aprile dello stesso anno. Allo stesso modo si evidenzia che risulta scaduto anche il progetto di cui alle lettere b) ed e) comma l, art, 45, L.R. n. 14/2016 cit., di cui il CUB NA CE risulta soggetto attuatore.” Che significa in soldoni, fate presto a ricollocare il personale perché sono finiti i soldi. Questa nota della Regione Campania rimpalla sui social, e getta nello sconforto i lavoratori, che prevedono ancora tempi burrascosi all’orizzonte. Vivere in queste condizioni è difficile, i debiti si accumulano e lo stato di disagio spesso si ripercuote sulla famiglia e sulla salute. La salute, un altro dramma di cui si parla poco, è altissima l’incidenza di neoplasie nei lavoratori del CUB, forse per il tempo passato sulle discariche, forse per il contatto con i rifiuti dei generi più disparati, ma anche questo non sembra preoccupare nessuno, tanto che non sono pochi i lavoratori, lasciati a loro stessi, che pur di non seguitare a subire mortificazioni hanno compiuto l’insano gesto. Eppure i primi soldi della liquidazione sarebbero dovuti essere dei dipendenti, che hanno la titolarità di creditori privilegiati, ma a quanto pare il commissario Ventriglia non è di questo avviso, anzi a detta dei suoi sottoposti peccherebbe nella trasparenza amministrativa. Una affermazione forte, ma confortata dall’argomento più gettonato nelle ultime ore, ossia l’ipotetico arrivo nelle casse del consorzio di crediti provenienti dalla Protezione Civile, finanze queste che potrebbero diventare ossigeno per i dipendenti stremati. Anche su questi eventuali fondi si lavora di fantasia, perché non si conosce lo stato finanziario del CUB, come nessuno saprà mai che fine hanno fatto tutti i crediti fino ad oggi recuperati, anche perché nessuno si è mai preoccupato di conoscere nel dettaglio la gestione dell’ente. Del CUB ormai non interessa più niente a nessuno, non interessa alla politica, non interessa alla magistratura e non interessa ai media … non è più appetibile. Una situazione veramente incresciosa, sicuramente borderline tra il lecito e l’illecito, e che per questo motivo seguiremo con attenzione.