UN VERO E PROPRIO SPRECO DI DENARO PUBBLICO CAMUFFATO DA INIZIATIVA TESA ALLA VALORIZZAZIONE E ALLA PROMOZIONE DEL SITO LEUCIANO
– di Federico Grimaldi –
Dobbiamo complimentarci con l’assessora Tiziana Petrillo per la capacità dimostrata nell’adattarsi alle spregiudicate manovre per assestare il potere e garantire gli amici vicini a questa amministrazione. Perché con quest’ultima idea, amplificata e trasformata in delibera, possiamo tranquillamente affermare che l’assessora se le inventa tutte pur di accontentare il suo sindaco. La Petrillo non è nuova a palazzo Castropignano, già in epoca Falco frequentava le stanze del potere, la bella ingegnera o “ingegneressa” era un riferimento professionale per l’allora sindaco, tanto è vero che l’attuale, non si è fatto scappare l’occasione di chiamarla a sé, addirittura come assessore, mettendo alla porta, la pur brava, ma sicuramente meno avvenente, professoressa Daniela Borrelli. La Petrillo si è subito adeguata al modo di fare politica in uso a Caserta, dove la buona amministrazione passa in second’ordine, rispetto alla stratificazione e al consolidamento della clientela elettorale e dei rapporti di forza all’interno del consiglio, e nell’ottica del c’è posto per tutti e accontentiamo la qualunque, così come sicuramente consigliata dal suo mentore, nonché sindaco Carlo Marino, essa si inerpica in proposte assurde che vengono votate da quella giunta di eccellenze che guida e amministra questo sgangherato comune. Giunta, le cui sedute assomigliano più ad un trailer de L’aereo più pazzo de mondo, piuttosto che ad un momento amministrativo in cui si decidono le azioni di governo per la città. Perché a Caserta, la giunta non è più che una formalità, un rito, una pausa caffè, in realtà non c’è niente da dire, si vota e basta, è tutto già preconfezionato, e tra un timido “ha detto papà”, un giro di caramelle, un reflusso gastrico che dichiara il lauto pranzo di qualche assessore, debitamente corredato da ricevuta fiscale (magari rimborsabile), questa si riduce a qualche chiacchiera che riempie lo spazio tra i saluti di benvenuto e quelli di commiato. Poi ognuno per la sua strada, chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato, ma state tranquilli che ad avere hanno avuto un po’ tutti, anche quei consiglieri di maggioranza che per un piccolo periodo si erigevano a paladini della res publica, e che poi visto l’andazzo, e magari consigliati da qualche marpione che fa finta di stare in opposizione, si sono accontentati … anzi magari sono stati accontentati! E ci vogliamo meravigliare che questi adesso vogliono dare in gestione, perché di questo si tratta, il Real Sito di San Leucio? Sito UNESCO e patrimonio dell’UMANITÀ. Perché in realtà San Leucio, e nello specifico il Belvedere, è sì facente parte del patrimonio immobiliare a disposizione del comune, ma estrinsecamente è di tutti, non è né dei leuciani, nemmeno dei casertani e tanto meno di un poltronificio camuffato da fondazione. Ma veniamo alla Mandrakata della coppia Petrillo-Marino, che resasi conto delle difficoltà nel far digerire al consiglio comunale una proposta così balzana, ha pensato bene di allargare il CdA, raddoppiandone i membri, così da dare spazio anche ai consiglieri nella spartizione. Qualcuno insinua, ma sicuramente sarà un maldicente, che il ruolo del presidente o del direttore siano già stati “promessi” ad un esponente di una nota famiglia leuciana, molto radicata a palazzo Castropignano, e che da sempre ha avuto mire sulla gestione del complesso monumentale. Per gli altri posti, invece, sono in corso le trattative, così come per le probabili assunzioni, che saranno squisitamente arbitrarie visto che trattasi di un ente che opera in regime privatistico: e allora, ricchi premi e cotillon! Perché se non lo avete capito, questi signori si stanno spartendo almeno una quindicina di lauti stipendi, alla faccia vostra e con i soldi vostri. Il complesso monumentale di San Leucio è sempre stato una nota dolente del bilancio finanziario del comune di Caserta, in effetti le entrate coprono solo una piccola parte dei costi relativi alla gestione del bene, costi che gravano pesantemente sul bilancio dell’ente comunale, e farebbero bene i consiglieri comunali a verificare tali appostamenti, di quel bilancio che a volte con troppa leggerezza e magari senza nemmeno averne letto una pagina si trovano a votare, magari per cieca obbedienza o per opportunità. Se la sostenibilità del bene in questione è già compromessa, far gravare su questo ulteriori costi dovuti a inutili stipendi, per inutili cariche e per una inutile fondazione … ebbene questo è pane per la Corte dei Conti. Qualcuno obietterà affermando che già sono pronti investitori per finanziare la fondazione, magari si tratta di qualcuno che è in odore di affrontare un investimento importante nel borgo? Qualcuno che il sindaco si è sperticato a ringraziare pubblicamente durante una delle ultime conferenze stampa? Questo lo vedremo, anche queste, seppur lecite intenzioni, saranno e dovranno essere sicuramente e necessariamente monitorate, perché, e questo lo ricordiamo al sindaco e all’assessora, il Belvedere di San Leucio e il borgo tutto sono patrimonio dell’umanità, e non del comune di Caserta.