di Francesca Nardi
Biodigestore, il Tar respinge il ricorso che chiedeva il blocco della realizzazione dell’impianto di Ponteselice. Non si comprende se la conseguente sbattuta in petto, del governo cittadino nella persona dell’assessore all’Ecologia, Franco De Michele, debba essere interpretata come la fantastica convinzione che la collettività, giri in tondo, con un anello al naso penzoloni o se invece significhi soltanto che chi presiede al governo della res publica, sia intimamente convinto, di riuscire a contrabbandare, giocando sul disorientamento emozionale, una sentenza squisitamente amministrativa per il riconoscimento in toto, della correttezza non soltanto della procedura ma di tutto ciò che questa amministrazione ha “deciso” da tempo, di porre in essere e che determinerà il futuro della città e dei comuni limitrofi. Le dichiarazioni tipo “Avevamo ragione noi…siamo belli buoni bravi e corretti” stanno già incrociando nel firmamento dei “soddisfatti o rimborsati” che popolano i supermercati del pensiero unico che in questo momento si impone con la massiccia forza dell’equivoco consapevole ed orchestrato ad arte. O adesso o mai più…ma i casertani devono fermarsi e riflettere: L’aver riconosciuto da parte del Tar la correttezza e la legittimità delle procedure adottate dal Comune, non significa che il Tar abbia detto che l’impianto di Ponteselice sarà utile alla città, non inquinerà e costituirà quanto di più bello, buono ed utile, una fortunata combinazione del destino abbia messo sulla nostra strada. Il Tar ha semplicemente riconosciuto la legittimità della procedura amministrativa…il che significa… tanto per fare un esempio… che, qualora a monte di questo disegno da molti ritenuto scellerato, vi fossero interessi occulti o strane manovre o qualsiasi altra cosa poco chiara…tutto questo continuerebbe indisturbato il suo corso…La cosa peggiore consiste nel gioco perverso dell’equivoco che, ahimé è già partito e cavalcherà nei prossimi giorni l’onda dei social già investiti da uno tsunami di candore…impedendo al ragionamento di farsi strada e ristabilire i giusti termini del discorso e della vicenda e consentire alla gente di buona volontà, di riprendere quindi la protesta. A questo punto, in preda allo scoramento, la domanda sorge spontanea…ma …l’opposizione, che non è nuova a bocciature di questo tipo…dove intende andare a collocarsi?, su quale “pizzo” di montagna innevata?, forse dovrebbe darsi una mossa di un certo tipo e non limitarsi alla chiacchiera filosofica, lungo i viali mentre languidamente pedala verso il nulla…Hasta la vista!