di Enzo FalcoBaracca, Boccuccia Liscia, Boccuccia Spinosa, Pellecchiella, Portici, Ceccona, Palummella, Vitillo, San Castrese, Fracasso, Cafona, Baracca, Prete, Prete bello, Taviello, San Francesco, Setacciara, Acqua di Serino, Prevetarella sono solo alcune denominazioni e varietà di Albicocca Vesuviana delle oltre 100 antiche varietà, interamente autoctone tutte nel Parco Nazionale del Vesuvio…. so’ ‘e crisommole…
Per quanto le 100 varietà selezionate in tantissimi anni assicurino una maturazione differenziata (l’intelligenza della cultura contadina è emblematica), alla fine il coltello dalla parte del manico ce l’hanno gli industriali della trasformazione e la grande distribuzione. Chi rimane in difficoltà è sempre e comunque il contadino.
Il contadino, infatti, aspetta un intero anno per fare reddito con la raccolta della frutta estiva, ma quest’anno la grandine, la pioggia e il freddo hanno creato danni sulla quasi totalità della frutta. “Ci sono piccole macchioline che ne compromettono il commercio sui mercati – afferma Libera Feola, storica produttrice di frutta in quel di Somma Vesuviana – drogati dell’estetica del prodotto”.
Peggio ancora il rapporto con l’industria.
Quest’anno quelle spettacolari varietà di albicocche vengono pagate 0.05 euro al kilo quelle raccolte a terra e 0.08 euro al kilo quelle raccolte sugli alberi. Ovviamente sui mercati importanti quelle stesse albicocche sono vendute fresche a 5 euro al kilo, o a 3 euro i succhi di frutta, almeno dove c’è la frutta vera dentro.
Grande distribuzione e industria sanno benissimo di avere una posizione di superiorità.
I sacrifici di un anno intero da parte del contadino, per contro, se ne vanno a farsi friggere.
Ci possono essere soluzioni?
Si, lavorando sulle filiere corte, sui mercati di prossimità, con i gruppi di acquisto solidali, comprando solo frutta di stagione e non facendo questione se non è bellissima da vedere. Più vicino è il prodotto che compriamo e meglio è per tutti, innanzitutto per la nostra salute e per la salute della nostra terra.
Del resto da una parte bisogna pur partire…