ULTIMO CONVEGNO DEL ‘FESTIVAL DELLE STAGIONI’

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FrancigFoto2 300x233 ULTIMO CONVEGNO DEL FESTIVAL DELLE STAGIONICONCA DELLA CAMPANIA – “I cammini sono una straordinaria opportunità di sviluppo. Se importassimo in Italia il modello turistico di Santiago de Compostela, che ogni anno conta oltre 215mila presenze, riusciremmo a dare subito occupazione a circa 3500 persone”. Con queste parole ha iniziato il suo intervento Ludovico Scortichini, vicepresidente della Consulta delle imprese turistiche delle Marche di Confindustria Marche, nonché notissimo operatore turistico a livello nazionale ed internazionale (organizza, fra l’altro, anche tour in Corea del Nord). Scortichini ha tenuto una relazione sul tema “Il volto profano dei cammini: una opportunità di business per il territorio”, che ha inaugurato l’ultimo convegno che ieri a Conca della Campania ha chiuso il “Festival delle stagioni Francigene nell’alta Terra di Lavoro”, un progetto finanziato dalla Regione Campania nell’ambito del POC Campania 2014-2020 – Linea Strategica 2.4 – Azione 4 e che ha visto coinvolti i Comuni di Roccaromana (capofila), Alife, Conca della Campania, Galluccio e Rocchetta e Croce.  Nella sua relazione Scortichini ha portato come esempio principale proprio il caso di Santiago de Compostela, città spagnola famosa nel mondo per essere la meta finale del noto Cammino che attraversa Francia e Spagna. Nel capoluogo della Galizia ogni anno dei 215mila turisti che sbarcano, poco più di un terzo sono pellegrini, mentre il resto sono “sportivi, curiosi, amanti della natura. Basti pensare – ha aggiunto Scortichini – che oltre il 12% sono cicloturisti e una parte importante provengono da fuori Europa. Quasi 3mila sono i coreani che fanno il Cammino ogni anno, spendendo quasi 3 milioni di euro, ovvero quanto le entrate annuali di due piccoli Comuni italiani”. Scortichini, poi, ha analizzato quanto frutterebbe, in termini di incoming, “importare” in un cammino italiano i turisti che ogni anno raggiungono Santiago de Compostela. “Parlando delle Marche, ovvero della Regione in cui opero, ma estendendo questo ragionamento anche alla Francigena qui in Campania e nell’Alto Casertano, flussi turistici importanti come quelli galiziani potrebbero portare fino a 3500 assunzioni di personale. E’ chiaro – ha aggiunto – che per riuscire a sostenere tali numeri sono necessarie alcune condizioni fondamentali, senza le quali non si possono attuare progetti così ambiziosi. Per quanto riguarda il percorso della Via Francigena nell’Alta Terra di Lavoro, credo abbia delle potenzialità enormi. La vostra è una terra vergine e in un certo senso è anche più facile costruire dal basso. E’ fondamentale sviluppare una buona cultura dell’accoglienza, facendo percepire al turista che rappresenta una ricchezza, un’opportunità di sviluppo. Inoltre, è basilare un’adeguata formazione degli operatori turistici, attraverso sinergie con Università e scuole di turismo, e bisogna dar vita ad una fortissima attività di comunicazione. I giovani vanno abituati ad una mentalità micro-imprenditoriale. Il turismo lento, di qualità, è il futuro. E’ chiaro – ha concluso Scortichini – che parallelamente è necessario anche sviluppare la recettività, i trasporti e le infrastrutture, fondamentali per collegare le zone interne alle città”. Il dibattito, moderato dal direttore artistico della manifestazione e animatore del “Centro Studi sul Medioevo di Terra di Lavoro”, Domenico Caiazza, ha visto anche gli interventi del funzionario della Reggia di Caserta, Vincenzo Mazzarella (“Dalla Reggia di Caserta al territorio: la rete dei Siti Borbonici”), di Franco Panella, che ha parlato del CAI in cammino sulla Francigena, di Luigi Salierno, che ha illustrato il “Distretto Turistico Viaticus” e il concetto di “turismo esperienziale”, di Franco Valente, che ha parlato di “San Vincenzo a Volturno e la Francigena del Molise” e di Giulio de’ Iorio Frisari, con la relazione su “Il cammino nella letteratura medioevale”. Successivamente è stato dato spazio alle esperienze e ai casi di studio, con i contributi di Valerio Caiazza, che ha affrontato il caso delle reti di turismo di comunità lento e sostenibile nell’Alta Terra di Lavoro. Un turismo di qualità, non basato sui grandi numeri, ma alla scoperta dei piccoli e grandi tesori disseminati sul territorio, a partire dai percorsi naturali fino alla valorizzazione delle eccellenze enogastronomiche. A seguire, l’intervento di Anna Dinestore che ha parlato di “Via Francigena tra Sannio e Irpinia”, stabilendo idealmente un forte legame tra percorsi delle province di Caserta, Avellino e Benevento e del Molise. Il convegno ha riunito le due aggregazioni di Comuni: Galluccio, Conca della Campania, Rocchetta e Croce, Roccaromana e Alife per la provincia di Caserta e quella della Alta Valle del Miscano (Ariano Irpino, Casalbore, Castelfranco in Miscano, Buonalbergo), che quest’anno col supporto della Regione Campania hanno operato per tracciare-valorizzare la via Francigena in Campania. Si è convenuto sullo scambio di esperienze, di buone pratiche e sulla realizzazione di sinergie per le future attività, fissando già prossimi incontri. A chiudere la manifestazione assaggi gratuiti di cibi medioevali con piatti tratti dai ricettari dell’epoca e il concerto/narrazione “Tempo, spazio, amore, gioco e danza nella musica del Medioevo”. “In occasione di questa manifestazione – ha dichiarato Anna De Simone, sindaco di Roccaromana, Comune capofila del progetto – c’è stata un’ottima collaborazione tra le Amministrazioni locali coinvolte. E’ fondamentale, soprattutto per le nostre realtà, fare rete, fare sistema ed intercettare quelle risorse che ci consentano di sviluppare progetti di crescita culturale come questo. Abbiamo avviato un discorso importante e sono certa che il percorso della Via Francigena dell’Alta Terra di Lavoro potrà diventare una realtà di maggiore rilievo nel corso degli anni”.