CONSORZI DI BONIFICA: VIGLIONE E MUSCARÀ DEI 5 STELLE SI SVEGLIANO DAL LETARGO

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di Salvatore Zinno

Ogni tanto è bello registrare il risveglio di qualche assonnato consigliere regionale della Campania, che pur investito dei poteri che il mandato elettivo gli ha consegnato per volontà popolare, spesso nicchia e sbadiglia su taluni argomenti, salvo poi stiracchiarsi e tossire qualche parola…in questo caso interrogazione in forma scritta al Presidente De Luca.

Argomento del giorno: il Consorzio Aurunco di Bonifica.

Belle addormentate del giorno: i consiglieri Marì Muscarà e Vincenzo Viglione.

Non ce ne vogliano i consiglieri citati, alle porte della primavera è doveroso registrare il risveglio dal letargo di tutte le specie del creato, compresa quella dei consiglieri regionali campani.

Per l’appunto, sembra il ritorno dal letargo, il presentare una interrogazione consiliare su un argomento del quale la terza Commissione Speciale Terra dei Fuochi, presieduta dal consigliere Zinzi, ha abbondantemente trattato l’estate scorsa, concludendo le audizioni addirittura con un sopralluogo sui luoghi facendosi accompagnare dal direttore ARPAC di Caserta e dal Direttore del Consorzio Aurunco di Bonifica. Sopralluogo, è bene dirlo, al quale non ha partecipato nessuno degli altri sedici componenti; ok sì dirà: era il 10 agosto, e chi vuoi che rinunci alle ferie agostane per andare a spanno per campagne? Ma tant’è!

Inutile sottolineare che la gentile consigliera Marì Muscarà è componente della commissione succitata ed ha partecipato ad alcune delle audizioni tenutesi in regione prima del fatidico sopralluogo, quindi era ben a conoscenza di ciò che la commissione, di cui fa parte, si stava occupando; ovvero Consorzio Aurunco di Bonifica, stato di deficit finanziario e inquinamento dei canali di scolo.

Ma veniamo al testo dell’interrogazione; i consiglieri penta stellati, pongono l’accento sul recente contributo economico che la Regione ha destinato al consorzio sessano: tre milioni di euro sul bilancio di previsione 2019-2021.

Testualmente scrivono: “…quali interventi si prevede di porre in essere per la rimozione dei rifiuti dal canale, anche alla luce del notevole contributo regionale stanziato…”. Gli fa eco il consigliere Viglione, il quale sulla sua pagina facebook, addirittura scrive: “…anche tre milioni di euro incassati con l’ultima legge di stabilità…”.

Quindi ricapitolando, Muscarà e Viglione, nell’interrogazione parlano di un contributo “stanziato” e successivamente Viglione parla di un contributo “incassato”. Ma sentiti gli uccellini che cinguettano per l’aria, ci siamo persuasi che la verità sia un’altra; ovvero i tre milioni, il consorzio sessano, non li ha visti e non li vedrà mai!

Perché, facile dirlo…la storia dello stanziamento dei tre milioni, nasce da una “rapina” (politica) fatta ai danni degli incolpevoli lavoratori del disciolto Consorzio di Bonifica Valle Telesina. La storiaccia di questo altro consorzio, inizia circa vent’anni fa, quando la Regione Campania decide di sopprimerlo affidando competenze e personale al Consorzio di Bonifica Sannio Alifano.

Qui però sorge il primo intoppo, il consorzio Sannio Alifano, decide di prendersi il territorio del Valle Telesina ma non il personale; ovviamente per tutti questi anni, ha incassato il dovuto in termini di imposte di bonifica e di irrigazione dal nuovo territorio incamerato lasciando per strada gli incolpevoli dipendenti, i quali sono sopravvissuti a suon di decreti ingiuntivi contro la Regione e di cause arrivate fino al Consiglio di Stato uscendone sempre vittoriosi ma senza un posto di lavoro.

Nell’autunno passato, i dirigenti del settore agricoltura della Regione, tirano fuori il cilindro dal cappello; con un patto di ferro stretto con l’attuale presidenza del Sannio Alifano, decidono di far stanziare una somma di otto milioni in favore del Sannio Alifano a patto che prendesse in carico quei lavoratori abbandonati e li reimpiegasse accompagnandoli garbatamente alla pensione. Tra una riunione e l’altra, i milioni da otto diventano sei, ma l’affare resta valido…d’altronde ci troviamo tra gentiluomini!

Condizione non sempre scontata, infatti, a poche ore dal voto della legge di stabilità, andata in aula il 29 dicembre scorso, ecco il blitz dell’Onorevole Gennaro Oliviero, il quale punto nell’orgoglio, non accetta che quella bella somma andasse tutta verso il Matese e nulla a casa sua, ovvero il suo feudo di Sessa Aurunca. Ecco che riesce a brigare, impicciare, discutere, mediare, ecc. ed i sei milioni del Sannio Alifano, destinati a lavoratori che da vent’anni aspettano una raddrizzata alle loro grame sorti, vengono divisi per due: tre milioni al Sannio Alifano e tre milioni all’Aurunco.

Questa brillante operazione fa sobbalzare gli strateghi dell’agricoltura regionale, i quali, all’indomani dell’epifania, si affrettano a chiarire che i tre milioni cadauno sono fruibili a seguito di presentazione di progetti di valorizzazione territoriale che prevedano l’assorbimento delle unità lavorative della gestione liquidatoria del Consorzio di Bonifica Valle Telesina. Letto, firmato e sottoscritto, l’udienza è tolta.

Alla fine della fiera, i tredici dipendenti superstiti del Valle Telesina, si trovano ancora in terra di nessuno ed i consorzi di Sessa Aurunca e Piedimonte Matese potranno beneficiare dei loro rispettivi tre milioni, solamente leggendo i post autocelebrativi dell’Onorevole Oliviero, del Sindaco di Sessa Silvio Sasso e di tutto il solito teatro che li accompagna.

Della giustezza di questa nostra tesi, troviamo conforto nelle parole del consigliere delegato all’agricoltura della Regione Campania, nonché capo segreteria del Governatorissimo De Luca, avvocato Franco Alfieri, il quale rivolgendosi ad una delegazione di operai che lo aveva incontrato qualche settimana fa, ha esclamato: “grazie a quella porcheria, della legge 60 (legge di stabilità regionale n.d.r.) messa in atto da qualcuno, tredici persone stanno in mezzo alla strada e voi non prenderete un bel niente…”, concludendo con un laconico: “…solo chi non lo vuole capire non lo capisce…”. Ovviamente ottenendo il risultato di lasciare esterrefatti i suoi interlocutori.

Raccontati questo popò di fatti, ci chiediamo su quanti cuscini stiano sonnecchiando i nostri consiglieri dei cinque stelle, non avendo ancora capito (loro che vivono nelle stanze della Regione) che i tre milioni sono solo un bluff?

Viglione è componente sia della VII commissione Ambiente che della VIII commissione Agricoltura, con poteri specifici per lì’irrigazione e la bonifica, la Muscarà è componente della Speciale Terra dei Fuochi, hanno quindi gli strumenti per intervenire.

Invece di preoccuparsi di come si intende spendere dei soldi che non ci sono, perché non si adoperano per tentare di risolvere l’annoso guaio che investe il consorzio Aurunco, con tutto lo strascico di problemi che rigetta sul territorio e sulle popolazioni aurunche?

Perché non affrontano di petto il problema dei tredici dipendenti del Valle Telesina, restituendo loro la giusta dignità che meritano dei lavoratori e padri di famiglia?

E soprattutto, perché non danno evidenza dei pasticci che combinano alcuni loro colleghi consiglieri, e li definiamo pasticci per carità di patria!

Quindi, su forza, sveglia ragazzi, il sole è sorto e le stelle (quelle della notte) lasciatele da parte…oggi è un nuovo giorno!