PESCARA – Riceviamo e pubblichiamo l’articolo di Carla Caputo.
“La poesia è l’arte di far entrare il mare in un bicchiere”. Così Italo Calvino spiegava il senso “altro” della poesia, terreno spesso sconosciuto, ma di un indicibile fascino. Proprio su questo fascino, sia della vita, sia della poesia che Alessandro De Cerchio (classe ’68, Pescara) si sofferma, dando origine alla sua “opera prima”, ovvero la raccolta poetica “Come il mare”, edita dalla casa editrice “Masciulli Edizioni” di Alessio Masciulli. La poesia è una forma di libertà del pensiero, seppur con le sue esigenze di musicalità e, dunque, di una struttura più o meno essenziale. Sa essere ‘come il mare’ per cui col tempo mi è sembrato naturale indirizzare questa mia raccolta in tal senso”. Così il poeta De Cerchio, scrive in quarta di copertina, sintetizzando al meglio <<l’essenza>>, appunto, della sua collana composta da 50 poesie. Di stampo prettamente crepuscolare, coltivante delle piccole cose rientrando in quel “correlativo oggettivo” montaliano, il poeta descrive il quotidiano, le piccolezze della vita che si fanno trama dell’intera raccolta oggettivandosi anche nei titoli; ad esempio “Occhi”, “Il bacio della buonanotte”, “Smalto”, “La finestra” o ancora “La notte”, “La Coperta”. Gesti, oggetti che spesso passano inosservati, ma all’occhio artistico diventano essenziali, fino ad inserirsi in una dimensione – potremmo dire – “marina”, dove tutto torna e tutto cambia. “La poesia – afferma De Cerchio – è spesso considerata ostica, elitaria. Io desidero sfatare questo luogo comune, e la concepisco come un ‘microracconto’; con un linguaggio curato ma comprensibile sia nella forma sia nel contenuto e che sia evocativa, anche figurativamente. Per me, l’importanza delle cose non è legata alla loro grandezza, ma alla loro sostanza. Di certo, però, il tessuto delle piccole cose è fondamentale nello sviluppo della trama della nostra esistenza”.
A farsi strada nella collana poetica. che definirei “di perle”, anche la malinconia e, soprattutto, l’amore. Nella mancanza del soggetto amato si legge sconforto, dolore, ma nel “nostro tramonto” ovvero dell’amata e dell’amante, si avverte sempre una componente fondamentale per l’essere umano: la speranza. “L’amore – continua De Cerchio – racchiude le gioie e i dolori della vita, ma ne esalta la potenza; senza ombra di dubbio è il sentimento più forte. Di conseguenza, è normale parlarne ed è normale che le esperienze personali, con tanto di mancanze e di presenze, abbiano il loro peso. Amo i tramonti e le albe, con i loro colori particolari, per cui alcuni di essi lasciano un segno nella nostra memoria, che è parte di noi; dunque non va trascurata. Mi sento – conclude il poeta – di dire ai giovani scrittori, di essere sempre se stessi, di dare fondo agli abissi delle emozioni, per esprimere le verità dell’anima e del cuore e raccontare, così, la vita senza filtri”. Il poeta che si riconosce nella celebre frase di Pierangelo Bertoli “un guerriero senza spada, con un piede nel passato e lo sguardo dritto e attento nel futuro”, trova lo stimolo della scrittura “in ogni campo del vivere”, riversandoli poi, nella poesia fortemente influenzata – anche a livello musicale – da cantautori come Dalla, De André e da scrittori come Bukowski e Mazzantini. Il mare e la poesia diventano un tutt’uno in “Come il mare” che, ad un anno dalla sua nascita, sarà presentato per l’ultima volta, assieme ad altri autori di Masciulli Edizioni, presso il Mondadori Point del centro commerciale “Il Centauro” a Chieti. Nel cassetto, intanto, una nuova raccolta, di imminente uscita (s’intitolerà “L’essenziale”) di cui stimoliamo la curiosità con alcuni versi di “Come il mare”: “Io vivo come il mare/irrequieto i giorni dispari/ e tranquillo i giorni pari/ bianco e azzurro senza fine”.