CAMPOBASSO, “BATTIBECCO MEDIATICO” TRA SCARABEO E DI LUCENTE

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CAMPOBASSO – A seguito delle esternazioni del consigliere Massimiliano Scarabeo sugli organi di stampa e su Facebook, di seguito la replica del presidente della Prima Commissione Andrea Di Lucente

“Essere accusato di non lavorare (falso) o di non lavorare bene (ancora più falso) da chi fa il consigliere nel tempo libero è davvero offensivo.

Il consigliere Scarabeo, che sulla questione del drug test obbligatorio ai consiglieri e agli assessori vuole ignorare le leggi, non può addossare agli altri le proprie mancanze. Non s’è preoccupato di studiare (come direbbe il presidente Toma), abbozzando una proposta di legge per strappare titoli sui giornali. Fa nulla, poi, se il testo non sta in piedi. E quando anche la struttura tecnica ha sollevato perplessità, non s’è preoccupato di aggiustare il tiro.

Da chi siede in consiglio regionale da molti più anni di me mi aspetto precisione, mi aspetto che possa insegnare a noi “neofiti” ciò che c’è da sapere. Invece qui siamo di fronte all’improvvisazione, al voler ignorare tutte le regole basilari. E alla strafottenza di chi crede di poter imbrogliare gli elettori.

In commissione abbiamo cercato di spiegare le ragioni delle perplessità, ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.

Personalmente ho votato a favore di quella proposta di legge perché sono convinto che, sebbene non ci siano obblighi di legge nel dover fare test antidroga, sia un segnale forte che la politica può dare ai cittadini. Come possiamo essere credibili nel voler lanciare una lotta contro le dipendenze se siamo i primi a sottrarci al drug-test? E’ onestà intellettuale quella che mi ha spinto a dire sì, ma nella mia relazione ho sottolenato la necessità di modificare la proposta. E ho chiesto che venisse messo a verbale la volontà di portare in aula il testo originale proprio per mostrarne le lacune.

Se esistono regole, non possiamo ignorarle né chiedere all’Assise regionale di farlo votando sì solo perché Scarabeo si impunta.

Si tratta, per giunta, di modifiche che avrebbe potuto apportare lui stesso se solo avesse letto le leggi in vigore in Italia o se avesse chiesto alla struttura regionale di illustrarle. Ma è difficile farlo quando in Regione non si è mai presenti. Quando si trascorre in consiglio regionale una decina di minuti a seduta se tutto va bene, è anche difficile riuscire ad avere un confronto, a cercare una sintesi.

L’appellativo di “sfaticato” che vuole attribuire agli altri dovrebbe usarlo innanzitutto con se stesso”.