NOTTI MAGICHE DI VIRZì&PICCOLO ALLA REGGIA DI CASERTA

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A cura di Dalia Coronato

Piazza Esedra anni ‘90. Mondiali di calcio e cinema nostrano. Paolo Virzì si rivede in video e sorride durante l’incontro con “Maestri alla Reggia”, la rassegna che organizza – in collaborazione con la rivista Ciak e l’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” – incontri cinematografici all’interno della cappella palatina della Reggia di Caserta.

Il regista livornese, insieme allo sceneggiatore Francesco Piccolo descrivono “Notti magiche” vissute nella città eterna. Il film, in sala dall’ 8 novembre 2018, racconta di un noto produttore italiano trovato morto nelle acque del Tevere e mostra la storia di tre ragazzi ( interpretati da Mauro Lamantia, Giovanni Toscano, Irene Vetere)  finalisti del premio Solinas sospettati di omicidio, mentre tifosi italiani assistono alla sconfitta della nazionale durante la semifinale di Coppa del Mondo.

Il sogno giovanile di diventare dei bravi registi si mescola con le illusioni create dalle luci calde della capitale. I giovani rincorrono visioni e incantamenti dettati dal mondo dello spettacolo e dagli incontri con vecchi produttori, registi e miti di un tempo poco lontano. Il clima sereno che si respira sui gradini del presbiterio dove siedono i maestri del cinema è lo stesso che si respira sul set, confessa al pubblico il casertano Francesco Piccolo: “ Sono maturato a Roma, dove si sentiva una generazione che si riscattava, e quel sogno tanto inseguito dai tre ragazzi nel film, rappresenta la voglia di rincorrere un desiderio, indipendentemente dal successo o dal fare cinema. Quello che conta è la passione”.

Roma ha qualcosa di fiabesco che ci fa dire: Io voglio stare qui, tutta la vita!” continua Virzì, ormai romano dal 1985. La commedia un po’ all’italiana, un po’ giallo, un po’ avventura inconsapevole, abbozza immagini e descrizioni di ricordi vissuti dal regista-ragazzo. Personaggi caratterizzati con precisione, stereotipi e figure riconoscibili di quel periodo sono al centro di un opera che insegue memoria e nostalgia, tra il colosseo, le ville e le cene. Roma è tante cose, ma soprattutto è cinema anche nell’epoca di Craxi, monetine, tangentopoli, voglia di ballare e ballerine.