RECALE (CE) – A giugno il primo post su Facebook. Caduto nel vuoto come, finora, tutti i tentativi di intessere un dialogo costruttivo per salvare l’idea e i soldi raccolti tra i cittadini. Oggi, il Gruppo “Il Sogno” Recale ritorna a sollecitare don Carmine Ventrone e il vescovo della Diocesi di Caserta Giovanni D’Alise a rendere note le loro decisioni in merito al destino del Ramo Onlus della Parrocchia Santa Maria Assunta di Recale, correlato al progetto denominato, per l’appunto, “Il Sogno”, che si prefigge di realizzare una struttura polifunzionale che possa accogliere tutte le attività della parrocchia (e non solo). Un progetto ambizioso e di fondamentale importanza per la parrocchia stessa, in quanto sprovvista di locali che è costretta ad affittare con il contributo della comunità, e per la cittadina, che non possiede strutture dedicate all’aggregazione sociale, in particolare a quella giovanile. Un progetto che ha tra le sue finalità il benessere e salvaguardia dei bambini, ragazzi e giovani di Recale, ai quali nessuno pare voglia dare la dovuta importanza e attenzione. «A distanza di quattro mesi – scrivono i volontari del Gruppo “Il Sogno” –, siamo costretti, ancora una volta, a comunicare l’assoluta assenza di risposte in merito a quali possano essere le reali motivazioni che spingono parroco e vescovo a mettere in discussione la sopravvivenza della onlus parrocchiale e, di conseguenza, dell’intero progetto a essa collegata. Ribadiamo, reali motivazioni, poiché quelle condivise finora con noi, si sono tutte rivelate di facile risoluzione. Ciò che, più di tutto, desta la nostra preoccupazione – aggiungono – è che un’eventuale decisione di chiusura porterebbe a una perdita parziale, se non addirittura totale, dei circa 90mila euro raccolti grazie al sacrificio e alla generosità di tanti recalesi. La somma in questo momento risulta bloccata su un conto corrente intestato alla parrocchia in quanto il parroco non ha ancora formalizzato il cambio della rappresentanza legale. Restiamo fiduciosi – concludono – che quanto prima arrivi qualche risposta, che, in nome della trasparenza che ci ha sempre contraddistinto, sarà resa nota attraverso i vari mezzi di comunicazione».