…E AGLI ATTI RESTA IL FATTO CHE IL CAB HA RAGIONE DA SEMPRE
– di Salvatore Zinno –
Ed eccoci alla terza puntata della saga sull’inquinamento del Litorale Domizio e possiamo assicurare che non sarà certo l’ultima.
Venerdì 5 luglio, come promesso dal presidente della Settima Commissione Permanente “Ambiente” del Consiglio Regionale della Campania, si è tenuta una nuova audizione sulla questione inquinamento; l’argomento chiave era focalizzato sulla questione “baracche” del pantano di Cellole e Sessa, ed era stato chiesto al consigliere del comune di Cellole, Umberto Sarno, di portare i numeri del “fenomeno”. Numeri, ad onor del vero, già conosciuti ed anticipati da questo giornale in più occasioni. Ma si sa, in politica spesso ci si diverte a scoprire l’acqua calda!
Va subito detto che i lavori di questa commissione, più vanno avanti e più danno ragione alle tesi sostenute dal Consorzio Aurunco di Bonifica – altro argomento di cui questo giornale si è molto occupato.
Ripercorriamo brevemente i fatti per una migliore comprensione. La querelle nata intorno alla balneabilità o meno del mare domiziano nasce a seguito di una inchiesta giornalistica in tre puntate, del TGR Campania, nella quale il giornalista Geo Nocchetti – (non uno di primo pelo ndr) – parte da Baia Domizia e scende lungo la costa Casertana passando per Mondragone e Castel Volturno; intervista balneari, politici, cittadini ed un tecnico del Consorzio Aurunco di Bonifica che viene additato come la pietra dello scandalo.
Questo funzionario però cosa dice?, i canali del CAB sono aggrediti da scarichi abusivi che hanno determinato il concentramento elevatissimo di carica batterica, tale da far andare fuori scala il valore dell’Escherichia Coli! Senza mai nominare il mare, la balneabilità o altro, il tutto certificato da ARPA Campania, dipartimento di Caserta. A seguito di questa intervista e, si badi bene, solo di questa, si verificò l’alzata di scudi di qualche “politico” locale e di una piccola schiera di suoi supporters. Il politico locale, l’assessora del comune di Sessa Tommasina Casale, arrivò a minacciare denunce e querele contro chi aveva fornito dati falsi, annunciando a gran voce che lo stesso l’avrebbe pagata. Abbiamo già raccontato che i dati non erano falsi e la Casale si rivelò bugiarda, perché quei rapporti ARPA erano in possesso anche del comune di Sessa Aurunca ma lei preferì non menzionarli.
Nell’audizione del 28 giugno, proprio la Casale, assieme a suo cugino Sarno del comune di Cellole, chiesero al dirigente del CAB lì presente di smentire il funzionario e dire pubblicamente che egli aveva parlato a titolo personale non rappresentando l’Ente di via delle Terme. Venerdì scorso invece abbiamo scoperto, leggendo gli atti della settima commissione, che il funzionario del CAB era autorizzato a parlare in nome del Consorzio e aveva il compito di raccontare proprio quello che ha raccontato, senza una virgola di più o di meno! La Casale, oltre ad aver dimostrato di mentire è stata anche sconfessata dai vertici del Consorzio di Bonifica, portando a casa una sconfitta totale…restiamo con il dubbio però, se nel frattempo abbia depositato la denuncia/querela nei confronti del povero funzionario del CAB… sarebbe divertente seguirne gli sviluppi!
Tornando alla audizione del 5 luglio, a leggerne il resoconto appare evidente di come il Presidente Oliviero, spalleggiato dal Sindaco Sasso e dal consigliere comunale Vernile, abbiano giocato “al Gatto e al topo” con Sarno del Comune di Cellole. Infatti il fuoco di fila si è alternato da parte loro contro Sarno che cercava di fornire dati accomodanti sulla baraccopoli del pantano e cercava anche di spalmare le responsabilità dell’inquinamento su altri fattori…ma il nemico era troppo forte da battere.Secondo Oliviero, Sasso & co., oggi si scopre che su circa 1500 case abusive costruite nel cosiddetto Pantano di Cellole (ma una piccola quota si trova anche in comune di Sessa ndr), oltre il 60% ha ricevuto la concessione in sanatoria. Questo è il vero problema della questione perché questa area è sottoposta alla legge Galasso, che non prevedeva la possibilità di edificare nulla, neppure un pollaio ed invece ci ritroviamo con qualche migliaio di case di ogni forma e consistenza, mai veramente quantificate e nella maggior parte dei casi sanate senza che siano loro stati forniti i servizi di urbanizzazione primaria: strade, acqua, marciapiedi e soprattutto FOGNE!
Alla presa d’atto di questa situazione in commissione, svelata un po’ come il “segreto di Pulcinella” Sasso addirittura esclama: “…Sarno ammette per la prima volta la responsabilità del comune di Cellole in un disastro storico…”! a noi però piace sottolineare che i convitati al tavolo della settima non sono tutte verginelle alla prima uscita, bensì tutti amministratori muniti di un lungo curriculum.
AppiaPolis, oltre a raccontare questi fatti paradossali e a volte un po’ cabarettistici, ha voluto approfondire la questione e ci siamo documentati in loco.
Punto primo non è affatto vero quello che afferma il consigliere cellolese Sarno, quando dice: “…però tutto quello che abbiamo a monte di Cellole scarica in quei canali e quei canali arrivano tutti a quell’idrovora. È riduttivo parlare di 400 o 500 baracche che sono una parte del problema e non evidenziare tutta la grande massa di migliaia e migliaia di persone che sversano in quei canali e che poi arrivano sempre a quell’idrovora dove sono stati fatti quei rilievi dall’Arpac…Vogliamo affrontare il problema con serietà, le aggressioni che subiamo noi circondati, nel Trimoletto che arriva direttamente a mare scaricano quattro frazioni, e non sono di Cellole le quattro frazioni (Sorbello, Avezzano, Carano e Piedimonte del Comune di Sessa – ndr)…”! Egregio consigliere Sarno, essendo anche lei non proprio una novizia, facendo il consigliere comunale al suo paese dal 2001, dovrebbe dimostrare una conoscenza del suo territorio maggiore di quanto va raccontando in giro per le Commissioni Regionali, perché le dichiarazioni poi restano agli atti come si dice: “carta canta”! Caro Sarno, ci è bastato chiedere e ci è stato spiegato che non è affatto vero che tutti i canali a monte di Cellole arrivano all’idrovora di Baia Domizia, ma quella idrovora raccoglie solo i canali del Pantano e quindi senza dubbio gli scarichi dei cosiddetti Pantaneros, ma anche gli scarichi del depuratore di Cellole e della inefficiente fogna di Baia Domizia nord. Non è vero neanche che il Trimoletto (canale del CAB – ndr) raccoglie gli scarichi di quattro frazioni del comune di Sessa – questo è vero per altri canali, in seguito alla mancanza di impianti di depurazione nel comune di Sessa – ma bensì nel Trimoletto confluiscono alcuni tratti della fogna proprio del suo comune, Cellole, andando direttamente in mare senza depurazione.
Detto questo, ci interroghiamo, sperando di aver indotto gli stessi interrogativi anche nella popolazione che fruisce del mare domiziano, sulla qualità della classe politica che amministra i comuni di Sessa e Cellole. Come è possibile aver concesso i condoni a fabbricati, baracche, container, tende roulotte e chissà quanto altro, per anni, senza porsi il problema delle condizioni di vita degli occupanti? Senza strade, senza fogne, senza servizi di raccolta rifiuti, con allacci abusivi alla rete idrica comunale (abusivi o dobbiamo pensare alle classiche “mazzette” date a qualche addetto comunale), in vere e proprie lottizzazioni abusive. L’enorme flusso di contante versato nelle casse comunali derivante dalle oblazioni e dai diritti di concessione dei condoni, in cosa è stato reinvestito, visto che già la 47/85 (ci è stato spiegato) prevedeva di utilizzar quei denari per la realizzazione di opere di urbanizzazione primaria. Dobbiamo dare ragione ai cittadini (arrabbiati) di Baia Domizia che da sempre sostengono che le loro tasse servano solo ed esclusivamente per abbellire Cellole e per far fare sagre e festarelle a Sessa Aurunca.
In ogni caso è venuta provvidenzialmente in soccorso dei cittadini/bagnanti la Settima Commissione Consiliare della Regione Campania, che ha lasciato agli atti diverse cose importanti: le “Bugie” della Casale, il “meraviglioso” stupore del Sindaco Sasso, le arrampicate sugli specchi del Consigliere Sarno e la trasparenza della Sindaca Compasso. Sopra ogni cosa, in maniera del tutto maliziosa, leggiamo una regia del pescecane (per restare in tema marino) Gennaro Oliviero, che si sta preparando a cavalcare l’onda dei “diritti” dei Pantaneros ai quali ora spettano dei servizi dopo che gli stessi hanno costruito una favelas abusiva…ma si sa, tra dieci mesi si vota in Regione e i voti del Pantano hanno sempre fatto gola!
Alla prossima puntata….
La devastazione del territorio ecco cosa è successo. In criticità ambientale senza limiti.
Mi domando .Ma perché questa situazione viene a galla ogni anno in questo periodo ?Le baracche sono li da anni e oltre a inquinare il mare provate a passare sulla strada e vedete su i marciapiedi le montagne di sacchi di rifiuti che ammucchiano e non pagano
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