CASTEL VOLTURNO – A 8 mesi dalle votazioni per il rinnovo del consiglio comunale, a Castel Volturno si è già in pieno clima elettorale…ed è un clima infuocato.
L’immigrazione è, come è facile immaginare, l’argomento cardine tra l’attuale sindaco Dimitri Russo e l’aspirante sindaco Cesare Diana, consigliere comunale indipendente, che tenta nuovamente la corsa alla poltrona di primo cittadino. La battaglia si gioca a suon di post ed articoli diffusi a mezzo stampa ed anche questa volta non fa eccezione. La polemica nasce da alcune domande che una cittadina ha rivolto su facebook a Diana , condivise dal sindaco Russo sulla propria pagina ufficiale.
“Vorrei partire dal presupposto che il commento citato è stato scritto da una sostenitrice accanita della giunta guidata dal mica tanto sindaco Dimitri Russo – afferma Diana -. Dunque, stiamo parlando di una cittadina non aperta al dialogo, con gli stessi paraocchi del primo cittadino che nega il fallimento di quest’amministrazione. Non sono io a dirlo, ma i fatti come la manutenzione stradale, le problematiche legate a fronteggiare il fenomeno immigrazione mai arginato, l’incapacità di accaparrarsi finanziamenti tornati disastrosamente, per così dire, ‘indietro’.
Tutto questo fa male ovviamente al caro Russo, specie se si pensa che, appena 5 anni fa, esternai la mia preoccupazione in merito al fenomeno clandestini, ma in cambio fui solo ritenuto un razzista per poi essere aggredito fisicamente da africani senza ricevere alcun tipo di solidarietà istituzionale. Non hanno fatto perfettamente nulla in merito alla questione nonostante il governo fosse targato PD – constata -, nonostante ancora oggi gli organi regionali politici siano appartenenti allo stesso schieramento del sindaco, nonostante si consumino casi di violenza sempre più frequenti, nonostante la mafia nigeriana abbia preso il sopravvento creando delle vere e proprie sedi di spaccio dislocate sul territorio (Palazzo Grimaldi ne è un esempio lampante). Quando Dimi parla del fatto che sono restato in silenzio, forse dimentica quando feci richiesta di convocazione di un consiglio comunale ad hoc per il problema immigrazione; dimentica quando proposi, in relazione alle leggi vigenti dell’epoca, la realizzazione di un centro di identificazione degli extracomunitari senza ottenere alcun tipo di apertura. Oggi lo stesso progetto, restando in tema di nichilismo politico, non è più attuabile a causa di un decreto sicurezza che in parte non condivido. Insomma, mangi più pesce, aiuta con la memoria.
Ma in fondo Russo è coerente: continua a fare campagna elettorale sulla pelle dei cittadini nonostante non abbia fatto perfettamente niente da quando siede sulla poltrona a cui è attaccato, se non intascare soldi che da libero professionista avrebbe potuto solo sognare. A tutto, in piena linea ‘ponzi ponzi po po po’, ha aggiunto anche le somme mensilmente ricevute per la carica di presidente dell’Inco.Farma. Oggi, ormai sull’orlo del baratro, dice che non c’è soluzione, discolpandosi di colpe che ricadono solo ed esclusivamente su di lui e sul suo essere non all’altezza della situazione. Gli restano – conclude – solo i giochi di demagogia”.