BENEVENTO – Il consigliere Renato Parente, capo della segreteria politica del sindaco Clemente Mastella, polemizza con l’ex vicesindaco Erminia Mazzoni che sulla questione del blocco dei fondi per le periferie aveva dichiarato “I comuni interessati dall’emendamento sono quelli inizialmente non ammessi perché i progetti presentati erano carenti dei requisiti di cui al bando e poi recuperati con uno stanziamento straordinario che ha finanziato tutte le domande, vanificando lo spirito del bando stesso. Con questa sospensione si interviene per analizzare i progetti di tali comuni e valutare quali abbiano davvero una funzione di rilancio per le periferie”.
Immediata la replica di Parente: “Erminia Mazzoni, che era vicesindaco dell’amministrazione che ha proposto i progetti a cui il Governo ha sottratto i finanziamenti già accordati, sa molto bene che l’attuale amministrazione cittadina si insediò ad appena 10 giorni dalla chiusura di quel bando.
Immediata la replica di Parente: “Erminia Mazzoni, che era vicesindaco dell’amministrazione che ha proposto i progetti a cui il Governo ha sottratto i finanziamenti già accordati, sa molto bene che l’attuale amministrazione cittadina si insediò ad appena 10 giorni dalla chiusura di quel bando.
Ciononostante riuscimmo a partecipare, anche tra le difficoltà tipiche di un Comune in dissesto e con pochi tecnici che diedero l’anima per riuscire nell’impresa, e fornimmo alla Città di Benevento ed ai suoi quartieri una chance assolutamente dovuta.
La cosa grave, che la Mazzoni fa fatica a capire, è che il sindaco della città di Benevento ha poi partecipato con la fascia tricolore a palazzo Chigi ad una manifestazione nella quale venne stipulato un contratto, per nome della città con la Presidenza del Consiglio. Un concorso all’inizio aperto ad alcuni e successivamente integrato con altre presenze, tra cui quello della città di Benevento che aveva tutti i requisiti, giuridici, logici, grammaticali, per i quali la Mazzoni non sembra darsi ragione.
Quando si firma un contratto e si viene meno alla parola data ed a quanto stipulato, chi viene meno non solo risulta inadempiente ma, quando essendo in gioco i destini di intere comunità, sul piano morale e sul piano politico risulta un vero e proprio farabutto.
Uno Stato farabutto non può esistere, né governi farabutti possono esistere. Ed è tanto vero che siamo dalla parte giusta che vogliamo ricordare alla Mazzoni che anche il sindaco di Livorno (5 Stelle) e quello di Terni (Lega) hanno espresso identico rammarico per la variazione che li precipita nelle stesse condizioni di Benevento. Facesse la morale ad altri e non a noi.
Peraltro, siamo di fronte alla stessa persona che quando in Parlamento fu presentato un ordine del giorno contro la presenza a Benevento della scuola di Magistratura, voluta dal ministro Mastella, non si schierò al fianco dei beneventani ma dall’altra parte.
Basta ciò per capire l’incredibile amore per la città di Benevento…”.