MORTE DEL PICCOLO DAVID: LE PRECISAZIONI DELLA PROCURA DI SANTA MARIA CAPUA VETERE

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CASERTA – La Procura di Santa Maria Capua Vetere, guidato dalla dottoressa Maria Antonietta Troncone, ha inviato una nota con cui precisa alcuni avvenimenti e responsabilità in merito alla vicenda del decesso di un bimbo durante un cesareo praticato all’Aorn di Caserta a novembre dello scorso anno. Questo quanto precisato dalla Procura:

” Il presente comunicato stampa fa riferimento al contenuto di un articolo di stampa apparso su “Il Mattino” di Caserta, a pag. 24, dal titolo “Il Giallo del bimbo morto e <dimenticato> da tutti” ….” il piccolo David deceduto dopo il parto all’ospedale di Caserta, la Procura ordinò l’autopsia..”, che adombra responsabilità dell’Ufficio di Procura sulla vicenda. L’articolo in questione si riporta ai fatti accaduti nel mese di novembre u.s., ovverosia alla circostanza che, in data 20.11.2018, il neonato Amasihou David decedeva a seguito di parto cesareo presso l’Ospedale Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta. Pertanto, si rendeva necessario l’espletamento di autopsia, disposta dal PM di turno di questa Procura, onde accertare le cause della morte del feto. Infatti, come si legge nell’articolo di stampa (riportato nei punti salienti): ” Potrebbe essere ancora all’obitorio di Caserta il corpicino del piccolo David, morto dopo la nascita all’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano in circostanze che, per la Procura, andavano chiarite. Il 23 novembre, tre giorni dopo la tragedia, il PM Armando Basso conferì l’incarico per l’esame sulla salma, esame «eseguito pochi giorni dopo» secondo l’avvocato Domenico schiavo, che rappresenta la mamma del bimbo Itohan Osadolor, nigeriana di trentasei anni, da quattordici anni in Italia”. ” per questo denunciai tutto in Questura. Da quel momento, però, non ho saputo più nulla, non ho mai avuto neanche il certificato di morte e, dopo otto mesi, quel che è peggio è che non so che fine abbia fano il corpo di mio figlio al quale ad oggi non ho potuto dare una sepoltura”….” dall’ospedale di Caserta, il direttore generale Mario Ferrante chiarisce che «Tocca ai familiari reclamare il corpo dei loro cari” “anche il Consigliere Regionale Emilio Borrelli ha raccolto l’appello della donna e chiesto che sulla vicenda venga fatta luce. Sta di fatto che le parti interessate sono state lente nella procedura…. quasi sette mesi dopo il decesso…. tempi innegabilmente lunghi. Che comunque non spiegherebbero il motivo di un altrettanto lento iter per la restituzione della salma”. Quanto asserito dall’organo di stampa necessita di una più attenta ricostruzione della vicenda.

A seguito del decesso del neonato il Pubblico Ministero di turno ha correttamente proceduto, come previsto in tali casi, in data 23.11.2018, al conferimento dell’incarico, per l’espletamento dell’esame autoptico, ai medici legali, mediante avviso di accertamento tecnico non ripetibile per la persona offesa dal reato — art. 360 c.p.p. -, rappresentate dai rispettivi difensori di fiducia nominati, regolarmente presenti all’atto del conferimento. I Consulenti Tecnici venivano investiti di specifici quesiti medico legali necessari allo svolgimento di attività investigative da parte di questa Procura. Indipendentemente dai tempi di svolgimento della consulenza tecnica, al termine dell’espletamento dell’autopsia sulla salma del piccolo Amasihou David, i medici legali all’uopo nominati – in data 23.11.2018 – provvedevano a consegnare tempestivamente ai responsabili dell’obitorio dell’Azienda Ospedaliera di Caserta la scheda ISTAT ed il nulla osta al seppellimento della salma (rilasciato dal PM di turno, in pari data, ai propri Consulenti Tecnici all’esito del conferimento incarico – conte da prassi -, a prescindere dalla presentazione di formale istanza da pane dei prossimi congiunti del neonato). Malgrado il tempestivo rilascio del nulla osta, la salma non veniva pretesa da alcun familiare. Va precisato che quando si verifichino ipotesi di mancata attivazione per il rilascio della salma, l’UOC di Medicina Legale investe della questione il Comune ove è avvenuto il decesso, affinché tramite i propri uffici si adoperi per la ricerca dei familiari. Nel caso di specie, non essendosi presentato alcuno per il ritiro della salma, in data 11.12.2018, la UOC di Medicina Legale dell’Ospedale di Caserta provvedeva ad inoltrare una prima PEC al Comune di Caserta, al fine di notiziare l’Ufficio preposto e ottenere le formalizzazione delle procedure per l’interro del feto in oggetto presso il Cimitero di Caserta, essendo state perfezionate le correlate attività medico-legali e constatato il mancato ritiro da parte dei familiari e/o della ditta di onoranze funebri. Sono susseguiti ulteriori solleciti da parte dell’UOC di medicina Legale dell’Ospedale di Caserta al predetto indirizzo di PEC suindicato e, precisamente, nelle date del 10.1.2019; 7.2.2019; 11.3.2019; ed ancora in data 19.6.2019, senza ricevere tuttavia alcun riscontro da parte del Comune di Caserta. Sono tuttora da accertare i motivi per i quali il Comune di Caserta non abbia proceduto a svolgere le attività richieste. Orbene, è del tutto evidente che alcun addebito possa muoversi nel modo più assoluto a questo Ufficio di Procura, che tempestivamente si è attivato affinché la salma (che tutt’ora è custodita presso l’Obitorio dell’Ospedale civile di Caserta), all’esito dei necessari esami autoptici disposti sulla stessa dai medici legali – fosse consegnata agli aventi diritto. Occorre, inoltre, segnalare che – a differenza di quanto accade normalmente – nel caso di specie alcuna richiesta di chiarimenti è mai pervenuta, sino ad oggi, a questo ufficio da parte della madre del piccolo David, neppure per il tramite del difensore di fiducia dalla stessa appositamente nominato e presente in sede di conferimento dell’incarico autoptico, il quale, soltanto in data 16.7.2019 – a distanza di 8 mesi circa dalla tragica morte del neonato — ha provveduto ad inoltrare una e-mail alla Direzione Sanitaria dell’Ospedale Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta.

Alcuna responsabilità, quindi, è da attribuire a quest’Ufficio in ordine ai fatti accaduti né tantomeno al Pubblico Ministero di turno che ha gestito la vicenda, con solerzia e professionalità, sin dalla comunicazione della notizia di reato”.