I regi lagni, una annosa questione di cui ancora non si vede la soluzione. Pasquale Iorio, presidente de Le Piazze del Sapere pone l’attenzione sul problema che ciclicamente riemerge.
“La notizia diffusa oggi da Informare del nuovo sequestro delle griglie alla foce dei Regi Lagni da parte della magistratura è l’ennesimo allarme di una emergenza sempre più grave: quella dell’inquinamento dei nostri canali e fiumi, che scaricano a mare tanti veleni.
La situazione rimane particolarmente grave e pesante nel caso dei Regi lagni, una cloaca infernale a cielo aperto. Uno dei casi più scandalosi a livello europeo di inquinamento e di ammorbamento dell’ambiente, di avvelenamento delle popolazioni e dei comuni attraversati dai canali di epoca borbonica. Dopo tante denunce ancora non sono stati fatti gli atti amministrativi e tecnici per avviare un processo di bonifica e disinquinamento. Ad oggi tutti continuano a sversare rifiuti (spesso tossici) in questi canali, a partire dai comuni fino alle fabbriche che sono insediate lungo il percorso.
Ne sono un esempio un’altra indagine avviata nei confronti dell’ASI (Area Sviluppo Industriale) ed il rinvio a giudizio dell’ex sindaco di Castel Volturno. Come ci rivelò qualche anno fa il procuratore della Repubblica di S. Maria CV i primi ad essere fuori legge sono i comuni: su ben 104 della nostra Provincia, solo uno (nel Matese) ad oggi risulta in regola con le norme per sversamento e bonifica delle acque reflue.
Per questi motivi i Regi Lagni rimangono una sorta di fogna a cielo aperto, dove tutti/e sversano veleni tossici (anche una buona parte di comuni dell’area metropolitana di Napoli). Ad appesantire la situazione sono le condizioni di obsolescenza dei vecchi depuratori installati lungo il percorso dei canali, fatti con vecchie tecnologie. In alcuni casi finiscono per diventare loro stessi fonti di inquinamento aggiuntivo. Di fronte a queste evidenze occorre uno scatto della mobilitazione delle istituzioni e delle stesse associazioni, a partire dal nuovo Osservatorio Civico e ambientale che è stato istituito presso la Provincia di Caserta.
Nello stesso tempo spetta alla Regione riattivare un tavolo di emergenza per avviare progetti e piani concreti di bonifica delle nostre terre. Purtroppo ancora non siamo usciti dal disastro che rimane incombente dall’epoca dei rifiuti, con le montagne di eco balle che rimangono ben in vista a ridosso di Carditello e dei comuni della fascia aversana, fino a Capua e Villa Literno. E pensare che ci sono ancora cosiddetti esperti che tendono a sminuire, a ridurre la dimensione del fenomeno a fatto fisiologico. Non ci possiamo salvare la coscienza con qualche dato. Il danno è sotto gli occhi, il disastro dei veleni e dei fuochi rimane ancora come connotazione di emergenza, di vero disastro ambientale e va affrontato come tale.
Come rete di associazioni del terzo settore cercheremo di fare la nostra parte, in primo luogo per far crescere e diffondere una nuova cultura ecologica, di cura e rispetto dell’ambiente da porre a base di ogni progetto di sviluppo locale e di crescita ecosostenibile. Su questi temi ci impegneremo con gli eventi e gli incontri che organizzeremo sul litorale domiziano e a livello provinciale con le Piazze dei Sapere”.