CASERTA – Giovedì 14 febbraio, ore 17, presso “La Canonica” – piazza Alfonso Ruggiero (alle spalle del Comune) , Caserta e la sua storia nel Primo ‘900. Una riflessione partendo dal libro “Tra regime e burocrazia” (Caserta 1935 – 1945) di Fosca Pizzaroni. Con l’autrice intervengono: Gianni Cerchia e Paolo Franzese. Modera Felicio Corvese. Coordina Antonio Malorni. Segue dibattito.
La tessitura del volume mira a testimoniare le relazioni fra la vicenda della soppressione nel 1927 della provincia di Terra di Lavoro e sulla costituzione nel 1945 di quella di Caserta e la storia della pubblica amministrazione attraverso i ruoli delle principali figure di funzionari operanti in periferia: prefetti, viceprefetti, commissari ministeriali.
Sarebbe riduttivo considerare questa ricerca soltanto come un tuffo nella storia locale: sono, infatti, significativi i legami con il quadro generale della storia italiana del secolo XX. Un’indagine esemplare, che mostra come dietro la storia amministrativa si celino sempre le ragioni di quella politica e sociale, agiscano i gruppi di interesse, si manifestino le contraddizioni presenti nei territori. Un labirinto locale viene così alla luce, rivelando la complessità di una società apparentemente unitaria che, invece, sotto l’analisi dello storico, mette a nudo tutte le sue fratture.
È, inoltre, importante notare come fra i due momenti della soppressione e della (parziale) ricostituzione della provincia casertana si collochi un episodio fino a oggi poco noto, costituito da un tentativo, esperito nel 1935, a seguito della visita del Duce a Caserta, di restituire alla città il ruolo di capoluogo. Qui entra in scena quello che sarà il deus ex machina della storia, il Viceprefetto Tito Ingarrica. Viene alla luce un gioco complesso, che si svela pazientemente leggendo in filigrana le carte. Il carteggio relativo a quel progetto, che allora non giunse a realizzazione, si trova presso l’Archivio centrale dello Stato.
Il punto della base documentaria della ricerca non è secondario: a lungo i temi della provincia e in generale quelli degli assetti amministrativi postunitari sono stati inquadrati nello schema binario del centralismo/decentramento. Solo a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, studi più puntuali – condotti, non per caso, negli archivi, sia in quelli provinciali che nei fondi dell’Archivio centrale dello Stato – hanno rivelato una realtà assai più complessa relativamente al centralismo italiano o “all’italiana”, come è stato definito.
NOTE STAMPA RELATIVE ALL’AUTRICE FOSCA PIZZARONI
Fosca Pizzaroni, con la qualifica di Archivista di Stato, presso il Mibac – Archivio centrale dello Stato, oltre ai compiti istituzionali che, tra l’altro, l’hanno vista membro di Commissione di sorveglianza sugli archivi del Ministero dell’Interno e del Dipartimento della Protezione Civile, ha insegnato storia delle istituzioni contemporanee nella Scuola di Archivistica Diplomatica e Paleografia dell’Archivio di Stato di Perugia; ha svolto docenze, Master e seguito tirocini per l’Università la Sapienza di Roma, per l’Università degli studi di Padova, per l’Università degli studi Mediterranea di Reggio Calabria e per l’IMES SICILIA (Istituto Meridionale di Storia e Scienze Sociali).
Attualmente svolge compiti di Ispettore archivistico onorario, e, per conto della Soprintendenza archivistica e bibliografica della Campania, ha collaborato al recupero e censimento degli archivi storici dell’Amministrazione Provinciale di Caserta e del Comune di Caserta.
Tra le pubblicazioni: Fonti per la storia delle Amministrazioni locali: la Direzione generale dell’Amministrazione civile, Divisione per le Amministrazioni comunali e provinciali del Ministero dell’Interno, conservata presso l’Archivio Centrale dello Stato. Esempi di ricerca, in Uni. Lecce – Dip. di Scienze storiche, geografiche e sociali, Per una storia delle Amministrazioni Provinciali Pugliesi. La Provincia di Terra d’Otranto (1861-1923), Licata Editore, 1994; Regno d’Italia e calamità (1860-1905), in Calabria 8 settembre 1905: dal terremoto alla ricostruzione, a c. di S. Castenetto e M. Sebastiano, PCM-DPC, 2007; con Paolo Franzese, Fuga dal sisma: percorsi migratori e solidarietà, in La grande ricostruzione dopo il terremoto del 1908 nell’area dello Stretto, a c. di S. Valtieri, CLEAR, 2008; Lo Stato liberale e la gestione dei sismi nella documentazione dell’Archivio centrale dello Stato, in “Il disastro è immenso e molto più grande di quanto si può immaginare”. Il sisma calabro-Siculo del 1908, a c. di L. Caminiti, Aracne Editore, 2010; Gli archivi degli organi centrali dello Stato, in Archivistica Speciale, a c. di G. Bonfiglio–Dosio, CLEUP, 2011; Armando Lodolini: 1943-1953, in 1943-1953. La ricostituzione della Storia. Atti del Convegno per il LX anniversario dell’Archivio centrale dello Stato, a c. di A. Attanasio, ACS, Collana di Studi e Ricerche, n. 3, 2016; I fiesolani confinati, in Il dissenso negato: fiesolane colpiti da provvedimenti di Polizia, a c. di S. Nannucci, Città di Fiesole, Quaderni d’Archivio, n. 9, 2017.