(f.n.) – La rituale litania del “…tutto a posto, abbiamo risolto…” dopo la breve pausa dell’interregno all’ASl, è ricominciata…rinvigorita dalle ferie che qualcuno ha goduto e resa ancora più urticante per coloro che le ferie se le sono soltanto sognate…A margine del licenziamento dei sette anestesisti del P.O. San Rocco, alla cui sostituzione nei tempi utili, nessuno aveva provveduto e che ha letteralmente paralizzato l’Ospedale San Rocco, oggi in un tripudio di approssimazione ed ipocrisia, dalle segrete stanze dei bottoni dell’Asl giunge l’eco tonante di una voce che parla di soluzione, di ripresa e addirittura di normalizzazione…Dal primo settembre pare che tutto tornerà alla normalità….Infatti, secondo una certa scuola di pensiero, sostituire sette anestesisti con quattro, significa normalizzazione. È appena il caso di sottolineare che, con le parole, la direzione generale dell’Asl ha giocato abbastanza e che il nuovo manager, non potrà consentirsi margini dialettici eccessivi, se riflette seriamente sul disastro evidente. La denuncia riportata da Sky Tg24, del dottor Leonardo De Rosa ginecologo del San Rocco, crollato fisicamente dopo un tour de force disumano, 60 ore settimanali e sei giorni di reperibilità, ha valicato i confini di questa terra, asfissiata dalle contraddizioni ed ha giustamente ufficializzato a livello nazionale, le condizioni in cui il personale interno all’Ospedale sessano, è costretto ad operare. Qualcuno parla di normalizzazione e di problemi risolti… il reparto di Rianimazione di fatto è aperto ma… il personale residuo è ai minimi storici ed al suo interno non vi sono pazienti ricoverati. Le carenze strutturali, in termini di attrezzature e personale dei reparti di Cardiologia, Medicina, Radiologia, Ginecologia, Pronto Soccorso e via dicendo, sono stati superati quindi?, o continueremo a giocare con le parole all’infinito, pensando che i problemi consolidati del Presidio, possano essere dimenticati con l’applicazione dei cerotti colorati e dei coreografici tamponi applicati su un Ospedale che sanguina?, forse non è ancora ben chiaro che all’interno del San Rocco si procede, in senso figurato, a suon di cerotti e tamponi? Non sarebbe il caso, quindi, di affrontare in maniera seria e professionale, una volta per tutte, il problema della distribuzione delle risorse umane tra i vari presidi afferenti all’Asl di Caserta?, e se a qualcuno pungesse vaghezza di elaborare un piano che preveda la normalizzazione delle attività?,…qualcuno ritiene forse che sarebbe sacrilego anche soltanto pensarlo? Purtroppo si ha la drammatica impressione che siano cambiati i suonatori, ma lo spartito musicale cui ispirarsi, sia sempre e soltanto lo stesso. Hasta la vista companeros de merienda!