CASERTA – Non possiamo che essere d’accordo con il consigliere comunale Antonio Ciontoli e condividere le sue amare riflessioni in ordine ad un cambiamento annunciato e spudoratamente sbandierato e la cui concretizzazione si è risolta nel perimetro di un altro Centro Commerciale. “Al rientro dalle vacanze una città si presenta con i simboli del cambiamento già attivi o in corso di perfezionamento – scrive Ciontoli nella sua pagina facebook – Servizi migliorati, pulizia delle strade e dei tombini, segnaletica rifatta e manti stradali rinnovati, soprattutto in prossimità delle scuole, in vista della ripresa dell’anno scolastico, in altri termini, la città si scopre ai cittadini riaccendendo le luci a conferma della avvenuta programmazione della nuova annualità.
Ebbene, malgrado ogni sollecitazione, la nostra città si presenta, per la stagione lavorativa 2018/2019, ai casertani, con un’unica vera grande novità, quella di un nuovo sistema di centri commerciali che metteranno definitivamente in ginocchio la tenacia con cui, la piccola rete dell’economia cittadina, ha fin qui resistito.
Non intendo qui fare polemica con nessuno, la mia idea la ho espressa per tempo ed in ogni modo. Non è mia volontà, con questo post, accendere una ulteriore discussione (tanto, a questo punto, a che serve?) sul modello di sviluppo di città, sul come trattenere i nostri giovani in patria ed in città, sulla vocazione della nostra meravigliosa terra, sulle opportunità ancora possibili e sul come recuperare gap e ritardi anche se non riesco a capacitarmi sul perché, alla vigilia del Puc, si siano potute autorizzare, sulla base di un vecchio piano commerciale (SIAD) del 2002, 4/5 o probabili 6 strutture della media e grande distribuzione commerciale, su quali siano le tutele e le garanzie attivate per il mondo delle piccole attività produttive, su cosa sia stato fatto per colmare il disequilibrio territoriale che si verrà a creare a discapito di una intera e popolosa area cittadina, insistente in circa 500 metri in linea d’aria e soprattutto quali interventi siano stati fatti sulla rete dei servizi già carenti nelle aree suddette ed in quelle non centrali della città e delle frazioni.
Chi ama la città, incarnandone, con onore, lo status di amministratore, non potrà mai trovare pace dinanzi alle difficoltà e ai disagi nati in capo al proprio territorio. Pertanto, con sofferenza, frammista a rabbia, lascio qui questa riflessione, soprattutto per le modalità con cui è stato sistematicamente eluso il dibattito, per come, spesso, siamo portati ad alterare la logica, minimizzando e giustificando piuttosto che comprendere e sostenere. Ciò che risulta difficile da accettare è come Caserta possa continuare ad essere considerata terra di conquista, in cui, chiunque, può trovare spazio per il suo progetto senza che, al riguardo, nessuno solleciti, ponendo i paletti istituzionali, una riflessione più ampia sul modello di città, sul bene comune, sull’interesse diffuso, sullo sviluppo più ordinato ed equilibrato del territorio.
Niente ognuno viene, interpreta la norma e “getta le fondamenta” del proprio divenire.
Chi parla può per questo apparire nemico, una voce stonata, l’oppositore, lo stalker, in un quadro indistinto di ruoli e responsabilità confuse che omologano ed alterano il significato e la natura di ogni impegno attivo.
Queste cose le ho dette e scritte, fin qui, invano!!!
Per fortuna, esistono oggi i social che conservano la memoria, le storie e danno più eco di quanto, una notizia, possa poi ufficialmente apparire.
Ciò detto, chi rientra in città si accorgerà presto di un avvenuto riassetto di Via Borsellino, con asfalto, a pezzi, rifatto e due nuove rotonde.
Cose giuste, se considerate alla luce di quanto detto sulla città che si rifà il look in vista della riapertura delle attività.
Se utili davvero e a chi, sarà tutto da dimostrare.
Particolare è che, tutto ciò, è stato progettato e pagato da un privato, poiché funzionale alla mobilità intorno al proprio centro di interesse. Per cui via Borsellino diventerà a doppio senso per un più rapido accesso e deflusso da e per Maddaloni.
Sul punto, ho chiesto, ancora una volta, invano, alla amministrazione di sapere se ci sono degli studi sui flussi di traffico, poiché temo che, con l’inizio dell’anno scolastico e con gli oltre 30 bus che quotidianamente entrano nel circuito cittadino, per accompagnare i ragazzi a scuola, il traffico, già impenetrabile tra la Dante Alighieri, Via Laviano e Via Sant’Augusto, decreterà definitivamente l’alterazione della vivibilità e il panico cittadino, con un aggravio dell’altro, già congestionato e difficile da oltrepassare, snodo stradale di Piazza Dalla Chiesa.
Spero, sinceramente, che chi doveva al comune vagliare questi impatti lo abbia fatto con scrupolo, altrimenti saremo nel caos più totale con aggravio dei tempi vita dei cittadini e della pericolosità del nuovo assetto stradale.
Intanto, esprimo la più viva solidarietà ai piccoli commercianti, lasciati soli e disorientati, in questa fase in cui, purtroppo, potranno solo valutare le ricadute di questo “grande evento” che, spero, possa essere il meno impattante possibile per la nostra comunità”