(f.n.) – E se Memoriale deve essere Memoriale sia…anche se la generosità di fondo dei “brutti sporchi e cattivi” che pur esiste e persiste…impedirà il brutale resoconto di alcuni passaggi che hanno determinato processi automatici e fino ad oggi inarrestabili…Se avessimo il tempo, la voglia e le intenzioni di farlo, per rendere al meglio la storia delle contraddizioni, che è poi la storia vera dell’Aorn di Caserta, sarebbe sufficiente mettere sul vetrino il piano delle performance, quello di quest’anno o quello dell’altro anno o quello dell’altro anno ancora…infatti cambia poco o nulla…è tutto “scientificamente” attaccabile ma nessuno lo fa…non c’è tempo e non conviene, ma forse… una piccola pausa di riflessione, utile alla ricostruzione di un mosaico confuso…non sarebbe male, o no? L’attuale direzione strategica si affaccia all’uscio del Sant’Anna e San Sebastiano, circa due anni fa…raccoglie con degnazione una struttura reduce da un periodo di commissariamento…la parola infamante “camorra” non viene sussurrata nei corridoi, ma sbandierata senza pudore né sensibilità, a diverso titolo, ma sempre a sproposito, dai due principali componenti della triade…Oggi dinanzi al San Giovanni Bosco, il Sant’Anna e San Sebastiano ha le stimmate d’ufficio…e non perché al suo interno erano tutti illibati, ma se parliamo di “spessore criminale” si trattava forse di “imbrugliunciell” di mezza tacca al soldo di qualcun altro…il vero cancro consiste, come abbiamo già detto, nel metodo e quello non è stato estirpato. Detto questo, torniamo alla direzione Ferrante che riceve il testimone da una commissione prefettizia, che ha segnato il passo, sincopato dalla stessa volontà occulta, che aveva imposto l’iter il giorno prima e quello precedente, quella stessa volontà che in più rivoli, inizierà da subito a lambire le caviglie di Ferrante…e mentre il suddetto guardava incuriosito i suoi calzini bagnati e si interrogava sulla provenienza dell’acqua, la Siciliano che di lì a breve sarebbe stata promossa sul campo come santa Tetta del Galleggiamento, era già al largo che sguazzava come una paparella nell’acquitrinio storico che le si allargava intorno…Ma il testimone che arriva nelle mani della terna Ferrante-Siciliano-Gubitosa, è senza libretto di istruzioni, perché la triade commissariale non aveva fatto in tempo a rendersi conto che aveva fatto il gioco di qualcun altro…ed applicato le indicazioni larvate della “volontà occulta” del grande fratello. L’unico “lucido” era stato Giovanni De Masi, che aveva immediatamente compreso il funzionamento della macchina e con chi aveva a che fare, ma per l’occasione era stato decapitato da quattro cialtroni e loro delegati. Ferrante all’inizio si mostra superficiale nella lettura dei fatti e assorbe le pressioni, prima appena accennate, i piccoli ricatti, le piccole confusioni, le piccole resistenze…e tutta quella serie di piccoli segnali indicativi di una volontà che impone e dispone e che si candida ad essere l’unica volontà…pena il caos… Ferrante inizialmente non ha contezza dei liquami che scorrono assieme all’ordinario e ritiene di poter controllare il tutto ma sbaglia e rischia di essere controllato a sua volta…è talmente fiducioso nella politica della mediazione e dell’attendismo, che sottovaluta il calcolo, la freddezza, l’assenza di scrupoli e soprattutto sopravvaluta la capacità professionale di chi ha in mano l’Ospedale, che lui solo apparentemente, dirige. Il manager Ferrante offre con il suo atteggiamento, una prima lettura di assoggettamento de facto…del resto non può fare alcun affidamento sulla direzione sanitaria, che procede anzi “non procede” ma si limita a fare resistenza passiva, favorendo in tutto e per tutto i disegni del cerchio magico. Ferrante riceve in eredità posizioni fisse e vincitori di concorso preconfezionati… e ad una lettura esterna lui è quello che asseconda i piani di qualcun altro. A Ferrante però, non punge vaghezza di dare un’occhiata ai “titoli” di coloro che comandano l’Ospedale e che hanno a loro disposizione interi reparti-chiave, di cui dispongono da sempre, come del ripostiglio o dello sgabuzzino di casa propria e sui cui direttori esercitano il potere assoluto…Se Ferrante avesse indugiato nella ricerca, si sarebbe accorto che all’esiguità dei curricula, in aggiunta alla scarsa capacità professionale di costoro, qualcuno aveva sopperito giocando a fare il precursore casereccio del bad manager…in senso allargato. Ma Ferrante non ha approfondito ed ha proceduto per un certo periodo, come se fosse stato sordo, cieco e muto… arrivando nella sua munificenza alla inspiegabile elargizione di “codici”…per la chirurgia… La realtà è quella di Pirandello e quindi fa testo ciò che si vede e quello che si è visto nei primi diciotto mesi dell’era Ferrante, non è stato per nulla edificante. Il licenziamento di Salvarola, Nardi e Buonomo sono la sintesi dell’inqualificabile…tre macchie nere come la pece, che peseranno come tre macigni sul curriculum della coscienza. All’alba di quest’anno la schiarita arriva…il ripristino delle liste d’attesa e l’inchiesta sull’articolo 9, sono due segnali di grande e fondamentale importanza che infine lasciano sperare in una svolta…ma subito dopo qualcosa si inceppa…e sul firmamento ospedaliero oggi viaggia la scritta a firma Mario Nicola Vittorio Ferrante: … “me ne voglio andare”…eh no manager Ferrante!, adesso provveda a portare a termine quello che ha cominciato, metta a posto le cose…dimostri al cerchio magico chi è che comanda e chieda alla direttrice sanitaria di andare a fare l’urlatrice in un’altra struttura sanitaria e finalmente si decida a nominare qualcun altro…quando l’Ospedale tornerà ad essere l’Ospedale della gente e non una clinica privata con le celle di rigore a disposizione del grande fratello, potrà andare a dirigere persino il Canton Hospital di Zurich o addirittura il General Hospital di New York, perché avrà i galloni giusti conquistati sul campo. Hasta el Domingo!
Lei si rende conto che Ferrante a parte pochi fidati che si contano su un’unica mano è praticamente accerchiato nella palazzina? I primari che sostengono ferrante sono oggetto di continue rappresaglie e boicottaggi da parte della direzione sanitaria. No sostituzioni no straordinario ….così si combatte la legalità annientando la parte sana a favore degli amici.
Certo che se tutte le dipendenti offese dalla direttrice sanitaria la denunciassero sarebbe un’azione non da poco. A parte il fatto che lei parla solo con i medici e solo con primari e capidipartimento la peggior offesa che la direttrice ha fatto è stata definire delle impiegate poco adatte al lavoro in direzione perché in sovrappeso. Cose da denuncia al datore di lavoro.
Azz l’anatrccolo mesciato offende.
L’anatroccolo divenne poi un bel cigno …qua invece la mutazione non c’è stata!
Chi lavora e fa il proprio dovere non deve essere insultato, minacciato , aggredito , non può e non deve essere imbrogliato e raggirato per favorire i propri interessi . La speranza è che tutto questo finisca con voce ferma del Direttore e con interventi della magistratura in altri casi.
Oggi, a distanza di parecchi mesi dal loro insediamento, vorrei ricordare a tutti come mentre Ferrante ha sempre dimostrato massima disponibilità e rispetto per il personale tutto uscito massacrato dalla vicenda commissariamento per infiltrazione camorristica ,la direttrice sanitaria ci ha chiamati delinquenti, sciacquaprovette e gentaccia. Una donna che occupa un posto dirigenziale senza alcun merito,con titoli falsi cosi come le sue competenze. Brinderemo alla sua speriamo prossima partenza. Ricordi solo una cosa: tutto è relativo come la sua presenza in azienda e noi le auguriamo il peggio che possa nella sua carriera. Ne più ne meno di quello che sta facendo passare a noi. Faccia pace con se stessa perché se è complessata per il suo aspetto fisico e pensa di poter fare l’ape regina offendendo le dipendenti dell’azienda si stia attenta perché le potrebbe arrivare più di qualche denuncia per mobbing. La stiamo avvisando. E con lei l’avviso va anche a Ferrante. Cosi avremo anche un altro primato.
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