Essere sensibili è un dono. Melvin Udall (Jack Nicholson, che per la sua interpretazione ha vinto il premio Oscar) è uno scrittore di romanzi rosa, diametralmente opposto ai personaggi che descrive nei suoi libri: è, infatti, affetto da un disturbo ossessivo – compulsivo che lo porta ad essere intollerante verso le persone (in particolare verso le persone di colore, gli ebrei e i gay), igienista e nevrotico. Vive un rapporto difficile con il suo vicino di casa, Simon (Greg Kinnear), che però affidandogli il suo cagnolino per un breve tempo lo sprona a far riaffiorare i sentimenti e ad affrontare le proprie fobie. Lo scrittore approfondisce poi la conoscenza di Carol (Helen Hunt, anche lei Oscar come migliore attrice protagonista), cameriera nel ristorante in cui si reca ogni giorno. Tra i due nasce una strana ed inaspettata attrazione, che li spinge ad aiutarsi a vicenda e a superare i propri limiti.
La pellicola diretta da James L. Brooks mette in luce i sentimenti veri e salvifici; insegna il valore del dialogo e della comprensione; affronta il concetto di amore e di amicizia in modo tenero e mai smielato. C’è un momento nella vita in cui avviene un cambiamento, e ormai, una volta che quel “qualcosa è cambiato” -appunto- ci si sente predisposti diversamente ad accettare le emozioni. Melvin, scoprendo il valore dell’amicizia, del rispetto e della dedizione, rinasce e riesce perfino a superare alcune delle sue ossessioni scaturite dal suo disturbo. Jack Nicholson interpreta perfettamente un uomo sgarbato, razzista, cinico e volgare, eppure con un cuore d’oro. Lo spettatore ha la sensazione di trovarsi di fronte a personaggi reali ed umani, che affrontano i problemi di tutti: malattie, ristrettezze economiche, solitudine, esclusione. I dialoghi sono realistici, approfonditi.“Qualcosa è cambiato” è film di cui ci si innamora, che spinge a reagire e a cambiare. “Mi fai venire voglia di essere un uomo migliore”, dice Melvin a Carol -in modo tenero ma evitando le citazioni da banale commedia sentimentale- ed è questo che il pubblico apprende dalla visione del film: bisognerebbe imparare ad analizzarsi e a comprendere i propri difetti e i propri limiti, e si dovrebbe avere il coraggio di affrontarli, lasciandosi aiutare e lasciandosi migliorare da chi è in grado di andare oltre l’aspetto superficiale delle cose. Il senso è migliorare se stessi e migliorare al tempo stesso chi è accanto a noi. “Qualcosa è cambiato” consente a chiunque di immedesimarsi in una storia semplice, vera e senza fronzoli; ma soprattutto permette di elevarsi: spinge, infatti, alla crescita e al miglioramento. In un modo fresco ed originale, la pellicola si sofferma anche su temi complessi come la discriminazione, la sofferenza, l’intolleranza. “Qualcosa è cambiato” è un’opera genuina che mostra persone realistiche (e dunque imperfette) e si rivolge alle stesse.
Mariantonietta Losanno