MARIO DE MICHELE SUBISCE L’ENNESIMO ATTENTATO DI CAMORRA, ADESSO LA SOLIDARIETÀ NON BASTA PIÙ

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NUMEROSI COLPI DI ARMA DA FUOCO ALL’INDIRIZZO DELL’AUTO DEL GIORNALISTA, CHE FORTUNATAMENTE NE ESCE ILLESO

    –    di Federico Grimaldi     –

“Ho Paura”. Ammette la propria paura il giornalista Mario De Michele, Direttore di Campania Notizie, da sempre impegnato in inchieste scottanti. Questa volta però deve aver scoperchiato una cloaca maxima viste le azioni criminali messe in campo da individui che sicuramente non si possono accomunare a dei boy scout. Quello che emerge, dopo questa che non si può più assimilare ad un’azione intimidatoria, ma che è invece un vero è proprio tentato omicidio, è che in questa terra il nostro raggio d’azione è limitato, come è limitata la libertà di pensiero, limitata è anche la possibilità di essere messi a conoscenza di quello che ci succede intorno. Trasparenza, legalità, comunità, orgoglio, sono termini di cui abusiamo, consapevoli che in realtà tutto ha un limite. Un limite fatto di omertà, paura, opportunismo, cialtroneria e malaffare. Arranchiamo noi, quelli “normali”, quelli che ci provano a non fare i furbi, quelli destinati a subire, quelli stufi di doversi rivolgere sempre all’amico o all’amico dell’amico, per vedere riconosciuto un proprio diritto. Assuefatti, come zombie, continuiamo a “vivere” una specie di esistenza, illudendoci che tutto vada bene, almeno quando siamo al sicuro tra le mura di casa, ovviamente con le spranghe alle finestre e l’antifurto inserito. Gli articoli di Mario, i suoi come altri, sono degli schiaffi, che ci costringono a svegliarci, a pensare, a confrontare fatti, impressioni e coincidenze. Mario è pericoloso, come lo era Giancarlo. Oggi non parliamo di minacce, parole dette al telefono e intercettate, o magari sputate in faccia a muso duro e accompagnate da qualche ceffone, quelle, purtroppo, già ci sono state. Anzi, per chi vuole mettere a tacere Mario, queste non bastano più. Allora si sono affidati al sibilare delle pallottole, queste dovrebbero essere più convincenti, perché se non ti uccide quel rumore, almeno ti mettono paura. “Ho paura” dice Mario, e chi non l’avrebbe al posto suo, ha paura per se, ma ancora di più per la sua famiglia. Ma in realtà abbiamo paura tutti, perché sentiamo che quel limite si stringe sempre di più, tende a soffocarci. Come cani messi all’angolo tremiamo e mostriamo le zanne, ci mostriamo aggressivi, ma abbiamo paura e siamo pronti a sferrare un morso presi dalla disperazione. Ma è proprio questo che la camorra vuole! Vuole che diventiamo come loro. Un morso preso o dato, come succede ai vampiri, ti infetti e ne diventi parte, vittima e carnefice di un sistema. Il Sistema, che ti porterà a riconoscere i tuoi simili, tra gli insospettabili o tra i sospettatissimi, che pur essendo riconoscibili e riconosciuti si aggirano con chi e dove vogliono proprio perché, per loro, i limiti non esistono. Noi però vogliamo condividere la paura con Mario, non vogliamo lasciarlo solo, e siamo sicuri che prima o poi questi limiti si spezzeranno, e potremo finalmente uscire da questo Fortapàsc.