– di Nicolò Antonio Cuscunà –
Così venivano chiamati gli assunti in base al provvedimento per l’occupazione giovanile, legge comunemente detta “Anselmi-Berlinguer”. Per comprendere bene e meglio la ratio di questo scritto è d’obbligo un poco di storia di prima Repubblica. In quest’epoca del “nulla”, del poco, maledetto e subito, dove alcuni dicono che la storia non serve conoscerla, al contrario di altri che ricordano solo quello che conviene loro, non è male capire quanta acqua è transitata sotto i ponti senza distruggerli, acqua tempestosa, burrascosa e limacciosa, acqua che, comunque, ha scritto la storia. Al Quirinale abitava il napoletano Giovanni Leone (29.12.71-15.06.78), eletto fuori del cosiddetto “arco costituzionale” per l’apporto dei voti, non richiesti né graditi, del MSI di G. Almirante. A palazzo Chigi sedeva il potente democristiano Giulio Andreotti, era la VII legislatura – 05.07.76-02.04.79 -; ed in tre lunghi anni si succedettero ben 3 governi del Giulivo Andreotti, rispettivamente il III, IV e V. La Democrazia Cristiana dal 1948 governava da sola, non era incline al dialogo, anche se all’abbisogna cercava sostegno ora a destra, ora a sinistra. I tempi erano cambiati, qualcuno asseriva “essere maturi”. Maturi per il grande passo dell’apertura a sinistra, e da quelle parti c’era il Partito Comunista di Enrico Berlinguer. Fautore di quell’apertura definita “compromesso storico” era il presidente della DC, il pugliese Aldo Moro. Ed il giorno 16 marzo del 1978 Aldo Moro, mentre si recava in parlamento per suggellare tale “compromesso”, venne rapito, la sua scorta trucidata, dalle Brigate Rosse per il comunismo. Conosciamo il triste epilogo, il presidente Moro venne processato, condannato e ucciso dalle B.R. A nulla servirono gli appelli della famiglia Moro alla Dc, ai potenti di quel partito, neanche l’appello del Santo Padre Paolo VI servì a salvare la vita dello statista. Il dialogo d’apertura di Aldo Moro verso il PCI era in atto da tempo e la dimostrazione ne è proprio la legge n.285/77 …chiamata “legge Anselmi – Berlinguer”. Tina Anselmi era ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale, dal 29 luglio 1976 all’11 marzo 78, durante il III e IV governo presieduti dal chiacchierato Giulio Andreotti, prima della morte di Moro. La legge n.285 venne approvata il 1° giugno del 1977. Quel governo (IV) Andreotti superò la votazione di fiducia con l’astensione del Partito Comunista di Enrico Berlinguer, infatti venne chiamato della “non sfiducia”, preludio della solidarietà nazionale. La legge 285/77 testualmente promuoveva: “incentivare l’impiego straordinario di giovani in agricoltura, artigianato, industria, commercio, servizi, svolto da imprese individuali, associate, cooperative o consorzi e enti pubblici economici”. Venne finanziata per il triennio con 1.060 miliardi di £ire. L’amministrazione Comunale di Caserta, sindaco l’avvocato Giampaolo Iaselli della DC, ideò una serie di progetti per l’assunzione di giovani, e nel giugno 1980 la sede comunale di palazzo Castropignano di piazza Vanvitelli venne invasa da oltre 500 giovani da avviare alla formazione ed all’impiego in servizi.
Questa la storia dei “Ragazzi della 285/77. Ragazzi cresciuti in seno alla pubblica amministrazione, formati, adottati dai loro predecessori, da dirigenti qualificati e impiegati di spiccata formazione professionale, plasmati al rispetto della pubblica amministrazione erogatrice di servizi. Sono trascorsi quasi 40 anni e i ragazzi sono diventati adulti sulla soglia del meritato avvio alla pensione. Pensionamento a scadenza d’età, quota cento, prepensionamenti, tra pochi mesi dei ragazzi della 285 nell’amministrazione di Caserta resterà solo il bel ricordo di quello che in tanti anni hanno prodotto. A tal riguardo non è superfluo ricordare come l’attuale amministrazione del sindaco Carlo Marino pone poca attenzione agli eroi della 285, …lavoratori costretti ad operare in condizioni pessime per sicurezza, igienicità, salubrità dei luoghi di lavoro. Ed a nulla servono i costanti richiami, a sindaco e dirigenti, posti in essere dalle organizzazioni sindacali di categoria che rivendicano il diritto al lavoro dignitoso e sicuro. A breve negli uffici più sensibili, erogatori di servizi delicati e necessari alla cittadinanza, i lavoratori entreranno in quiescenza e.…la solerte giunta di Carlo Marino pone in essere un provvedimento colabrodo denominato: “Piano di fabbisogno di personale triennio 2019/2021”. Detto provvedimento nel tenere conto del dissesto finanziario (a convenienza sfoderano la scusante), riconosce di non avere eccedenza di personale anche in ragione del quoziente: popolazione / numero di dipendenti. Dichiara la carenza di personale in tutte le aree dell’organizzazione comunale, riconosce la “rilevante onda di pensionamenti”; si appresterebbe (il condizionale è d’obbligo) a procedere con celerità a realizzare alcune procedure di “comando di personale proveniente da altre pubbliche amministrazioni, per poter attenuare, anche se solo in minima parte, l’impatto negativo della forte riduzione di personale …per non compromettere il regolare svolgimento di molti servizi comunali”. Questo lo stato dei fatti. Alle note ed incancrenite negatività cui sono costantemente costretti i cittadini di Caserta, si aggiunga anche la non erogazione di servizi sensibili agli sportelli al pubblico. Il rapporto abitanti X dipendenti, riconosciuto alla città di Caserta, è di 500 dipendenti di categoria A – D + 8 dirigenti; la delibera di G.M. n. 179 del 6 novembre 2019 DICHIARA, la disponibilità di soli 368 posti, di questi 366 relativi a personale ctg A – D e n. 2 personale dirigenziale. Mancano all’appello n. 140 posti, di questi, 134 di ctg A – D e 6 dirigenti.
Auguri Caserta! Auguri sindaco Carlo Marino! Auguri consiglieri comunali! Auguri assessori! Stando così miseramente i fatti, potete ancora spendere residui di soldi pubblici, promettere progetti faraonici…la verità è che siete falliti in quanto Giunta ed amministrazione di Sinistra che ha dimostrato di non essere in grado di tutelare la forza lavoro! Il vero augurio di meritato riposo dal lavoro svolto con tante difficoltà va ai dipendenti dell’Amministrazione comunale, in particolare ai sempre giovani della 285/77. Ad maiora semper!