SINTESI DI UN FALLIMENTO POLITICO FATTO DI GUERRA TRA BANDE, CAPI, CAPETTI E VICESOTTOCAPISCHIAVI

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LE LACRIME DI COCCODRILLO DEL SEGRETARIO CITTADINO DEL PARTITO DEMOCRATICO ENRICO TRESCA PER LA NON AMMISSIONE DELLA LISTA DEL PD ALLE PROVINCIALI IN UN POST SU FACEBOOK

  – di Federico Grimaldi –cochi e renato 19.09.19 SINTESI DI UN FALLIMENTO POLITICO FATTO DI GUERRA TRA BANDE, CAPI, CAPETTI E VICESOTTOCAPISCHIAVI

Ma di cosa si meraviglia Enrico Tresca, quello che è accaduto non è altro che il prevedibile epilogo di un modo di fare politica che avrebbe fatto inorridire anche i più maldestri, corrotti e inciucioni dirigenti della sezione “Stalin” del PCUS di Mosca. Un gioco vergognoso di “bacchette” e trappole, accompagnato da un contorno di slealtà, scorrettezza e disonestà intellettuale, roba da far sembrare quelli di Gomorra delle educande. Una corsa ad accaparrarsi la posizione, l’incarico, magari doppio se non triplo. Avidi di potere, ma non per logiche politiche, perché i principi fondativi di quello che si definisce almeno nel nome come un partito DEMOCRATICO, sono inequivocabilmente disattesi, se non ignorati e sconfessati, da chi ha fatto della politica un mestiere. Il PD casertano è un partito esclusivo, non meritocratico e fortemente radical chic, anche se di chic ha poco, ma si basa su di una gestione quasi massonica di quelle che sono le prebende che da questa “loggia” possono scaturire, premialità che ovviamente non tengono conto della meritocrazia e dell’impegno politico, ma di altre componenti che è facile immaginare. Adesso, fanno finta di scandalizzarsi?! Finta, perché è talmente intrigata la rete dell’inciucio che nulla che appare è reale, e può darsi che colui che piange è in realtà il vero carnefice dell’agnello sacrificale di turno. In genere paga sempre il più giovane, quello più inesperto, quello che ancora non è entrato appieno nelle maglie di quel sistema del “Io so che tu sai che io so” che diventa una sorta di garanzia, una clausola sullo sputtanamento, pratica descritta memorabilmente da Cochi e Renato, e che serve … e come se serve! E allora se sei stato funzionale, diventi indispensabile, anzi intoccabile, un ingranaggio efficiente all’interno del partito. Ma la gente se ne è accorta, e per quanto il marchio PD tiri ancora elettoralmente, dove se ne è fatto cattivo uso i nodi verranno al pettine. E non serve cambiare partito, basterebbe cambiare la classe dirigente, tutta, senza se e senza ma. L’invito di chiarimenti del segretario cittadino a quello provinciale, ci fa sorridere, un miserevole tentativo di scarica barile che non crediamo sortirà risultato, sarebbe stato più onorevole rimettere tutti le dimissioni irrevocabili, e non quelle di facciata, e far parlare la base, ma quella vera e non quella fatta dalle tessere nei cassetti. Ma questo non avverrà mai, la poltrona serve e ci si sta comodi … fino a quanto dura.

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