ROMA – Nella giornata di mercoledì 27 febbraio, il presidente dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada Onlus, Alberto Pallotti, ha preso parte all’audizione inerente le modifiche al codice della strada presso la IX commissione permanente Trasporti, poste e telecomunicazioni della Camera dei deputati di Roma (a seguire l’intervento del presidente Alberto Pallotti https://www.facebook.com/835104250161489/videos/2261213034120073/).
Hanno partecipato al tavolo tecnico l’A.I.F.V.S.; l’Associazione Motociclisti Incolumi Onlus (A.M.I.) nella persona del vice presidente Marco Comelli; l’Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze (A.N.P.A.S.) con il presidente Fabrizio Ernesto Pregliasco ed il componente della direzione nazionale, Lamberto Cavallari; l’Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale (A.S.A.P.S.) con il presidente Giordano Biserni ed il vice presidente Luigi Altamura.
Alberto Pallotti ha proposto 18 modifiche alle leggi funzionali, attualmente, alla sicurezza stradale (a seguire il documento ufficiale https://www.facebook.com/Onlusaifvs/posts/1944808128980586).
Ecco i punti focali:
- adeguamento dispositivi luminosi per i velocipedi in ore notturne;
- sensori di parcheggio “Salvabimbi”;
- modifica Art. 142 comma 1;
- rendere più agevole e più’ efficace il controllo della velocità alle forze dell’ordine;
- installazione dispositivo Isa, per la limitazione automatica della velocità;
- dispositivi rilevazione tasso alcolemico;
- esclusione dell’art. 186 dal fatto di lieve entità penale;
- il trasporto scolastico;
- modifica dell’art. 172 comma 4;
- adeguamento articolo 172 comma 10 del cds;
- modifica dell’art. 142 comma 12 ter in termine di investimenti dei proventi dalle sanzioni relative all’eccesso di velocità;
- modifica dell art. 142 comma 12 quater per la rendicontazione;
- modifica art. 171 del cds.
- Il casco obbligatorio:
- aumentare le sanzioni per le violazioni dell’art. 188 sosta dei veicoli riservati alle persone diversamente abili;
- modifica articolo 195 2 bis e art. 6-ter della legge 160/2007;
- art. 211 cds.
- Il ripristino dello stato dei luoghi:
- educazione stradale.
- Art. 230 cds: art. 173 comma 3 bis.
- L’uso dello smartphone;
- divieto di sosta 158.
Inoltre, nel testo posto all’attenzione della commissione, diversi punti aggiuntivi: “E’ necessario incentivare la produzione ed installazione di guard rail o altri sistemi per proteggere i motociclisti – si legge -. Non si può più negare il fatto che i vecchi sistemi siano pericolosissimi per i veicoli a motore a due ruote. Esistono numerosi sistemi efficaci, basta avere la volontà di usarli. Si potrebbe procedere gradualmente, per le nuove installazioni e per la sistemazione di quelle che devono essere sostituite, per poi arrivare ad adeguare tutto. E’ necessario, inoltre, aver ben presente il concetto di responsabilità dei gestori delle strade. Il trasporto stradale rappresenta un business enorme. Chi gestisce le strade può contare su profitti elevati e ne deve rispondere chiaramente, in termine di sicurezza e di gestione trasparente. I casi degli ultimi anni, dalla tragedia del cavalcavia dell’A16 allo schianto del bus ungherese a Verona, al crollo del ponte di Genova mettono in luce una realtà che esiste. Va normata la responsabilità del gestore e fissati dei limiti precisi. Come precedentemente accennato, è necessario creare un organo di controllo generale, una commissione permanente, una tavola rotonda con tutti gli enti, a livello centrale e non periferico come oggi accade, con scarsi risultati. E’ necessario che venga favorito l’inserimento di membri delle associazioni o della società civile. Chiediamo l’istituzione di una commissione della sicurezza dei trasporti con la presenza di associazioni o di membri della società civile. Chiediamo che il sistema delle statistiche sia aggiornato. Abbiamo dei casi gravissimi dove i feriti muoiono dopo diversi mesi dall’incidente stradale ma non sono conteggiati, sottostimando la strage stradale. Pensiamo di includere in qualche modo i casi di suicido derivanti dalla morte di un familiare strettissimo, come il caso della mamma di Alex di Stefano, conteggiata nei decessi da suicidio, ma in realtà vittima dello stesso incidente stradale dove è scomparso il figlio. Esiste un reato di istigazione al suicidio. Quando ammazzano un figlio drogati ed ubriachi, in contromano, un genitore può non reggere e ‘decidere’ di togliersi la vita. Sembra un gesto volontario ma non lo è. Pensiamo anche ai casi nei quali sopraggiungono morti o gravi conseguenze di salute ai familiari che vengono raggiunti dalla notizia del decesso di un loro congiunto. Anche in questo caso sfuggono alla percezione. Qui si parla di statistiche che rappresentano un fenomeno e che ne determinano leggi, provvedimenti speciali, sentenze nei tribunali. La nostra associazione conta molti più morti dei 3200 che riportano le statistiche ufficiali. Va creato un organo per la raccolta dei dati oppure va inserito, nell’istante, un rappresentante delle associazioni in grado di portare all’attenzione i casi più rilevanti. Per quanto concerne il discorso Rally, crediamo che nel codice della strada vadano normati precisamente oppure vietati. Troppe volte assistiamo ad incidenti gravissimi provocati dai rally. Tra l’altro il messaggio che si possa correre per strada, è sbagliato. Le strade non sono fatte per correre; se vengono imposti dei limiti di velocità, significa che è pericoloso andare più forte. Permettere deroghe per queste manifestazioni significa assumersi un rischio cosciente di eventuali effetti dannosi. Noi capiamo gli interessi e le esigenze di tutte le categorie, ma non possiamo tollerare che per il divertimento o il guadagno di pochi, si danneggi la salute e la vita umana. Chiediamo una regolamentazione, così come la diffusione di un messaggio chiaro, ovvero che le strade non sono fatte per correre”.
“L’associazione italiana familiari e vittime della strada Onlus – afferma Alberto Pallotti – deve, purtroppo, rilevare che, nonostante gli sforzi e l’adeguamento del codice penale, con l’introduzione di una nuova fattispecie di reato legata all’omicidio stradale, sulle nostre strade si continua a morire. La strage non accenna a diminuire. Le ragioni sono molteplici: società che corre senza una meta precisa, mancanze di utenti e di gestori, mancanza di certezza del diritto, della pena e della quasi assente rieducazione del colpevole. Il codice della strada è obsoleto e va preso atto, con gratitudine, che il nuovo governo ha iniziato l’iter per la revisione di questa importante legge. Un provvedimento che può cambiare in meglio l’attuale situazione. La nostra associazione può proporre diverse modifiche, sia di carattere peculiare, come correzioni di errori, che di carattere generale, per fornire una linea guida che valga da ispirazione per chi poi procederà alla stesura. Ringrazio – conclude – l’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada sede di Paola per aver pubblicato il video integrale delle mie dichiarazioni in qualità di presidente”.