OdM CASERTA: LA DICHIARAZIONE DELLA DOTTORESSA BOTTIGLIERI SULL’INCONTRO CON L’ESECUTIVO FNOMCEO

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Foto gruppo con FNOMCEO OdM CASERTA: LA DICHIARAZIONE DELLA DOTTORESSA BOTTIGLIERI SULLINCONTRO CON L’ESECUTIVO FNOMCEOCASERTA – Si è tenuto a Napoli l’incontro dell’Esecutivo nazionale della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, con il Coordinamento degli Ordini dei Medici della Campania. Questo il resoconto dell’iniziativa nella dichiarazione della dottoressa Maria Erminia Bottiglieri, presidente dell’Ordine provinciale dei medici – chirurghi e degli odontoiatri di Caserta e referente dell’Area Strategica Professione della Fnomceo:

maria erminia bottiglieri OdM 1 150x150 OdM CASERTA: LA DICHIARAZIONE DELLA DOTTORESSA BOTTIGLIERI SULLINCONTRO CON L’ESECUTIVO FNOMCEO«È stata una giornata molto intensa e ricca di emozioni. Il coordinamento degli Ordini dei Medici della Campania ha invitato l’esecutivo nazionale della Fnomceo (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici) a partecipare a un incontro che si è svolto prima presso alcuni ospedali napoletani, poi presso la sede dell’Ordine dei Medici di Napoli. Qui l’esecutivo ha incontrato i consiglieri dei cinque Ordini campani per dibattere su alcune problematiche della professione. Per l’esecutivo sono intervenuti i massimi esponenti nazionali: il presidente Filippo Anelli, il vicepresidente Giovanni Leoni, il segretario Roberto Monaco, il tesoriere Gianluigi D’Agostino ed il presidente della Commissione albo odontoiatri Raffaele Iandolo, che è anche il presidente Cao dell’Ordine dei Medici di Avellino.

I tre ospedali visitati, simbolo di diverse problematiche sono stati: Santobono-Pausillipon, Vecchio Pellegrini e Ospedale del Mare. Nel primo siamo stati accolti con grande calore dalla Direzione Strategica, che ci ha fatto visitare i luoghi dove era stata curata la piccola Noemi, che per fortuna ha ripreso una vita più o meno normale. Per me entrare in quell’ospedale ed incontrare i colleghi che sono riusciti a salvare la vita alla bambina è stata una grande emozione. Si sono avvicendate delle sensazioni di tipo diverso, pensando al grande lavoro ed ai tanti bambini curati in quell’ospedale che rappresenta un’eccellenza. Dobbiamo ringraziare i colleghi che si prodigano con tanta dedizione quotidianamente. Quello che abbiamo notato in questo ospedale pediatrico è che c’è una strutturazione che consente non solo la presenza dei genitori accanto ai piccoli pazienti, ma permette anche un coinvolgimento e un rapporto medico-paziente diverso da quello che c’è nell’adulto: si crea un ambiente familiare e coinvolgente, pieno di calore, che fa sentire a casa propria i bambini.

Dopo la visita al Santobono siamo passati all’ospedale Pellegrini, dove ci ha accolto il Direttore Generale dell’Asl Napoli 1 Centro, l’ingegnere Ciro Verdoliva. Abbiamo preso il Pellegrini come ospedale simbolo per la violenza. Qualche mese fa qui si è verificato un increscioso episodio in cui una persona è entrata e ha cominciato a sparare nel pronto soccorso, mettendo a rischio la vita di utenti e di dipendenti presenti in quel momento. Ci siamo resi conto che è una realtà difficile, è un ospedale che sta nel cuore della città, in una posizione veramente complicata. Ci sono tantissime guardie giurate, ma non so fino a che punto si possano evitare altri episodi di violenza. Il Presidente Anelli è intervenuto, esprimendo l’auspicio che il nuovo ministro della Salute possa portare a termine quelle leggi e quelle normative che da anni andiamo chiedendo. Io sostengo che questo è il terzo ministro che cambia, dopo le ministre Lorenzin e Grillo, ma le leggi che abbiamo chiesto non sono state ancora portate a termine. Le violenze si verificano, purtroppo, in tutti i nostri Ospedali, quelle verbali sono quotidiane e non avvengono esclusivamente nel pronto soccorso, ma anche negli ambulatori e nei reparti di degenza. Abbiamo chiesto di rimettere il drappello di polizia, oltre alle guardie giurate che già ci sono, l’inasprimento della pena, il riconoscimento della figura di pubblico ufficiale, ma accanto a queste azioni che possono risolvere in parte il problema, si deve cambiare la cultura dei cittadini e si deve cambiare il rapporto medico-paziente. È un lavoro molto più ampio, molto più complicato, in cui viene coinvolto non solo il medico, non solo il professionista sanitario, ma vengono coinvolte l’educazione e la formazione dei cittadini.

L’ultima tappa è stato l’Ospedale del Mare, sempre accompagnati dal Direttore Generale della Napoli 1 Centro Ciro Verdoliva, un ospedale nuovo, recentemente costruito. Abbiamo visitato la centrale operativa del 118 diretta dal dottore Giuseppe Galano, molto attiva e ben organizzata, e abbiamo visto come lavorano gli operatori del 118, anche loro quotidianamente vittime della violenza.

Dunque, tre realtà completamente diverse, tre emozioni e stati d’animo completamente diversi.

Siamo tornati alla sede dell’Ordine di Napoli, dove ci aspettavano i consiglieri giunti dai vari Ordini che hanno avuto la possibilità di parlare con il Direttore e l’Esecutivo della Fnomceo. Sono stati dibattuti vari problemi: dalla violenza sugli operatori sanitari alle cause che vengono intentate nei confronti dei professionisti da parte di associazioni di avvocati che utilizzano tutti i mezzi pur di convincere il cittadino a denunciare. È stato affrontato il problema gravissimo della carenza del personale che si riscontra soprattutto nei nostri pronto soccorso, partendo da quello che è accaduto in Veneto nell’agosto di quest’anno, allorché il Presidente della Regione aveva deciso di assumere 500 neolaureati senza alcuna esperienza e mandarli in pronto soccorso. È stato sottolineato a tal proposito che, al di là dei neolaureati, i medici che vanno in pronto soccorso devono essere formati per l’urgenza e devono avere le opportune competenze. Non possono, infatti, essere impiegati i medici degli altri reparti e gli specialisti di altre branche che non hanno la formazione adeguata, cosa che purtroppo accade in diversi ospedali. In tal modo si espone a grave rischio la salute del cittadino. Si è anche parlato di organizzare il territorio, sia la medicina generale che la guardia medica, in modo da ridurre gli accessi in pronto soccorso.

Io mi sento soddisfatta perché è stata una giornata bellissima dedicata a questi ospedali e magari si potesse ripetere l’esperienza anche nelle altre province per poter dare così ai tanti colleghi il messaggio che l’Ordine dei Medici, dalla Federazione Nazionale alle strutture provinciali, c’è, è presente, e tutti combattiamo questa battaglia contro la violenza e non solo. Costantemente cerchiamo di sollecitare le istituzioni sulle tante problematiche, però, purtroppo, ci sono dei tempi e delle situazioni che non dipendono da noi».