ARCHIVIO E FELICORI, MEMORIA CORTA & LACRIME

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di Costantino Beltrami

archivi di stato felicori ARCHIVIO E FELICORI, MEMORIA CORTA & LACRIMECon il fazzolettino in mano e la lacrimuccia nell’occhio, alcuni casertani, hanno salutato singhiozzando l’ex Direttore della Reggia, ritornato a casa perché ha raggiunto l’età della pensione. A differenza di quanti interessatamente lo hanno adulato, noi lo abbiamo disinteressatamente criticato, nel merito della gestione e gli abbiamo ricordato che avrebbe dovuto dirigere un museo, un signor museo e non un circo equestre, in cui si facevano favori e piaceri agli amici e compagni di partito e si aggrediva con volgarità ed arroganza chi osava dissentire dal “verbo”. Tanti hanno usato il potere di Felicori, a Caserta e non solo, tra questi i nemici dell’Archivio di Stato. Quando Felicori è arrivato non era ostile, ma lo è diventato perché così voleva il sistema, si è prestato a raccontare frottole, lo ha fatto quando ha indossato i panni del responsabile dell’Archivio della Reggia, lo ha fatto quando insieme con l’ispettore Gabriele Capone hanno confabulato cacciando fuori dalla riunione la ex direttrice dell’Archivio di Stato dottoressa Luigia Grillo, per costruire un castello di menzogne, quella relazione ispettiva costruita ad hoc, per coprire le responsabilità e trovare un capro espiatorio.  Ora Felicori  non conta più niente e il dottor Gino Famiglietti ha un amico potente in meno cui chiedere copertura: deve solo sperare che il Ministro resti tra le braccia di Morfeo, perché qualora Bonisoli si svegliasse, finalmente verrebbe scoperchiato l’imbroglio. Vi dimostreremo che Gino Famiglietti mente e sta barando. Il 10 agosto 2018, con provvedimento del 06.08.2018 avocava a sé la direzione dell’Archivio di Stato di Caserta, in quanto il 24 luglio 2018! aveva ricevuto e protocollato al numero 17931 la relazione dell’Ispettore Capone nella quale erano emerse criticità per l’Archivio di Stato di Caserta! Premesso che l’esposto del Comitato risaliva a febbraio 2018, perché acquisire il verbale solo il 24 luglio 2018, cioè dopo il 18 luglio, data dell’incontro con il comitato, se non strumentalmente? Le norme dicono: “La Direzione generale Archivi svolge le funzioni e i compiti relativi alla tutela e alla valorizzazione dei beni archivistici. Con riferimento all’attività di tutela esercitata dagli Archivi di Stato e dalle Soprintendenze archivistiche, la Direzione generale esercita i poteri di direzione, indirizzo, coordinamento, controllo e, solo in caso di necessità ed urgenza, informato il Segretario generale, avocazione e sostituzione, anche su proposta del Segretario regionale”. (Vedi compiti della DGA dal sito Mibac). La situazione dell’Archivio è nota, non c’era nessuna novità e nessuna urgenza, solo la necessità di liberarsi di una direttrice scomoda e bloccare il Comitato che era riuscito ad arrivare alla porta del Ministro, un rischio troppo grosso da correre e pertanto da scongiurare, con le buone o con le cattive. Inoltre “In particolare, la Direzione generale:
a) provvede alla razionalizzazione degli immobili e degli spazi destinati agli archivi, al fine del miglioramento dell’efficienza e del contenimento della spesa, stipulando a tal fine convenzioni con l’Agenzia del demanio, le Regioni e gli enti locali e promuovendo la costituzione di poli archivistici per il coordinamento dell’attività degli istituti che svolgono funzioni analoghe nell’ambito dello stesso territorio” ( sito DGA Mibac)
. Nulla di tutto ciò è stato fatto e ad oggi c’è solo un ambiguo comunicato del 20 ottobre: ci risulta che a Pastorano andranno un po’ di carte, le altre resteranno in via dei Bersaglieri. Quindi: pagheremo un nuovo fitto pluriennale per l’outsourcing, continueremo a pagare il fitto in via dei Bersaglieri, mentre dovrebbero partire i lavori per un allestimento provvisorio per una sala studio negli spazi ex aeronautica, costo 300.000 euro! Soldi, soldi, e cumuli di menzogne. Sarebbe stato necessario solo acquistare degli scaffali compattati, da collocare nei piani interrati dell’ex aeronautica in Reggia per accogliere 13 km lineari di documenti. Non lo diciamo noi ma il progetto che vi alleghiamo. Ora il dottor Gino Famiglietti è nudo. Se qualcuno avesse dubbi il nemico numero uno dell’Archivio di Stato di Caserta è lui, resta da capire cosa ne vuole fare di quegli spazi assegnati in Reggia che lui evidentemente vuol adibire ad altro, ben sapendo che non può. Resta il silenzio dell’Università che invece avrebbe molto da dire. Caserta svegliati: ti stanno fregando anche stavolta!

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