LE “ROSE A LUTTO” DELLA CONSIGLIERA CALABRESE E… LA STORIA DI MARIELLA

0

rose donne 1 LE ROSE A LUTTO DELLA CONSIGLIERA CALABRESE E... LA STORIA DI MARIELLA

rosaria calabrese 3 LE ROSE A LUTTO DELLA CONSIGLIERA CALABRESE E... LA STORIA DI MARIELLA
Rosaria Calabrese – Consigliera di Parità Provincia Caserta

CASERTA – Oggi la dottoressa Rosaria Calabrese, consigliera di Parità della Provincia di Caserta, sarà all’Ospedale di Piedimonte Matese, per distribuire rose rosse confezionate splendidamente da lei stessa, per ricordare le donne vittime di violenza. Una maniera personale ed assai elegante, particolarmente significativa della grande sensibilità di Rosaria Calabrese.

Oggi vogliamo ricordare tutte le donne vittime di violenza attraverso la storia di una di loro…Mariella

La storia di Mariella è la storia di tante donne…la storia taciuta e consumata nel buio silenzioso di un amore tradito…perché la storia di tutte le storie, la più triste… è quella che una donna lacerata, tra l’amore dei figli e la violenza di un uomo, vorrebbe inventarsi. La storia di Mariella è una storia raccontata quasi in corsa…trattenendo il respiro e il desiderio di fuggire…sincopi e pause…molti sospiri e la volontà di finire in fretta di raccontare e allontanarsi…tentando di smorzare il dolore che è ancora vivo e cocente…spietato. La storia di Mariella è recente, forse troppo recente per trasmettere la lunga estenuante agonia di un amore…troppo recente perché si possa guardare altrove ed immaginare che oltre il buio, qualcosa splende come l’alba di un giorno nuovo. Mariella oggi si racconta a fatica e nelle sue parole, riecheggia la storia di un mondo a metà.

Storia di Mariella

“Quando ero ragazza ero una accesa femminista, ribelle all’inverosimile. Poi mi sono innamorata e lì mi sono giocata tutto. Ci credevo in quell’amore.  Io credevo in quell’uomo. E per quanto la mia famiglia mi dicesse che potevo avere di meglio, io volevo lui. Bello, colto anche se un po’ viziato. Alle prime difficoltà come una spinta un po’ violenta, un litigio tra ragazzi, ci passi sopra. Poi le gravidanze ed i Capodanno e le domeniche da sola con i bambini. I problemi al lavoro e quindi non è il caso di lamentarsi. Poi inizia qualche schiaffo, solo perché hai osato dire la tua opinione oppure perché hai difeso il bambino che piagnucola. E poi le botte aumentano, perché sei stanca dal lavoro, dai compiti, dal correre tra casa e lavoro e bambini. E poi lui ha altre donne e tu devi stare zitta e se parli sono tirate di capelli e pugni in testa. E poi, quando ti rendi conto che sotto le botte ci stai rimanendo morta ti alzi e vai via. Le lacrime stanno scendendo senza fermarsi. Ti riprendi la tua vita, ma hai perso tutto il tuo passato. E sei sola perché nessuno ha visto finora e nessuno vede adesso, il tuo dolore e la tua tristezza. Senti il tuo fallimento dentro, senti tutto il tuo dolore dentro. E suona il citofono… e tu tremi perché hai paura che possa essere lui.  Hai paura che non sia ancora finita. Un giorno mio figlio mi ha detto: tu sei qui, sei viva e io non permetterò che tu faccia la fine di quelle mamme che non ci sono più. E le lacrime scorrono in ricordo di un amore che purtroppo è sempre andato in un’unica direzione. Chi ti massacra di botte non può amarti e se anche ti amasse è un amore malato che fa solo male”.%name LE ROSE A LUTTO DELLA CONSIGLIERA CALABRESE E... LA STORIA DI MARIELLA