“LE SCARPE DEI MATTI”, COSA RESTA DEL MANICOMIO DI AVERSA 40 ANNI DOPO LA LEGGE BASAGLIA

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a cura di Jenny Longobardi

In basaglia LE SCARPE DEI MATTI, COSA RESTA DEL MANICOMIO DI AVERSA 40 ANNI DOPO LA LEGGE BASAGLIA

Cosa resta del manicomio?

Tra i seminterrati dell’ex manicomio Santa Maria Maddalena di Aversa, cumuli di scarpe impolverate, rotte, rosicate dai topi, spesso spaiate e senza lacci. Come fosse un campo di concentamento tra quel che resta di pezzi di storie smarrite e memorie dimenticate. E’ proprio da qui che ieri, domenica 27 ottobre, ha preso vita  “Le scarpe dei matti”, da dove il cammino dei malati sottoposti a trattamenti di cura volontaria e obbligatoria ha avuto inizio, per un incontro che ha provato a rispondere ad una domanda sottesa da anni: cosa resta del manicomio?

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Foto – una parete dell’ex ospedale psichiatrico di Aversa

“Le scarpe dei matti” infatti è un appuntamento culturale avvenuto all’interno degli spazi silenziosi del nosocomio psichiatrico Santa Maria Maddalena di Aversa, che dopo la chiusura inferta dalla Legge Basaglia del 1978, conserva integra la memoria di quelle stanze, ultime testimonianze immortali della vita dei malati psichiatrici ospitati nella struttura. Già da tempo si è avviato il discorso sulla riqualificazione dei manicomi abbandonati e spesso si è ricorso alla nomenclatura di manicomi culturali. Riaprire questi spazi ancora negati alla cittadinanza, tornare a discutere del presente e del futuro di questi luoghi della reminiscenza rappresenta un tentativo di restituirla al presente ponendo cura nel raccontare le migliaia di vite che hanno attraversato quei corridoi.

Anche per questo, dopo la presentazione del libro nel Chiostro di San Bernardino, è stato eccezionalmente riaperto il cancelletto ancora chiuso, per attraversare la breve stradina di accesso al parco.

realtori in LE SCARPE DEI MATTI, COSA RESTA DEL MANICOMIO DI AVERSA 40 ANNI DOPO LA LEGGE BASAGLIA

All’incontro con Antonio Esposito sono intervenuti Luisa Melillo, assessora alla Cultura del Comune di Aversa, Luigi Carizzone, direttore Dsm dell’Asl di Caserta, Giuliano Ciano della Fattoria sociale “Fuori di zucca”, Dario Stefano Dell’Aquila, ricercatorre foucaultiano,  Giuseppe Ortano di Psichiatria Democratica,  Simmaco Perillo della Cooperativa Sociale “Al di là dei sogni”, Pietro Aloisi, Federazione “La Maddalena che vorrei”.

La giornata di dibattitto ha visto la partecipazione anche della dr.ssa Adele Grassito del Centro Hecate di Casagiove (Ce), che con l’approfondimento della paura del diverso ha allargato la definizione di politiche di genere riportando il focus sul concetto di centralità dell’individuo restituendo dignità alle persone e a tutte quelle vite considerate diverse, come poteva essere la grande poetessa Alda Merini. L’incontro è stato moderato da Nicola Cunto del Centro studi “Le Reali Case dei Matti”.