(f.n.) – Un giorno o l’altro daremo un titolo alle varie sceneggiate degli ultimi tempi, e riporteremo in scena, magari al Trianon, le migliori interpretazioni a negazione della verità, di cui abbiano offerto lettura, sia il direttore generale dell’Aorn, sia qualche primario con la “coda cotta”…che fanno di necessità virtù e adattano il copione della rappresentazione in progress, alle loro esigenze…Sarà divertente allora portare in scena anche le nostre memorie, canti, concertini e cotillons… Ma si rassicurino dalle parti della direzione strategica, perché ad offrire sostegno contro questi impiccioni brutti sporchi e cattivi, che hanno appena registrato che la pianta di fico, immortalata dieci giorni fa, orgogliosamente svettante di lato al condizionatore, è ancora al suo posto, vi sono persone che, apparentemente ignare del luogo in cui svolgono la loro attività, sembrano esclusivamente orientate a spalmare balsamo sulle ferite inferte all’orgoglio del manager, indignandosi come da …appunto…copione. Ebbene, ognuno è libero di “dirla e raccontarla, di suonarla e ballarla” come crede, ma un minimo di onestà intellettuale e di giusta consapevolezza, dovrebbe indicare agli spargitori di parole al miele, che ad un centimetro dal loro naso, proprio ad un centimetro e ci si meraviglia che non se ne “addonino”, si stende in tutta la sua triste coreografia, una fila di sedie, si badi bene, non una sala d’attesa ma una fila di sedie… ricordiamo di avere già parlato del padiglione D, dell’Uosd Satte, privo di sala d’attesa, un passaggio continuo di gente che va e viene, pazienti che si dirigono alla Tac o alla Terapia Intensiva Cardiologica, diritto alla riservatezza uguale a zero, trapiantati in attesa senza aria condizionata e senza riscaldamento…Temperatura garantita per pazienti candidati al trapianto di fegato o immunodepressi, perché già sottoposti ad un trapianto, da zero a più 40, con spifferi e germi svolazzanti di ogni ordine e grado. Naturalmente siamo qui, anche noi in attesa che qualcuno dalla prima fila si alzi ed intoni la solita solfa del “non è vero”…Ma dalla prima fila ci si continua ad indignare, non per le condizioni dei pazienti e della struttura, ma se qualcuno osa sfiorare i direttori generali nel loro sacrosanto esercizio del potere…infatti “i direttori generali”…non importa chi siano…purché siano direttori generali…La vicenda delle larve nel lavello del pronto soccorso di Ostetricia e Ginecologia ha offerto lo spunto per le manifestazioni di solidarietà alla direzione generale dell’Aorn ed anche noi riteniamo che l’ipotesi id sabotaggio possa essere più che reale…allo stesso modo riteniamo sia addirittura ridicolo ed intellettualmente disonesto, farsi scudo di un episodio sicuramente vergognoso, per camuffare verità inequivocabili che parlano di inefficienza, superficialità, incapacità e monnezza varia. Hasta la vista!
Forse il dott Martino faceva meglio a starsi tranquillo. Il satte funziona bene ed il personale è eccellente. È il resto che non va. Corridoio, bagno,privacy ,sedie, tempi. Voi dell’aitf che state a fare?
Dott Martino vorrei informarla che la dottssa francesca nardi è una signora. Per cui le scriva al femminile! Annotazione ironica solo per sottolinearle che Lei ha scritto un post senza nemmeno prendersi la briga di informarsi con chi avrebbe parlato. Figuriamoci allora se sa cosa passano i pazienti che frequentano il satte!
Un trapiantati con mascherina, defedato, sotto forti terapie immunosoppressive, lasciato in un corridoio ad aspettare che venga chiamato, da chi???in estate con il ventaglio, in inverno con il cappotto. A tirare le gambe per ogni barella, ogni carrello, ogni persona e ogni scatolo trasportato, eh no!!!non dovrebbe funzionare così, almeno una sedia una virgola più comoda, un etto di rispetto e privacy in piú, volontari lo siete voi e fate quel che potete, ma io involontariamente devo subire questo schifo a ogni controllo. Grazie, ma io sono umiliato dopo anni di tasse
Taccia il dott Martino ed i suoi assistenti. Hanno chiuso il bagno a chiave riservandosi arbitrariamente l’uso ed i pazienti devono andare al padiglione della cardiologia. Uso del telefono a spese dell’azienda ospedaliera. Ma a che titolo?
Scusate se mi inserisco sulla risposta del dott Martino ma mi piacerebbe essere delucidato in.merito ai locali dati in uso all’aitf. A che titolo? Di fronte la gastroenterologia non ha spazi adeguati e medici ed infermieri fanno anamnesi dove si fanno gastroscopie e rettoscopje. Mente di fronte il dott Martino ha un ufficio con tanto di segreteria. Siete ridicoli ed inopportuni.
Caserta, 04.09.2018.
Esimio Dott. f.n.,
ho appena letto l’articolo dal titolo: “OSPEDALE- MIOPI E SOLIDALI…” recante la Sua firma e, non Le nascondo, sono rimasto abbastanza sorpreso. Nel massimo rispetto che da sempre nutro per la libertà di stampa, ritengo utile, considerato che Lei menziona la condizione in cui attendono i trapiantati di fegato che afferiscono presso il Satte (della cui associazione, l’AITF, mi onoro essere il rappresentante legale), formulare alcune, semplici, considerazioni, al solo scopo di contribuire a meglio informarLa sull’intera questione da Ella trattata.
Comunico preliminarmente che, non c’è, e non potrebbe esserci stata, alcuna “miopia” su questa vicenda. Le assicuro che, purtroppo, ce ne siamo “addonati” e come… da tanto tempo! La condizione dei trapiantati a cui Ella fa riferimento è stata puntualmente rappresentata, anche con la massima durezza e determinazione, a tutte le sette (7) direzioni strategiche che si sono alternate negli ultimi anni. Sia a quelle ordinarie che a quelle straordinarie. Purtroppo, però, come Ella senz’altro conoscerà, i prefati interlocutori, per le note vicissitudini che hanno interessato l’ospedale casertano, nel momento in cui dovevano mantenere gli impegni e cominciare i lavori, per un motivo o per un’altro, non terminavano il loro mandato e tutto è rimasto inevaso.
Arrivati, poi, alla gestione attuale, non penso sia necessario spiegare nel dettaglio come sia stato “infelice”, per non dire “conflittuale”, l’impatto iniziale con il nostro sodalizio, perché ritengo appartenga alle consuete modalità relazionali che si intersecano fra le parti, soprattutto quando non si conoscono e magari si confrontano visioni diverse sulla soluzione di problemi, peraltro considerati atavici (ci sono noti comunicati scritti, duri articoli di stampa, verbali di CCM e lettere aperte su numerose posizioni denunciate dall’AITF in questi anni di cui tutti, in azienda ospedaliera e anche fuori da essa, sono a conoscenza). Dopo questo, però, devo anche dire che col tempo, valutata la giustezza delle nostre richieste, e conoscendoci meglio, si è arrivati ad avere un giusto rapporto basato sul rispetto delle reciproche funzioni, nell’ambito del quale si sono già risolti importanti problemi, ed altri ancora, ci è stato assicurato, stanno per risolversi. Fra questi, anche la sala d’attesa per i trapiantati.
Per concludere, Esimio Dott. f.n., in merito alla Sua simpatica “censura” sulla solidarietà espressa al D.G. Ferrante sul noto e vile atto perpetrato a danno dell’immagine dell’Azienda Ospedaliera, mi consenta di ribadire, senza alcuna vena polemica, che l’AITF provinciale di Caserta, a cui sta molto a cuore anche il buon nome dell’ospedale, proprio per la sua storia, per la nobile tradizione che contraddistingue quotidianamente il suo volontaristico operato, e per la sua alta integrità, possiede la necessaria forza morale attraverso la quale può permettersi di esprimere, alla luce del sole, così come fa, la propria vicinanza solidale a chiunque ritenga giusto farlo. Tutto questo, senza doversi minimamente preoccupare di poter essere tacciata di “spargere parole al miele” o di essere considerata con la “coda cotta”. Questo è il modo in cui noi pensiamo di essere coerenti e, soprattutto, questo è il significato che noi attribuiamo al concetto di “onestà intellettuale” a cui Ella pure fa riferimento. Ringraziandola vivamente per la cortese attenzione, Le invio molti, cordiali, saluti.
Franco Martino, presidente AITF provinciale Caserta
Gentile signore, la ringrazio per l’ attenzione che ha voluto concedere ad Appia Polis e soprattutto mi congratulo per la fiducia e la comprensione che lei continua a nutrire nei confronti dell’ operato di chiunque lei ritenga degno di fiducia, nonostante tutto. Non ho il minimo dubbio in merito al fatto che lei non si preoccupi del mio giudizio, ammesso che sia stato diretto a lei..ma lei vi si e’, a quanto pare, riconosciuto…Ciò che non comprendo e spero che lei, così comprensivo, perdonera’ questa mia difficolta’ ad afferrare i concetti, come mai lei si riconosca anche in qualche primario con la ” “coda cotta”…non sapevo che lei fosse un primario!, Mi deve perdonare. .mi sfuggono molte cose ultimamente assieme ad altre che, in verita’, lascio che mi sfuggano per eccessiva benevolenza e predisposizione alla comprensione, nonostante tutto. Grazie…grazie davvero.
Molto bene.
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