(f.n.) – La camorra perde i gioielli di famiglia ma questi gioielli…erano tutti riposti tra garze e cerotti?, la triste storia che in un recente passato ha coinvolto l’Ospedale di Caserta, oggi viene superata d’emblée dall’Ospedale partenopeo San Giovanni Bosco, definito dal procuratore di Napoli Giovanni Melillo, sede sociale dell’organizzazione mafiosa dell’Alleanza di Secondigliano…1 a 0…E’ il caso di dire che, sia le formiche posticce che gli “scarrafoni” d’annata, perdono le prime pagine…La storia si ripete e mentre si provvede a ripulire ed a risanare gli ambienti attraversati dall’uragano della giustizia, dal punto di vista morale, estirpando il marcio, prevenendo ed eliminando la corruzione, le nomenklature e le patacche infamanti, talvolta di comodo, fortunatamente passano e tramontano, ma il metodo con cui il sistema di potere interagisce e si relaziona con il resto del mondo circostante, rimane inalterato a tutti i livelli…Chiamatelo come volete…ma la definizione calzante è una sola: atteggiamento… metodo camorristico. Se il signor X dipendente pubblico, con incarichi di responsabilità, non pretende tangenti per quell’appalto che si svolgerà nel pieno rispetto delle regole, ma impone suo nipote o chicchessia, come vincitore di un concorso al quale, nei casi peggiori capita che partecipino tra l’altro, candidati ben più meritevoli del prescelto o consente alla sua favorita di condizionare, forte della sua posizione funzionale al potere, l’ambiente di lavoro, il signor X, risponde ad un codice di supremazia che prevede l’uso della coercizione morale e della vendetta…quindi… il signor X è un camorrista nella stessa identica maniera e misura in cui lo è il signor Y, protagonista di tante interessanti intercettazioni video, che lo inchiodano mentre incassa squallide mazzette. Quale sarebbe la differenza?, il denaro nella sua fisicità evidente nel video?, il denaro è soltanto la prova tangibile dell’illecito, non è l’illecito. Dopo la “buriana giudiziaria” che ha provocato il commissariamento dell’Ospedale Sant’Anna e San Sebastiano, infliggendo alla struttura, l’infamante e per certi versi immeritata, definizione di Ospedale della camorra, che ha colpito e tramortito anche coloro che non avevano colpa alcuna…chi ha considerato il problema a monte, preoccupandosi della necessità di debellare, attraverso una chiara ed inequivocabile resistenza e reazione, l’indole camorristica sopravvissuta e che si esterna de facto in tanti più o meno evidenti o più o meno occulte vicende? Hasta la vista… e continuate pure con… Yo soy tan sordo, mudo y ciego, como los tres monos sabios!
Questo articolo non fa una piega . Infatti e lo stesso Dr. Raffaele Cantone che dichiara che chi è onesto non farà mai carriera nella pubblica Amministrazione . Quello che è preoccupante che la maggior parte dei dirigenti sono legittimati dalla politica ed il “merito “ i “saperi”hanno scarso valore . Ciò che mi preoccupa , e che mi ha fatto accapponare la pelle in riferimento alle vicende del San Giovanni Bosco e “ che si controllavano le relazioni sindacali “
Io che ho un ruolo nel Sindacato è credo nella sua funzione istituzionale queste parole mi spaventano, mi rendono veramente senza difese
…..ma guardando a posteriori il ruolo che ha avuto il sindacato all’interno dall’azienda ospedaliera casertana con compravendita dei sindacalisti attraverso assunzioni ed incarichi professionali capirá bene che oltre l’intervento della magistratura ci vuole l’intervento di un manager dal pugno di ferro per fare pulizia. Ferrante ha scoperchiato il secchio dell’umido degli interscambi sindacali dai tempi di Annunziata
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