AL CAB LA COLDIRETTI SI SCHIERA CONTRO GLI AGRICOLTORI ED I LAVORATORI

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 –  di Salvatore Zinno  – COLDIRETTI  AL CAB LA COLDIRETTI SI SCHIERA CONTRO GLI AGRICOLTORI ED I LAVORATORILa questione del Consorzio Aurunco di Bonifica davvero sta diventando una telenovela senza fine, dove i colpi di scena sono all’ordine del giorno.

Ultima in ordine di tempo, è l’uscita alquanto “estemporanea ed eccentrica” – mutuando la terminologia del comunicato stampa di Coldiretti del 20 luglio scorso – con la quale il sindacato di categoria degli agricoltori impugna le recenti delibere di Giunta Regionale n° 220 e 268 con le quali la Regione Campania ha disposto il distacco temporaneo delle funzioni del CAB a quello del Bacino inferiore del Volturno.

Parliamo di estemporaneità ed eccentricità perché la Coldiretti, negli oltre otto anni in cui il CAB è stato commissariato e condotto gradualmente nel baratro da commissari politici e non, imposti dalla politica regionale, non ha esalato un fiato (non che le altre organizzazioni di categoria degli agricoltori lo abbiano fatto) per denunciare ciò che stava accadendo e la deriva infausta che aveva imboccato l’ente aurunco; benché fossero stati costantemente coinvolti dai referenti sessani – Coldiretti ha una sede storica a Sessa Aurunca con tanto di Presidente e direttivo.

Oggi, dopo circa tre anni di inattività totale del CAB ed il conseguente impatto negativo che questo immobilismo ha prodotto sugli imprenditori agricoli sessani, in termini di mancanza di acqua per irrigare i campi e mitigazione del rischio idrogeologico, la Regione Campania finalmente stanzia una somma considerevole per rimettere in morto la macchina consortile, e cosa succede?

Succede che chi per primo ne dovrebbe gioire e plaudere per la possibile rinascita e del beneficio che ne otterranno i propri iscritti – gli agricoltori – ovvero la Coldiretti nella sua funzione di sindacato degli agricoltori, presenta un ricorso al TAR e blocca il lavoro di oltre un anno, portato avanti dai dirigenti regionali, assieme alla CGIL e a pezzi della politica.

Verrebbe da dire: “Succedono cose da pazzi in questo manicomio”! Invece è proprio ciò che è successo la settimana scorsa: a poche ore dalla emanazione di un decreto dirigenziale che doveva sancire la erogazione del contributo regionale Coldiretti impugna e tutto viene messo di nuovo in pausa.

A leggere il comunicato stampa della stessa Coldiretti, i registi sarebbero: Vito Busillo (presidente ANBI Regionale, presidente del Consorzio di Bonifica Destra Sele e Presidente di Coldiretti Salerno), Salvatore Loffreda (Direttore Coldiretti Regionale) e Angelo Milo (Direttore di Coldiretti Caserta); all’appello mancano il presidente di Coldiretti Caserta Manuel Lombardi ed il Presidente di Coldiretti Campania Gennarino Masiello, e sarebbe interessante sentire una loro impressione sulla cosa.

Sentito qualche decina di agricoltori della zona aurunca, abbiamo registrato reazioni univoche e contrarie ai vertici del sindacato, ovvero, ci hanno spiegato, questa Trimurti coldirettiana si è arrogata il diritto di decidere una azione così enorme, visto il momento storico, in danno totale degli operatori agricoli direttamente interessati. Abbiamo avuto anche la certezza che la succitata federazione Coldiretti di Sessa Aurunca, non ha partecipato volutamente alla decisione dichiarandosi contraria all’impugnazione dinanzi al TAR. È facile capire le ragioni degli agricoltori aurunci e la loro rabbia; dopo anni di disagi ora che stavano iniziando a vedere la ripartenza di un percorso che avrebbe portato loro: acqua e manutenzione dei canali, per iniziativa proprio di chi dovrebbe difenderli, vedono di nuovo naufragare tutto e tornare ai blocchi di partenza della politica e della burocrazia.

Che Coldiretti non sia più l’organizzazione dei Lobianco o dei Marrandino (per restare in ambito casertano), lo sospettiamo in tanti già da molto tempo, ma che sia diventata il nemico politico dei propri iscritti appare quantomeno “eccentrico ed estemporaneo”; vedere una grande organizzazione, in termini numerici, ridursi ad essere un azienda autoreferenziale interessata solo a fare business in termini di pratiche evase come un qualsiasi CAF : disoccupazioni agricole, pratiche di gasolio agricolo e via discorrendo, lascia alquanto perplessi.

Grande scoramento c’è stato anche all’interno della struttura del CAB, tra i suoi impiegati e operai stagionali che possono “festeggiare” le 50 mensilità arretrate con questa di luglio. E certo non guardano con occhio benevolo l’iniziativa di Coldiretti.

In conclusione, vorremmo capire in maniera chiara e definitiva, a che gioco si sta giocando con questo Consorzio di Bonifica di Sessa; perché ogni volta che si arriva ad un passo sa da una soluzione, sbandierata e pubblicizzata, interviene sempre una variabile impazzita che rimette tutto in discussione.

Tutto questo sempre e solamente sulla pelle della povera gente che dal consorzio trae sostentamento: agricoltori e lavoratori!

Di seguito il comunicato stampa di Coldiretti:

CONSORZIO AURUNCO, RICORSO AL TAR DI COLDIRETTI E ANBI CAMPANIA CONTRO LA REGIONE

ILLEGITTIMO IL TRASFERIMENTO DELLE FUNZIONI AL CONSORZIO DEL BACINO INFERIORE VOLTURNO, A RISCHIO IRRIGAZIONE E COLLASSO DELL’OCCUPAZIONE

COMUNICATO STAMPA, COLDIRETTI CAMPANIA·SABATO 20 LUGLIO 2019

La federazione regionale di Coldiretti della Campania, la federazione provinciale di Caserta, l’ANBI Campania e singoli imprenditori agricoli hanno notificato ieri, con il patrocinio dello studio legale Chiacchio, ricorso al TAR contro la Regione Campania per l’annullamento parziale delle deliberazioni della Giunta regionale in merito alla soppressione del Consorzio Aurunco di Bonifica (n.220 del 20-31 maggio 2019 e n.268 del 17-21 giugno 2019).

Oggetto del ricorso sono le parti delle deliberazioni con le quali - nelle more della “soppressione del Consorzio Aurunco di Bonifica” - si trasferiscono illegittimamente al Consorzio del Bacino Inferiore del Volturno le funzioni e le titolarità del primo. Ad avviso dei ricorrenti, le deliberazioni sono viziate da palese violazione di quanto previsto dalla Legge Regionale n.4 del 2003 (“Nuove norme in materia di bonifica integrale”) ed eccesso di potere. Si reputa pertanto che la Giunta, in assenza di una rivisitazione della legge vigente da parte del Consiglio Regionale, non poteva, per incompetenza, spogliare il Consorzio Aurunco delle funzioni di cui, in assenza di soppressione, è sino ad oggi titolare.

Peraltro, l’estemporaneità ed l’eccentricità delle delibere compromettono di fatto la fruizione efficiente e tempestiva dei servizi consortili, indispensabili per l’esercizio delle attività agricole (“adduzione e distribuzione d’acqua ad usi irrigui”; la “sistemazione idraulico agraria”; gli “impianti per l’utilizzazione in agricoltura di acque reflue; gli “acquedotti rurali”) e per la tutela e la salvaguardia dell’assetto idrogeologico del territorio. Sono evidenti, di conseguenza, il rischio di collasso delle aziende agricole ricadenti nel territorio aurunco e i danni inferti ad un comparto produttivo di grandi potenzialità, con conseguenze pesanti per l’occupazione.

Ancora una volta – sottolinea Coldiretti Campania – la Regione, al di là delle enunciazioni, assume atti immediatamente lesivi del comparto agricolo, che una più attenta e dovuta concertazione avrebbe potuto evitare. Coldiretti ribadisce il proprio impegno per la riforma dell’attuale assetto dei Consorzi di bonifica e delle relative funzioni in un contesto strategico ed unitario.