Nota del segretario provinciale del Partito Democratico Emmidio Cimmino.
“La lettura di certe dichiarazioni fanno riflettere sullo stato dell’arte ma soprattutto chiariscono che nel Partito Democratico provinciale di Caserta, non c’è un fuoco amico ma una serie di incendi “dolosi” lontani dalla passione, dall’impegno e dalla lealtà di sentirsi dentro una vera comunità politica, utili solo per determinare sacche di autonomia che non sono più giustificabili, anche per questo è necessario rettificare che in questo partito non ci sono bande né ci sono mai state, probabilmente si fa confusione con i registi che mettono in piedi le scene e guidano le riprese per il proprio film, comparse comprese.
I due consiglieri provinciali eletti con la lista Democratici per Caserta (una lista che faceva riferimento al Partito Democratico, tra l’altro, con tre eletti), non dovevano essere convocati ma confrontarsi con gli organi del Partito prima di assumere le “loro” decisioni (come già avveniva nella precedente consiliatura all’atto della convocazione del consiglio provinciale) – senza ricevere ordini, questi sono i nostri usi e costumi – non siamo e mai saremo i soldati di qualcuno.
Non si è mai visto che il segretario provinciale del partito democratico apprenda dai giornali la costituzione del gruppo del partito democratico nel consiglio provinciale e la conseguente elezione del suo capogruppo (sottolineo, ancora una volta, che è fuori discussione la persona).
Naturalmente, se i due consiglieri avessero fatto riferimento al partito e non a chissà chi o a chissà cosa, avremmo discusso di molto altro e non solo di linee programmatiche; tengano presente che ogni sconfitta è una lezione per il futuro, va metabolizzata per affrontare, diversamente e meglio, gli appuntamenti successivi, piuttosto che dividerci sul nulla per preservare, ognuno, il proprio orticello, e non è accusando altri di chissà quali oscuri disegni che si realizzano le condizioni per un partito vero.
Per quanto riguarda il sostegno al presidente Magliocca i due consiglieri provinciali, ai quali non è permessa alcuna illazione, sanno bene cosa accadde nel 2017, “noi” votammo, senza sé e senza ma, per Carlo Marino alla presidenza, cercassero altrove (è molto più semplice di quanto si possa pensare), chi sostenne il presidente Magliocca nel 2017.
Se i due consiglieri anziché fare comunicati avessero frequentato il partito, saprebbero che ho ereditato un partito senza sede, senza telefoni, senza una sedia dove sedersi ed ora lo stiamo riorganizzando con grandi sacrifici e tanta abnegazione, anche per questo non prendiamo lezioni da nessuno, ma proprio da nessuno.
Per quanto mi riguarda, mi sono posto “al servizio” del partito, a “mie spese” ed in una condizione pro tempore, perché quando sono stato “chiamato” mi è stata prospettato un governo del partito “unitario e sinergico”, avrei declinato immediatamente se avessi compreso di dover mettere insieme un “esapartito”.
Certo, non dimentico che a Caserta siamo abituati a ben altri fasti: essere commissariati per un numero di anni indefinito.
Io non ho bisogno di occupare gli organismi dirigenti del partito democratico (da cui mi sono tenuto sempre lontano) per essere riconosciuto: mi è bastato, in tutti questi anni, sostenerlo, sempre, in ogni circostanza.
Da questo momento non sono più disposto a mediare continuamente sulle sciocchezze, rigetto con forza responsabilità “che non possono essere mie”, per questo, azzero la segreteria provinciale e chiederò nelle prossime ore alla presidente Camilla Sgambato di convocare una direzione provinciale per verificare in quella sede se ci sono ancora le condizioni e la disponibilità per costruire anche in questa provincia un partito democratico serio, presente sul territorio, con il coinvolgimento imprescindibile dei circoli per troppo tempo ignorati, se questo non dovesse essere è necessario trarne le conseguenze nell’interesse del Partito Democratico e della sua comunità.
Vista la situazione venutasi a creare, intanto, è necessario sospendere la fase di tesseramento”.