CASAPESENNA (CE) – Nel pomeriggio di ieri, nel Comune di Casapesenna, personale della Squadra Mobile di Caserta ha tratto in arresto Francesco NOBIS, 54 anni, perché colpito da un Ordine di Carcerazione emesso il 30 novembre 2018 dalla Procura della Repubblica presso la Corte di Appello di Napoli, per l’espiazione della pena residua di mesi 6 e giorni 15 di reclusione, in quanto condannato per i delitti di favoreggiamento personale e procurata inosservanza di pena, aggravati dalla finalità mafiosa.
In particolare, Francesco NOBIS fu tratto in arresto in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale nel 2015, unitamente a Filippo CAPALDO, 41 anni, pregiudicato, nipote di Michele ZAGARIA, Carmine Domenico NOCERA, 50 anni e Gesualda ZAGARIA, 52 anni, sorella del boss Michele ZAGARIA, capo dell’omonima fazione del clan dei Casalesi.
In particolare, Francesco NOBIS , alias “ciccio o nir”, operaio edile, secondo le convergenti dichiarazioni di alcuni c.d.g., aveva realizzato alcuni dei bunker dove aveva trovato rifugio il boss Michele ZAGARIA durante la sua lunghissima latitanza.
All’uopo, si rappresenta che i soggetti sottoposti ad indagine erano ritenuti gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di associazione mafiosa – clan dei Casalesi – gruppo ZAGARIA, di concorso esterno in associazione mafiosa, di favoreggiamento personale, di intestazione fittizia di beni e di ricettazione, tutti aggravati dalle finalità mafiose.
Le ordinanze cautelari riguardavano alcune vicende relative agli esiti delle investigazioni condotte nei confronti del segmento mafioso “degli ZAGARIA” e, in particolare, dell’architetto NOCERA Carmine Domenico, di CAPALDO Filippo, dell’imprenditore edile NOBIS Francesco e di Gesualda ZAGARIA.
Le attività di indagine, basate su attività di intercettazione, sui servizi di osservazione e sulle dichiarazioni dei collaboratori di Giustizia, permettevano di accertare come Carmine Domenico NOCERA aveva incontrato, più volte e durante la sua latitanza, Michele ZAGARIA, fornendo un costante apporto al clan e predisponendo il contratto di locazione delle abitazioni occupate dal latitante, ma formalmente locate al suo vivandiere Generoso RESTINA.
Inoltre, su preciso incarico di Carmine ZAGARIA, fratello di Michele, lo stesso professionista curava la fittizia intestazione di un’abitazione sita in Casapesenna, occupandosi anche dell’istruttoria finalizzata al rilascio di un’autorizzazione a costruire, e della realizzazione, nello stesso immobile e ad opera del Francesco NOBIS, di un bunker successivamente ivi rinvenuto.