a cura di Dalia Coronato
La 46esima edizione di “Settembre al borgo” si è conclusa lasciando ricordi fluenti nell’aria e un odore di libri appena aperti, per le strade antiche di Casertavecchia. Quest’anno il pubblico si è mostrato pronto a recepire un nuovo esperimento proposto dall’organizzazione di un festival ormai famoso in tutta la Campania: la sessione “scrittura”.
“Il sud non è magia- Libri al borgo” è stato frutto di un progetto partorito da Luigi Ferraiuolo. Il giornalista ha inizialmente concepito l’idea di introdurre la letteratura e scoprire come un velo rimosso, il lato antico e medievale di un borgo che spesso resta in lunga attesa prima di fiorire durante la stagione estiva. Libri al borgo è stato un contenitore accogliente di recital, reading, interviste e confronti entusiasmanti con persone di alto spessore culturale che hanno saputo confrontarsi senza filtri, discutendo su come vivere oggi il passato tramandato dal Sud. Lo sguardo geopolitico, economico, sociale, talvolta eretico e talvolta universale su un mezzogiorno solitario ha voluto offrire una filosofia urbana e diverse prospettive.
Il programma di libri al borgo è stato un modo di concepire la letteratura attraverso le classiche e sempre attuali forme di divulgazione. Un’elegante epistola orale di scrittori e giornalisti ha raccontato un Sud vicino alle persone, un ritorno a quell’Umanesimo antitetico incentrato sulla scoperta e sull’analisi del Meridione e dei meridionali con gli interventi di Elisa Ruotolo, Piero Sorrentino, Andrea Di Consoli, Francesco De Core, Gabriel Zuchtriegel , per poi percorrere strade anche parallele e “quasi invisibili” come la conferenza del professore Giuseppe Mingione , uno dei cento matematici più importanti al mondo; fino a raggiungere l’occhio critico e consapevole di Gennaro Sangiuliano su un sud spesso predato e spossessato. Le giornate conclusive sono state affidate alle parole di Pino Aprile e ai racconti su noi terroni , per poi celebrare miti e leggende ripercorse con incanto da Barbara Frale e Massimo Santoro.
Tra tradizioni, riti e mitologia non poteva mancare l’arte della poesia e delle nuove espressioni di comunicazione realizzate da giovani casertani. Francesca Saladino, Maria Pia dell’Omo e Antonio Di Lorenzo si sono raccontati attraverso le proprie pubblicazioni, generando curiosità su un genere delicato e creativo. Tra i pezzi antichi della chiesa dell’Annuziata e al centro della magica scenografia dell’Eremo di San Vitaliano, si sono avvicinati artisti come la pittrice francese Chatie Brousse e lo scultore Mario Ciaramella al fine di onorare con abilità luoghi virtuosi e senza tempo.
“Il sogno di un casertavecchiese è quello di riportare incontri vari, spleech, poetry slam, recital e lezioni in cattedrale per elevare il borgo a centro incantevole di cultura meridionale”, confessa Luigi Ferraiuolo. E, chi ama le bellezze del sud e del sapere non può non essere d’accordo nel voler proteggere e divulgare i nostri patrimoni di conoscenza.
non ho capito niente!
In che senso? Possiamo esserle utili?
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