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Immediata la replica di Parente: “Erminia Mazzoni, che era vicesindaco dell’amministrazione che ha proposto i progetti a cui il Governo ha sottratto i finanziamenti già accordati, sa molto bene che l’attuale amministrazione cittadina si insediò ad appena 10 giorni dalla chiusura di quel bando.
Ciononostante riuscimmo a partecipare, anche tra le difficoltà tipiche di un Comune in dissesto e con pochi tecnici che diedero l’anima per riuscire nell’impresa, e fornimmo alla Città di Benevento ed ai suoi quartieri una chance assolutamente dovuta.
La cosa grave, che la Mazzoni fa fatica a capire, è che il sindaco della città di Benevento ha poi partecipato con la fascia tricolore a palazzo Chigi ad una manifestazione nella quale venne stipulato un contratto, per nome della città con la Presidenza del Consiglio. Un concorso all’inizio aperto ad alcuni e successivamente integrato con altre presenze, tra cui quello della città di Benevento che aveva tutti i requisiti, giuridici, logici, grammaticali, per i quali la Mazzoni non sembra darsi ragione.
Quando si firma un contratto e si viene meno alla parola data ed a quanto stipulato, chi viene meno non solo risulta inadempiente ma, quando essendo in gioco i destini di intere comunità, sul piano morale e sul piano politico risulta un vero e proprio farabutto.
Uno Stato farabutto non può esistere, né governi farabutti possono esistere. Ed è tanto vero che siamo dalla parte giusta che vogliamo ricordare alla Mazzoni che anche il sindaco di Livorno (5 Stelle) e quello di Terni (Lega) hanno espresso identico rammarico per la variazione che li precipita nelle stesse condizioni di Benevento. Facesse la morale ad altri e non a noi.
Peraltro, siamo di fronte alla stessa persona che quando in Parlamento fu presentato un ordine del giorno contro la presenza a Benevento della scuola di Magistratura, voluta dal ministro Mastella, non si schierò al fianco dei beneventani ma dall’altra parte.
Basta ciò per capire l’incredibile amore per la città di Benevento…”.