ROMA – “Sulla gestione della parte umida dei rifiuti urbani la Regione Campania è troppo indietro, serve completare almeno quegli impianti che sono stati iniziati, come quello di San Tammaro(Caserta) e che oggi è lì incompleto e abbandonato come una cattedrale nel deserto. Con impianti di compostaggio pubblici e aerobici, e con la buona pratica del compostaggio di comunità, è possibile evitare future crisi dei rifiuti, almeno per la provincia di Caserta; certo non basta il solo impianto di San Tammaro, ma sarebbe un buon inizio” dichiara la senatrice Vilma Moronese(M5S) e Presidente della Commissione Ambiente che ha presentato una nuova interrogazione per sapere se la Regione Campania intende terminare l’impianto di compostaggio situato nel Comune di San Tammaro. Si legge nel testo dell’interrogazione “il giorno 16 marzo 2017, in 13a Commissione permanente al Senato, il sottosegretario di Stato, Barbara Degani, rispondeva all’atto 3-02745, dichiarando che il sito di compostaggio di San Tammaro in provincia di Caserta era in fase di completamento”. L’atto ispettivo n. 3-00785 presentato al Senato, che vedrà la risposta in commissione, è indirizzato al Ministero dell’Ambiente ed anche al Ministero dei beni culturali, in quanto sulla zona dove risiede la struttura fu apposto un vincolo nel 2013 dalla locale Soprintendenza, vincolo che secondo alcuni avrebbe compromesso l’ultimazione dell’impianto, ma che non appare esser possibile in quanto nel 2016 sempre lì dove vigerebbe il vincolo è sorto un impianto per la produzione di Biogas; l’interrogazione dei pentastellati sul punto chiede una risposta al MIBAC. “Come MoVimento 5 Stelle, io e i miei colleghi chiediamo che la Regione si adoperi con urgenza per la gestione dell’umido almeno per la provincia di Caserta, paghiamo tutti, da luglio 2015, 120.000€ al giorno di sanzione europea proprio per la cattiva gestione dei rifiuti in Campania. Recentemente la Regione ha già annunciato che sta individuando dei siti per stoccare i rifiuti quando a settembre prossimo si fermerà l’inceneritore di Acerra per 40 giorni, ma abbiamo il timore che la cosa possa non esser gestita al meglio, ed è fondamentale che la parte putrescibile dei rifiuti che è quella più pericolosa sia lavorata separatamente. Avere impianti pubblici di compostaggio aerobico ci permetterebbe di evitare eventuali crisi, siamo pronti ad aiutare la Regione se manifesterà questa volontà” conclude la Moronese.