– rubrica a cura di Silvana Narducci –
Non solo formiche-zombie…E già, così pare! Il caso del quarantenne haitiano Clairvius Narcisse fu un molto noto negli anni ’80 ed oggi è tornato alla ribalta…complice la zombiemania degli ultimi anni…da The Walking Dead a Z Nation. Ma questo è un caso realmente accaduto e documentato. Clairvius Narcisse morì il 2 maggio del 1962, all’Albert Schweitzer Hospital, nei pressi di Haiti, dove si era presentato perché accusava gravi sintomi di tosse acuta, forti dolori e sangue dalla bocca, nonché una febbre altissima. Le sue condizioni peggiorarono in poche ore e i medici ne dichiararono la morte all’1:15 della notte del 2 maggio, a meno di 48 ore dal ricovero. Venne sepolto nella tomba di famiglia alla presenza di familiari ed amici.
Nel 1980 la sorella di Clairvius, Angelina Narcisse, lo riconobbe mentre si trovava al mercato. Egli affermava di essere stato vittima della magia nera, e costretto fino al 1964 (quindi per due anni dopo la morte) a servire un bokor, uno stregone della tradizione vudù. In seguito alla morte del suo padrone, avrebbe girovagato senza meta per altri sedici anni in cerca dei familiari.
La vicenda interessò la BBC, che inviò una squadra sull’isola nel 1981. Le testimonianze di più di 200 persone confermarono che quell’uomo ricomparso dal nulla era davvero Clairvius Narcisse che sosteneva di essere stato cosciente ma paralizzato al momento della sua “morte”. Affermò che era stato portato in una piantagione e tenuto lì come schiavo finché non era fuggito. Per verificare la sua identità fu sottoposto a test psichiatrici e a domande a cui solo un membro della famiglia Narcisse avrebbe potuto rispondere e la conclusione fu che quello era davvero Clairvius. L’antropologo canadese Wade Davis, scoperta l’incredibile notizia, nel 1982 si recò ad Haiti per indagare su questa misteriosa pozione in grado di creare un coma letargico. Davis scoprì che l’intruglio era preparato con un insieme di resti umani e di alcune varietà di pesci di mare, tra cui il pesce palla che contiene la tetrodotossina, sostanza altamente tossica che produce paralisi, rallentamento del metabolismo fino alla morte…e che probabilmente indusse i medici che redassero il certificato di morte dichiarare Clairvius Narcisse morto.
Per quanto riguarda la privazione della memoria, la volontà, la cieca obbedienza agli ordini dello stregone bokor, Davis ed altri studiosi hanno avanzato almeno tre concause. La prima, che la tetrodotossina possa mantenere l’effetto paralizzante su alcuni circuiti del cervello, anche dopo la ripresa dell’attività motoria, in modo da inibire alcune facoltà umane. La seconda, che il bokor abbia somministrato ulteriori droghe ed allucinogeni alla vittima per causare gli effetti sopracitati. La terza, di natura psicologica, tiene conto della considerazione di cui gode il vudù nella superstizione della popolazione di Haiti. Tali input culturali, uniti ad una forte autosuggestione, avrebbero fatto credere a Narcisse di essere davvero un morto vivente. La suggestione sarebbe stata tale da impedirgli una qualunque reazione al presunto sortilegio di cui era caduto vittima.
Questa affascinante storia sulla possibilità della zombieficazione portò alla stesura di un libro di Wade Davis “Il serpente e l’arcobaleno” da cui fu tratto l’omonimo film con Bill Pullman.