Il titolo tradotto in italiano del cult di Michel Gondy ci inganna: coglie in pieno il contenuto del film, ma ne falsa totalmente lo spirito. Non si tratta infatti di una commedia come tante che iniziano per “Se mi lasci ti…” , ma di un viaggio nella memoria. Uscito nel 2004, la pellicola scritta da Charlie Kaufman (sceneggiatore di “Essere John Malkovic”, “Il ladro d’orchidee”, “Confessioni di una mente pericolosa”) racconta la storia di Joel e Clementine. Un giorno, la ragazza stanca della relazione in fase di declino, decide tramite un esperimento scientifico, di farsi asportare dalla mente la parte relativa alla storia con Joel. Decide anche lui di sottoporsi allo stesso trattamento, dopo essere venuto a conoscenza della decisione della ragazza. Durante il procedimento però cambia idea, rendendosi conto di non voler cancellare i ricordi di quell’amore, che per quanto siano dolorosi sono parte fondamentale della sua esistenza. Mentre i ricordi svaniscono Joel riscopre l’amore per la sua Clementine e così lotta con tutte le sue forze per tenersi stretto ogni momento vissuto insieme, cercando di portare la ragazza nei meandri più profondi della sua memoria precedente, per nasconderla e custodirla lì per sempre. La situazione è al limite del surreale, eppure tratta temi estremamente umani. Il meccanismo complesso -ma allo stesso tempo efficace- di stravolgere una storia d’amore e ricomporla attentamente attraverso ogni singolo ricordo è sicuramente ben riuscito. Lo spettatore partecipa al viaggio nella mente di Joel, affronta insieme a lui le sue emozioni scaturite dai suoi ricordi. Ci sono i ricordi felici della sua infanzia, ci sono i momenti più dolorosi e c’è Clementine e la loro storia tormentata fatta di continui litigi e incomprensioni. Ma l’accettazione del dolore è una grande consapevolezza e conquista ed è forse uno dei più importanti messaggi che lascia il film. Anche quei momenti difficili ci hanno reso quello che siamo, e forse sono stati anche e soprattutto quelli la spinta per affrontare tutto il resto. La distanza con i protagonisti non si avverte, per quanto l’elemento surreale poteva risultare creare squilibrio, avvertiamo le loro debolezze e le loro fragilità.
Michel Gondy è un personaggio eclettico e le situazioni che riesce a creare sono in perfetto equilibrio tra realtà e finzione. La narrazione non lineare non destabilizza. Il risultato è un film pieno di spunti di riflessioni. Jim Carrey, che interpreta Joel , si dimostra brillante sia in ruoli drammatici che in quelli comici ma possiamo affermare che questa interpretazione, insieme sicuramente a quella in “The truman show” sia una delle migliori. “Se mi lasci ti cancello” parte dalla prospettiva più dolorosa per parlare dell’amore: la fine. Ma se è vero che l’amore non è eterno, allo stesso tempo è indispensabile. Amiamo perché non ne possiamo fare a meno, amiamo anche se non esiste il concetto ideale del “per sempre”. E quindi, possiamo prendere coscienza del fatto che l’amore ha il coraggio di non dimenticare ma di affrontare il dolore. E il finale ci lascia anche una grande speranza, a cui ci aggrappiamo con forza.