IN TEMA DI LEGGE FINANZIARIA E NUOVE TASSE PER RASTRELLARE RISORSE

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–  di Nicolò Antonio Cuscunà –

L’attuale governo giallo-rosso di M5S, PD & C. s’è premuto le meningi per escogitare come rimpinguare le casse dello Stato senza mettere direttamente le mani delle tasche degli italiani. Non ha trovato di meglio che rastrellare dalle accise dal gasolio, auto inquinanti, bibite gassate, contenitori di plastica monouso, ma non è riuscito a trovare accordo sulla liberalizzazione delle cosiddette droghe leggere e lanciato un forte segnale di rinnovamento progressista oltre ad assestare un durissimo colpo all’economia delle MAFIE.
Non si comprende quale metro usino le sinistre italiane per definire il progresso, eppure potrebbero imitare gli europei dei Paesi Bassi.
Gli olandesi sono tra i liberalizzatori progressisti più attivi in Europa. Le loro ONG sono sempre presenti nel canale di Sicilia per il salvataggio dei migranti, precursori nella liberalizzazione della cannabis e derivati, nella tolleranza, controllo e prevenzione del mestiere più antico del mondo.
Stranissimo ed incomprensibile come i progressisti nostrani, sempre in gara nell’imitare i loro compagni europei, non lo sono altrettanto per la soluzione di problematiche gravi ed incancrenite quali: uso di droghe e prostituzione.
Non vorremmo pensare al condizionamento clericale, finito con la scomparsa del partito dell’unità dei cattolici, anche se persistono costumanze e tentativi di riesumazione.
È un costante dalle cronache apprendere i danni causati dalle droghe, oramai non ne sono vittima solo i più giovani, il dramma è talmente diffuso da non essere sotto controllo. Interi quartieri delle città sono supermercati tra i più redditizi d’Europa, e lo Stato si dimostra impotente. Alla schiavitù delle droghe in parallelo c’è lo sfruttamento della prostituzione tollerata.
A tutte le ore, tutti i giorni, in tutte le condizioni climatiche il meretricio è professione esentasse. Basterebbe meno falsità intellettuale, meno sudditanza al clero, più senso civico e rispetto per le donne e regolamentare il lavoro più redditizio e antico del mondo. Liberalizzare la professione porterebbe sicurezza alla società darebbe dignità a questa professione, eliminerebbe gli schiavismi e sfruttamenti, sottraendo risorse alle mafie e perché no, darebbe un contributo ad abbattere il debito pubblico. Questa non è una provocazione, al contrario è un’esortazione a liberare le migliaia di donne dall’essere schiave non di un mestiere ma degli uomini che le spingono ad esercitarlo. Liberalizzare la prostituzione quale libero arbitrio è segno di progresso e civiltà.
Liberalizzare la prostituzione quale libero arbitrio è segno di progresso e civiltà.

1 commento

  1. Ma la prostituzione in Italia è già tassata; questo ai sensi dell’articolo 36 comma 34bis della Legge 248/2006, come chiarificato dalla Cassazione con le Sentenze n. 10578/2011, 18030/2013, 7206/2016, 15596/2016, 22413/2016 e dalla Corte Costituzionale con Sentenza 141/2019. Il Codice relativo è 96.09.09 “Altre attività di servizio per la persona non classificabili altrove”.
    Cosa aspettano i sex workers ad aprire la partita IVA e pagare le tasse in merito, rilasciando la ricevuta fiscale ad ogni rispettivo cliente?

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