COME SEMPRE ACCADE, LE TOPPE SONO PEGGIORI DEL BUCO E … IL DIPENDENTE USUCAPISCE IL TERRENO PER L’AMPLIAMENTO
– di Salvatore Zinno – Sono giorni di grosso imbarazzo quelli che si stanno vivendo all’interno della struttura politica e in parte anche amministrativa, che gestisce il comune di Sessa Aurunca a causa del fermo “consigliato” al cantiere per l’ampliamento della struttura sanitaria privata/accreditata M2M della famiglia Schiavone. Il dottor Michele ed il suo rampollo Massimo, Presidente del Consiglio Comunale del medesimo comune.
Era il mese di febbraio scorso, quando iniziarono i lavori di sbancamento di un costone intero nel rione semicerchio di Sessa, alle spalle del complesso immobiliare ex ENEL, precedentemente acquistato dagli Schiavone che da opificio industriale sta diventando “passo dopo passo” (mutuando il ritornello al Sindaco Sasso) una mega struttura sanitaria per l’assistenza ai pazienti psichiatrici per lo più, ma con mire più ampie. Questo giornale, ovviamente lo ha già raccontato, ma ci torniamo sopra per fornire utili nuovi aggiornamenti – prego leggere le puntate precedenti.
Cauti consigli, pare ben accolti – o obbligati, hanno fatto si che lo sbancamento eseguito a suon di carica in poche decine di giorni, per il momento resti fine a se stesso; sbancamento era e sbancamento è rimasto.
Ma vediamo perché.
Come già raccontato, la M2M s.r.l. ha mosso i primi passi in una vecchia casa di famiglia, pian piano modificata e ampliata, che presto non è più bastata alle mire espansionistiche assistenziali del dominus Schiavone; il fato volle però che a confine con questa primigenia “cellula socio-sanitaria” vi fosse un enorme cubatura bella e pronta, costituita dall’ex centro logistico ENEL, abbandonato per motivi strategici dalla società elettrica e messo in vendita. Ecco che il dottor Michele Schiavone, con un abile mossa immobiliare si aggiudica il complesso ed inizia a modificarne gli spazi sia in termini architettonici che in termini di destinazioni urbanistiche. Ma ancora non basta, la fame di accreditamenti e di pazienti fa si che anche i vasti spazi dell’ENEL comincino anch’essi a stare stretti, ed ecco che viene presentato un progetto di costruzione ex novo di una nuova struttura destinata a: “attività ricettiva, con annesso ristorante ed una strada interna”, così come recita l’autorizzazione SUAP n° 1 del 23/01/2019.
Ed è così che il dottore Schiavone ed il suo rampollo, casualmente Presidente del Consiglio Comunale, si mettono l’autorizzazione sotto al braccio ed iniziano a scavare un costone di spine residuale della proprietà ex ENEL; qui iniziano i problemi.
Prima viene presentato un esposto da parte degli abitanti delle palazzine vicine preoccupati per le conseguenze che i loro fabbricati avrebbero potuto subire. Poi è la Provincia di Caserta che viene interessata perché il cantiere apre una via di transito sulla S.P. Travata, senza che la Provincia ne fosse a conoscenza. In ultimo vengono rifatti i conti per la volumetria che si intende realizzare e pare che questi conti non tornino.
È opinione molto diffusa tra i tecnici locali, che già l’ENEL avesse sfruttato tutta la volumetria disponibile, anche quella relativa al terreno rimasto (volutamente) inedificato, e per questo lasciato al proliferare dei cespugli spinosi. Ma il tecnico degli Schiavone, pare non se ne fosse accorto…o si?
Bisogna correre ai ripari e che si fa? L’investimento è partito, i capitali sono pronti e i posti letto vanno aumentati, di corsa…senza indugio. Ecco che si cerca di mettere la toppa al buco, che come recita l’antico adagio “spesso è peggiore del buco”.
Schiavone acquista in gran fretta tre micro particelle, che si vedono a mala pena solo sulle carte catastali, ma che di fatto o erano già state fagocitate nello sbancamento di febbraio o nella costruzione del rione case popolari degli anni 60/70; sono le particelle 119, 120 e 121, talmente piccole e poco apprezzabili dal punto di vista catastale, ma dotate di un indice di costruzione tre volte superiore al resto della proprietà Schiavone.
Questo escamotage basterà a far si che l’ampliamento possa muovere finalmente i propri passi verso il proprio scopo? Crediamo proprio di sì viste le carte, infatti il SUAP, condotto dall’attento funzionario Aldo Trabucco, ha prontamente rilasciato una autorizzazione di variante (la n° 4 del 19/04/2019) che a differenza della prima recita: “costruzione di un manufatto da adibire in parte ad attività ricettiva con annesso ristorante, in parte ad alloggi residenziali – realizzazione di una strada interna privata e realizzazione di opere di sostegno”.
Praticamente quasi uguale alla n°1 di febbraio, con la fondamentale aggiunta delle particelle 119, 120 e 121, che portano in dote una volumetria più ampia pur essendo inutilizzabili dal punto di vista edificatorio sommando tutte tre la superficie totale catastale di 181 metri quadrati.
Comunque la circostanza della richiesta di variante è abbastanza curiosa, sicuramente una coincidenza, essendo stata presentata il 25 febbraio 2019, qualche giorno dopo il nostro ultimo articolo sull’argomento M2M s.r.l.; potenza della stampa!
Spulciando i registri del Conservatore di Santa Maria, abbiamo notato un altro paio di incongruenze degne di nota.
La prima è relativa alla reale proprietà delle tre particelle sotto esame; esse risultano infatti di proprietà dei signori IRACE Massimo, Claudio e Maurizio, ma la proprietà viene trasferita alla M2M srl a mezzo di un atto tra la stessa M2M ed un tale signor Di Pietro Massimo (classe ’76), che detiene l’area per possesso ultraventennale; chi è costui? Un dipendente dell’azienda di Schiavone, testimoniato dalla bella foto in primo piano sulla sua pagina Facebook sotto braccio del dottore Schiavone. Un po’ curioso che Schiavone acquisti una strisciolina di terreno insignificante per i tanti ma esiziale per i suoi scopi immobiliari, e che questa sia detenuta proprio da un suo prestanom….opps, dipendente!
La seconda anomalia è figlia delle date, maledette date. Infatti, l’autorizzazione SUAP n° 4 parla di una richiesta di variante del 25/02/19, mentre l’atto di compravendita (chiamiamolo così) è del 22/03/19. Sembra strano che un funzionario attento come il sig. Aldo Trabucco non si sia accorto di aver rilasciato un’autorizzazione alla soc. M2M a costruire su un terreno che solo dopo un mese sarebbe divenuto di proprietà della famiglia Schiavone. Ma vabbè, essendo posseduto dal dipendente Di Pietro, chi vuoi che si sarebbe opposto…il terreno era considerato già in portafoglio!
Il nostro dottor Schiavone, ad osservarlo bene sembra un novello Rockerduck, antagonista storico di Paperon de Paperoni; il quale Rockerduck diventa sì ricchissimo, ma ogni tentativo di diventare ancora più ricco e potente naufraga miseramente, come quando durante la campagna elettorale per le comunali a Sessa il nostro Rockerduck sessano spiegava ai suoi dipendenti/elettori, quale fosse il vantaggio di avere un assessore nella futura giunta, tramite un tragicomico audio che ha fatto il giro del paese, nel quale egli dice: “…mio figlio che deve fare da solo, se viene eletto invece assieme ad Ida Zuccheroso, abbiamo due consiglieri, la maggioranza è fatta da dieci, due consiglieri abbiamo il venti per cento e chiaramente possiamo pretendere di avere la presenza in giunta. La presenza in giunta significa che noi possiamo pretendere di avere un assessore. Qual è l’assessore che può far piacere a noi? Quello delle politiche sociali e delle attività produttive. Io parlo di un “noi” perché se serve una cosa a me serve pure a voi, mi segui? Perché pure voi vi dovete fare una casa, vi serve una pratica sul comune, vi serve chi si interessa se vi arriva una bolletta pazza, cioè avere qualcuno che rappresenti la categoria (quella dei dipendenti M2M – ndr)”.
Categorie speciali o bollette pazze discorrendo, qua sembra che tutto l’equilibrio della galassia della giunta Sasso ruoti sempre più intorno alla stella della M2M srl e dei suoi interessi economici, con buona pace delle frazioni, del turismo, del mare e del patrimonio storico archeologico sessano, che potrebbe rappresentare il vero volano del territorio.
Chissà se questa nuova inchiesta di AppiaPolis generi qualche reazione nel muro di gomma dell’amministrazione comunale sessana, delle opposizioni (se esistono) e magari…hai visto mai!… destino dai torpori estivi qualche rappresentante delle forze dell’ordine curioso di capire se quanto da noi scoperto e raccontato rappresenti un illecito penale.