CASERTA – Sindaci di frontiera in pista per il bene di cittadini e imprese, lavoratori per la prima volta protagonisti al tavolo delle decisioni, piccoli e grandi comuni montani che stanno già uscendo dall’isolamento geografico per vivere una nuova stagione da primattori. Benvenuti nella Comunità Montana del Matese, un comprensorio fra i più ricchi di storia, natura e tradizioni che sta vivendo un momento strategico non solo per il rinnovo dei vertici all’Ente montano, ma anche per l’imminente passaggio del suo Parco Regionale nell’Olimpo dei Parchi Nazionali italiani. E una svolta dai contorni davvero epocali, in tal senso, è quella che si è registrata ieri sera al tavolo della Comunità Montana, dove 11 fra i 17 primi cittadini del comprensorio hanno deciso di imprimere nuova vita all’Ente con una governance del tutto slegata dalle vecchie appartenenze politiche. Sarebbero tre i nomi dei sindaci dai quali dovrà uscire, dopo il voto previsto nelle prossime ore, la designazione del presidente della Comunità Montana del Matese e del suo vice. Ed eccoli, i profili dei tre candidati in corsa per la presidenza. Fra i più accreditati c’è il sindaco di Prata Sannita Damiano De Rosa, eletto il 26 maggio scorso con uno straordinario consenso elettorale. Avvocato penalista, noto per le battaglie legali affrontate e vinte – da quelle in difesa dell’asso argentino Diego Armando Maradona alla sfida per Ciro Esposito, il giovane tifoso del Napoli ucciso dinanzi allo stadio Olimpico da un ultrà della Roma – De Rosa mette in campo quelle elevate competenze giuridiche ed amministrative che risultano indispensabili per proiettare l’Ente montano da cenerentola delle aree interne a territorio leader della Campania. Neo eletto anche Mario Lanzone, geologo, sindaco di Ailano, comune limitrofo da sempre gemellato con Prata Sannita, in primis per i tradizionali festeggiamenti in onore di Santa Maria di Prata. E poi Francesco Imperadore, commercialista, al suo secondo mandato nel grosso e popoloso comune di San Potito Sannitico. «C’è da dire – fa sapere un osservatore esterno – che fra i tre primi cittadini esiste una forte stima reciproca, il che non escluderebbe un possibile passo indietro degli altri in favore di uno dei tre, circostanza che rinsalderebbe ancora di più il legame creatosi in vista di questo percorso comune di protesta e di rinnovamento, fatto nell’esclusivo interesse del comune territorio matesino». E nel segno di una autentica svolta si sono espresse anche le rappresentanze sindacali del 200 lavoratori forestali che ieri hanno inscenato una manifestazione pacifica di protesta, reclamando mesi e mesi di stipendi arretrati: a loro i sindaci della primavera matesina hanno prontamente risposto, invitandoli per la prima volta a sedere al tavolo della concertazione. «Abbiamo avuto la possibilità – raccontano i rappresentanti sindacali Giovanni Giuseppe Pezzullo (delegato Flai Cgil), Rocco Riccio (Uila Uil) e Massimo Pezzullo (Fai Cisl), intervenuti unitamente ad una folta delegazione di operai forestali – di esprimere compiutamente tutte le nostre richieste. In primis quelle sulle diciotto mensilità arretrate, dovute in parte alle rendicontazioni del 2016 sempre sbagliate dai tecnici esterni». Senza contare gli arretrati contrattuali, fermi al 2012. I sindacalisti – si legge su Macro News – hanno poi fatto cenno alle loro competenze specifiche e alla loro utilità in virtù dell’imminente passaggio del Parco del Matese da Regionale a Nazionale. Un appuntamento al quale «non dobbiamo farci trovare impreparati», perché «essendo esperti in ingegneria naturalistica, pulizia dei sentieri, delle aree picnic e dei monumenti, intendiamo collaborare con i Comuni per pulire i nostri paesi, offrendo un aiuto che, fra l’altro, sarà fondamentale per la riduzione della Tasi».
Di qui la richiesta a gran voce di un rinnovamento autentico nella gestione della Comunità Montana: è importante che la nuova giunta sia composta «da esperti di lavoro, di economia e, soprattutto, che possano garantire sulla loro piena disponibilità».