MARINO DA CONSIGLIERE DENUNCIAVA IL TENTATIVO LOTTIZZAZIONE IN VIA FALCONE…E DA SINDACO?

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   –   di Federico Grimaldi  –SINDACO MURATORE MARINO DA CONSIGLIERE DENUNCIAVA IL TENTATIVO LOTTIZZAZIONE IN VIA FALCONE...E DA SINDACO?Una vera e propria lottizzazione” così tuonava dai banchi dell’opposizione l’allora consigliere Carlo Marino durante l’infuocato consiglio comunale sull’housing sociale proposta dal costruttore Vincenzo Penzi. “Quando realizziamo cinque palazzi più sottotetti, più un campo di calcio, non possiamo pensare che si tratti di un intervento sociale ma di lottizzazione” Marino arringava con la veemenza di chi sa di essere nel giusto, per motivare il suo diniego alla cementificazione selvaggia che si stava per abbattere su Caserta. Ma cosa è successo all’impavido consigliere di opposizione da quando è diventato sindaco? Sembrerebbe che tutto ciò che ha combattuto dai banchi della minoranza adesso sia diventato magicamente necessario per il bene della città. I repentini cambi di fronte a cui ci sta abituando il sindaco Carlo Marino, sono ormai diventati il leitmotiv della sua condotta politica e amministrativa. Ricordiamo ancora quando, sempre dai banchi della minoranza, stoicamente si inerpicava in uno dei suoi mirabolanti interventi in consiglio comunale, contro la possibilità dell’insediamento di un impianto di trattamento rifiuti in località Ponteselice a poche decine di metri dal quartiere Acquaviva, e manco a farlo apposta cosa mette in essere appena diventa sindaco? La costruzione di un impianto di trattamento rifiuti in zona Ponteselice! Ma non finisce qui. Già durante l’amministrazione Del Gaudio si parlava con insistenza della nascita di nuovi centri commerciali sul territorio, ma quella insistenza veniva tenuta a bada dalle destinazioni d’uso dei terreni e da un consiglio comunale che non riteneva necessario distruggere l’economia già precaria del terziario cittadino, e di questo avviso sembrava che fosse anche il consigliere Marino, ma a quanto pare anche su questo siamo stati smentiti, perché di centri commerciali o ipermercati ne stanno nascendo a iosa, e qualcuno per giustificarne la costruzione su di un’area non idonea, è stato impupazzato con una spruzzata di verde e un playground, facendolo così passare come un “intervento sociale”. Ma arriviamo adesso all’housing sociale o a quello che vorrebbero camuffare facendolo passare per quello o non per quello … insomma veniamo alla “lottizzazione” Penzi in via Falcone, la pietra dello scandalo, questione dalla quale un po’ tutti stanno o almeno fanno finta di prendere le distanze. Diciamola tutta, non è che l’imprenditore Penzi non possa costruire sull’area di sua proprietà che ricade in zona “D3” (Insediamenti produttivi terziari), anzi lo avrebbe potuto fare già da tempo, pare che abbia anche pagato gli oneri di urbanizzazione, solo che lì può costruire solo uffici e negozi … insomma l’ennesimo centro commerciale. Ma il pallino del costruttore maddalonese è quello degli appartamenti, come se questi mancassero a Caserta, ci provò già durante la precedente amministrazione quando propose la costruzione di ben 330 appartamenti in regime di housing sociale, ma questa possibilità gli fu negata in consiglio comunale, perché buona parte dei consiglieri con a capo proprio Carlo Marino votarono no alla dichiarazione di pubblica utilità, atto indispensabile per procedere. Ma, sorpresa sorpresona, gli amministratori di questa città, detentori del potere, ma così spaventati perché citati in giudizio proprio dal costruttore, cosa fanno? Riuniscono la giunta delle eccellenze con a capo il sindaco e approvano in un battibaleno la delibera n. 89 del 21 giugno, che consentirà alla società del noto imprenditore maddalonese di costruire circa 100 appartamenti di cui 34 saranno a disposizione del comune per essere ceduti a “prezzo calmierato” sotto forma di edilizia agevolata attraverso una opportuna graduatoria, della serie una casa non si nega a nessuno. Insomma, per dirla alla Carlo Marino, si tratta solo di “una vera e propria lottizzazione.”

1 commento

  1. Basta leggere i
    verbali di quelle sedute e chiedere a chi aveva detto “NO” allora, perché dice “SI” adesso. E’ troppo complicato?

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