CANCELLO ARNONE – Si è appena concluso l’evento relativo al mese di Febbraio ed i componenti di Letteratitudini, il sodalizio culturale operante sul territorio di Cancello ed Arnone, e nell’intera piana del Basso Volturno, sta già pensando all’argomento da affrontare nel nuovo evento di marzo. Marzo è un mese fantastico, dice Matilde Maisto, coordinatrice del gruppo letterario, è spontaneo cantare senza remore “È primavera… svegliatevi bambine, alle cascine, messere aprile fa il rubacuor”, così cantava Alberto Rabagliati nella sua ‘Mattinata fiorentina’. Era il 1941 e l’esplosione della diffusione della radio portava nelle case di tutto il Paese una nuova musica e una lingua, l’italiano, sempre più condivisa al di là dei tanti dialetti. Ogni lunedì sera l’Ente italiano per le audizioni radiofoniche (Eiar) mandava in onda il ‘Canta Rabagliati’, la trasmissione che consacrò la celebrità dell’artista milanese, in cui venivano riproposti i sui pezzi più famosi, quasi sempre incentrati su amore, emozioni, sentimenti. Ma ‘Mattinata fiorentina’ fu il motivo in grado di superare epoche storiche e mode, diventando parte della nostra cultura musicale: un inno al risveglio della natura e dei sentimenti. “Da sempre la primavera è fonte di ispirazione per musicisti e cantautori. Le radici sono molto antiche e hanno a che fare con la tradizione dei trovatori e dell’amor cortese: poesie messe in musica, in cui il tema dell’alternarsi delle stagioni, in particolare il risveglio primaverile, è visto come metafora di rinascita”. Un messaggio che si ritrova trasversalmente in molte culture, religioni e momenti storici. “Quello della continua rinascita è un valore che fonda l’essenza stessa della cultura dell’uomo: è al centro della Pasqua – l’elemento più importante della cristianità – ma si ritrova anche nella mitologia greca, nelle tradizioni africane o asiatiche, ognuna con il proprio bagaglio di narrazioni, canti, usanze”. Nella musica leggera italiana sono moltissime le canzoni che raccontano di amori, speranze e attese che si realizzano nei mesi della primavera. “Claudio Villa cantava nel 1951 la ‘Canzone di primavera’, il “‘più bel fiore sbocciato al sole’” da donare all’amata. Ma in anni più recenti ricordiamo anche Mina, che ne ‘La pioggia di marzo’ cantava “la speranza di vita che porti con te”, o Riccardo Cocciante che in ‘Primavera’ afferma “‘sarò il tuo contadino e tu la terra mia… poi spargerò il mio seme nella tua verde valle e aspetteremo insieme che venga primavera’ . “Scenari diversi in cui il risveglio dei sensi favorisce il desiderio di nuovi amori o di cambiamenti, anche in senso collettivo, come testimoniano canzoni di matrice sociale come ‘Primavera a Sarajevo’ di Enrico Ruggeri o ‘Primavera a Praga’ di Francesco Guccini”. In alcuni casi, poi, la bella stagione fa da contraltare a delusioni o tormenti interiori. “Gli esempi vanno dalla nota canzone dei Dik Dik, ‘Il primo giorno di primavera’, al successo di Loretta Goggi, ‘Maledetta primavera’. La bellezza della natura fiorita diventa allora un motivo di consolazione per l’animo afflitto, o di aspirazione a una vita più leggera”, “Proprio come suggeriva il cantautore bolognese Luca Carboni, nella sua ‘Primavera’, scritta alla fine degli anni ’80″, “‘È primavera, e torna come allora una voce che dice: lascia ad altri i progetti troppo lunghi, arricchisci il tuo tempo e non cercare più del pane quotidiano; lasciati andare alla vita e non disperarti mai”. Naturalmente in letteratura “La Primavera” è stata cantata in ogni forma e da tutti i poeti sia quelli noti che quelli meno noti, come ad esempio: Ada Negri: Primule; Cesare Pavese: Primavera; Un boschetto di meli: Saffo; E’ dolce Primavera: Virgilio; Luigi Pirandello. L’evento avrà luogo il 20 Marzo p.v. alle ore 19,30, come sempre presso il salotto letterario di Matilde Maisto, sito a Cancello ed Arnone in V.le Europa n. 33. La data è stata stabilita in concomitanza del compleanno del padrone di casa Giovanni Cacciapuoti, che come per gli altri anni sarà lieto di brindare con la sua famiglia e tutti gli amici di Letteratitudini.