(f.n.) – Aorn, quante belle videocamere ci sono in giro! …vuoi vedere che qualcuno si è lasciato prendere la mano dalla sindrome dell’agguato e ne ha piazzata qualcuna in più, magari abusiva…? Per esempio… quella bella videocamerina che dà prova di sé sulla parete, in alto, proprio in direzione della stanza del capodipartimento e direttore della UOC di Chirurgia Generale ed Oncologica, al 5° piano del padiglione F, non sarà per caso abusiva?, ahiahiahiahiahi…proprio il direttore della Uoc di Chirurgia, che sparge consigli a destra e a manca, che offende il nostro lavoro…ha fatto montare una videocamera abusiva?, e per fare cosa?, per controllare chi o che cosa?, o per dimostrare cosa e a chi?, e la privacy di un reparto dove la collochiamo?, in cima alla lista delle cose da riesumare quando è conveniente farlo?…,cose e pazz… Quando si “inciucia” o si sparla o si insinua…le “carte” devono essere a posto, gli scheletri nell’ossario e gli indumenti negli armadi, altrimenti si rischiano figure da quattro soldi e non solo…Capita infatti che le varie anomalie, sulle quali volutamente e pietosamente avevamo deciso di glissare, tornino alla ribalta, perché chi colpisce a tradimento, non merita considerazione alcuna. Non vogliamo indugiare sui meriti professionali del direttore e capodipartimento di cui sopra, perché tutto sommato ci interessa assai poco e finché in reparto c’è il chirurgo Antonio Iannucci, siamo tranquilli e non vale neppure la pena di stare a fare la conta annua, degli interventi chirurgici del primario o riesumare i favoritismi storici, che gli hanno consentito di ricoprire il ruolo attuale. Detto questo e per tonare alla videocamera, presumibilmente abusiva, la domanda sorge spontanea: … solerzia ed esigenza di sicurezza, nobili motivazioni che hanno, probabilmente ispirato la decisione del primario, di installare la videocamera “abusiva”, in quale angolo recondito si erano rifugiate, quando qualcuno ha tranquillamente fotocopiato una cartella clinica, quindi i dati sensibili di un paziente, proprio in quel reparto e l’ha inviata in Regione, con il chiaro intento di nuocere a qualcun altro?, forse la videocamera in quel momento era opportunamente spenta?, o peggio ancora… era regolarmente accesa ed il filmato è andato in autocombustione? La differenza tra i brutti sporchi e cattivi come noi ed i buoni, bravi e belli come il direttore della Uoc di Chirurgia generale, sapete qual è?…noi parliamo in pubblico e lui sparla in privato. Hasta la vista companeros!
Onestamente non capisco una cosa anzi due anzi tante il paziente dopo aver posizionato il picc e’ andato a fare un Rx di controllo accompagnato dalla cartella clinica e si presume che bei giorni a seguire abbia fatto altri esami strumentali , scusate perché continuate a dire che la copia è stata fatta in reparto ? Potrebbe chiunque averla fatta , e perché implicata la caposala che era a casa? Ci sono tante persona che hanno avuto tra le mani la caertella
Un’altro quesito , visto che è una manovra infermieristica impiantare il picc ad un paziente perché viene fatto fare senza autorizzazione solo ad un infermiere e non ad altri che hanno la stessa preparazione e lo stesso master?
Altro quesito , se tutto ciò che abbiamo Fin ora letto a favore del linfermiera indicato potesse passare per lecito , scusate mi sapete dire dove si trova il lecito che uno fuori servizio viene apposta da casa per impiantare un picc?? Allora perché non li fa sempre ?? La vogliamo finire con questo clientarismo?? Solo gli amici degli amici possono ed hanno il diritto di essere curati ed ossequiati ??
È veramente disgustoso tutto questo
Scusate lo sfogo
Poi non ricordo chi ha scritto della rimozione del sacchetto delle urine, al professore specializzato in difesa del prossimo voglio dire che la rimozione del sacchetto delle urine e’ mansione dell’oss impara quale sono le tue mansioni prima di puntare il dito verso qualcuno ,
Scusate l’intromisdione
NB per i professori d’italiano scrivo non rileggo ho cell piccolo e non vi ceco so viecchij
Statv buon
Probabilmente senza occhiali non ha letto nemmeno bene i commenti precedenti. Ma è meglio chiudere qua perche a lavare la testa agli asini ci si perde l’acqua e pure il sapone
Gli infermieri hanno professionalità da vendere, ma non per questo devono oltraggiare le regole, spingersi con mezzi propri per farsi strada in strutture pubbliche dove tali attività devono essere autorizzate. Dunque , tutti quelli che credono che si può fare quello che si vuole hanno sbagliato non solo paese ma non faranno mai strada resteranno sempre mediocri . Rispettare le leggi, le strade ed i modi e troverete lo sbocco a quanto dite di sapere fare. Diversamente domani mi trovo un soggetto in sala operatoria che solo perché nell usare il bisturi per una tracheotomia salva il paziente , non significa che è medico specialista chirurgo autorizzato. Chiaro, o volete coprire quanto di losco si può immaginare dove si fanno cose , in corsia, senza essere autorizzati? Vergognatevi se avete rispetto per chi soffre ammalato.
Cara Maria se tu accetti che uno non qualificato e non autorizzato viene a mettere i pic a tua madre in uno ospedale pubblico dove io pago le tasse , è solo un problema tuo, di ignoranza e incapacità di vedere la realtà . Poi caro Gennaro se rispondi hai capito , quindi questo livello culturale ti è bastato. Uguale a chi fa il tifo per la illegalità .
Se ricordo bene, leggendo articoli e commenti da aprile ad oggi , non si è potuto sapere il motivo per cui il C D P non si è espresso sull’ episodio grave relativo all’aggressione verbale e quasi fisica, insultii , minacce e ingiuria sul posto di lavoro, in pubblico, a discapito di un dipendente in ORL in servizio il 6 aprile u.s. , eppure ieri ho letto on line una delibera ” aggiornamento regolamento procedimenti disciplinari area comparto”. Sarà stato tutto occultato ? Non credo.
Egregio sig nicola sono le persone come lei che rovinano la categoria e la sanità italiana . Le regole ed i protocolli vengono fatte da professionisti che lottano per l’emancipazione di una categoria e per il progresso della scienza. Probabilmente lei è ancora uno di quegli infermieri che non sa cosa sia l’uso e la gestione di un picc, uno di quelli che aspetta il medico per fare un prelievo arterioso, uno di quelli che fa l’insulina prima di mangiare senza saper valutarne l’effettiva necessità. Studi e provi ad avere un po più di dignità professionale. E non si faccia strumentalizzare da chi nonostante tutto dovrebbe volere solo il bene della categoria e non vendette personali
Cara Maria, io non la conosco ma ogni volta che lei scrive un commento, io mi riconcilio con il mondo ospedaliero. Grazie per l’attenzione intelligente che mostra nei confronti di ciò che pubblichiamo. Grazie da tutta la redazione di Appia Polis. #iostoconmaria
Grazie a lei per essere la voce dei più deboli
Le regole esistono e per tutto bisogna chiamare le cose per il loro nome. Guardare le cose e parlarne apertamente non è giudicare. Ci chiediamo perché per qualcuno dovremmo essere pietosi e dimenticare e per altri essere spietati e cattivi. Non c è bisogno di dire chi siamo , e non è vigliaccheria , lasciamo solo spazio al quadro non alla cornice . Non interessa a nessuno chi siamo , ma a parecchi interesserebbe leggere solo la obiettività non le illazioni e i perdoni gratuiti che non competono a chi vive di informazione. La salute degli ammalati è una cosa seria e lo sa un direttore che guida un ospedale e lo sperano i familiari degli ammalati . Tutto il resto cartelle cliniche, pic per giochi di potere, informativa a tradimento non interesssano gli ammalati. E ci vergogniamo che interessano a chi fa informazione.
Adesso sì che siamo commossi…Grazie.
Ma che si è fumato? Ma che sta a scrivere?
È gravissimo che si scrive per difendere qualcuno, chi porta notizie . In mezzo alla strada si possono usare tutti i metodi gli strumenti per salvare persone. In una azienda pubblica noi vogliamo sapere perché non era presente il medico incaricato a mettere i pic pagato per questo e autorizzato. Anche negli ospedali da campo ci sono le regole e si sa chi fa cosa, a Caserta no. Non è neppure un ospedale allora perché chiunque va entra e pratica per amore della gente. E noi paghiamo chi di dovere . Andate a casa vostra a fare queste cose.
Lei ha fatto nomi e cognomi quindi consenta agli altri di dire ciò che pensano. Sia chiaro quando scrive e soprattutto quando accusa. Le regole ci sono dappertutto…il problema consiste nel fatto che nessuno le rispetta e fare nomi e cognomi non mi sembra il massimo della correttezza. Chi ha qualcosa da eccepire o denunciare lo fa con coraggio e apertamente e non scrive a tradimento all’ organo superiore….questo a proposito di regole…
E adesso basta così.
La mia domanda da infermiere professionale è: se sei un imbecille o ci fai. Mettere un picc è nelle capacità e responsabilità di un infermiere. Usare una strumentazione non per fare diagnosi è nelle possibilità di un infermiere. Conosci le tue capacità professionale oppure sei solo un infermiere che da le compresse gialle e rosse sul comodino al paziente e svuota la sacca delle urine senza nemmeno saper valutare diuresi,colore ed eventuali alterazioni
Leggendo come scrive in italiano si comprende bene il suo livello culturale per cui capisco la sua invidia e gelosia professionale nei confronti di uno dei pochi colleghi casertani che sa impiantare un PICC. Studi ma studi molto e poi potrà denunciare abusi professionali. P.S. se il consiglio procedimenti disciplinare lo ha scagionato vuol dire che siete proprio dei coglioni a non sapere quali sono le vostre competenze
Gentile Nicola, grazie per avere commentato. Mi consenta una piccola osservazione: a me risulta che qualcuno abbia fotocopiato una cartella clinica con un intento preciso, l’abbia inviata alla Regione con relativo commento di parte…e sempre con un intento preciso…Grazie a lei, gentile Nicola, oggi, sia io che i nostri lettori conosciamo il nome della persona che è stata vittima di quel vergognoso disegno. Non conosco il tipo di pic che lei cita, il tipo “abusivo” ma conosco, per esperienza familiare, il contesto al cui interno si determina la necessità di impiantare un pic. Immagino, visto che la vicenda si sarebbe svolta all’interno di un reparto e non nel parcheggio del Sant’Anna, che sia stata determinata da una esigenza “ufficiale” e che sia stata opportunamente documentata. L’orario ha poca importanza dinanzi alla necessità di un malato, immagino che lei sia d’accordo. Inoltre, le chiedo…poiché stiamo parlando di una operazione che presuppone la presenza di un paziente ricoverato, mi spiega il motivo per il quale, questo ipotetico controllore e portatore di legalità, che ha fotocopiato la cartella ed inviata alla Regione, pontificando su ipotetiche illegalità, non ha provveduto nell’immediato ad esibire tutta la sua smania di trasparenza, chiedendo, qualora ne avesse avuto il diritto, a chi di dovere, cosa stesse accadendo e se per caso qualche ammalato avesse avuto bisogno di un qualsiasi intervento?, a meno che il predestinato che lei identifica con Prata non abbia l’abitudine di girare per l’Ospedale con un ecografo in tasca per consentire ai fotocopiatori di turno di “beccarlo” quando lo esibisce e per chiedere ai malati se per caso abbiano bisogno di un impianto abusivo di pic. Questa storia, sulla quale imprudentemente continuate ad insistere, ha fatto abbastanza pietà, a prescindere, per ciò che presuppone e che non ha nulla da dividere con ciò che si continua a millantare vergognosamente: la trasparenza e la legalità. MI sembra di capire che l’ordine fosse: fregate Prata, a qualunque costo! o no? Io non so chi abbia pagato o sia stato punito per questa schifezza ai danni di un collega, ma io punirei innanzitutto il mandante, lei cosa ne pensa? Grazie
Il consiglio disciplinare si è espresso, dopo aver approfondito com testimonianze, atti e documenti.
Dopo la vergogna verrebbe il silenzio.
Buona giornata
Signora nardi Ha fatto giusta osservazione con la telecamera nel reparto non ha visto chi ha fotocopiata la cartella?
Ma la cosa più grave non ha visto che l infermiere Prata entra alle ore 21.00 nel reparto per impiantare il picc con ECOGRAFO. Proprio e fuori orario di servizio. Vogliamo mettere a tacere tutti gli abusi palesi? Sono stati sotto posti a consiglio disciplinare primario medico, caposala e l infermiere che adoperava il pic, quando poi dalle telecamere avrebbero dovuto sapere chi aveva operato per fare le fotocopie e poi avrebbe dovuto vedere il Prata che con ECOGRAFO proprio entrava.
Per salvare tutti
Primario, medici e picc abusivo compreso, pensa condannano solo la caposala che stava a casa da due giorni.
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