CASAL DI PRINCIPE – Elisabetta Corvino, cittadina di Casal di Principe, ha voluto renderci partecipi di un suo ricordo in occasione della presentazione del film “Nato a Casal di Principe”
“Siamo nati nella stessa notte Amedeo ed io.
La levatrice, dopo aver portato alla luce Amedeo, venne a casa mia per far nascere me e portò a mia madre i saluti di sua madre, Ernestina, dicendole che aveva appena partorito un bellissimo maschietto.
Siamo stati compagni di classe e ho vissuto la tragedia del fratello Paolo come tutti gli abitanti di Casal di Principe, portando sempre nel cuore il dolore per quel ragazzo ribelle di vent’anni scomparso nel nulla.
Dolore ancora più inconsolabile per il corpo mai più ritrovato.
Ho pensato spesso che persino Achille nella sua collera fu attraversato dalla pietas dinanzi al vecchio Priamo, tanto da restituirgli il corpo del figlio.
Nessuna pietas ci fu per Paolo e a nulla valsero le suppliche del padre che non ha avuto un corpo su cui piangere.
E oggi, una delle vicende più dolorose di Casal di Principe, diventa un film d’autore pervaso da una struggente malinconia dalla prima all’ultima scena, quando il pianto liberatore scioglie quel nodo che stringe alla gola lo spettatore per tutta la durata della proiezione.
Una storia ricostruita dall’arte raffinata di Bruno Oliviero che, con un cast molto ispirato, entra con delicatezza e cammina con cautela nelle vicende familiari, avendo cura di non intaccarne i sentimenti, attraversando con lo stesso rispetto la nostra terra ferita che soffre sullo sfondo, una terra sfigurata dalla camorra prima e mortificata poi dai racconti che ne rimarcano le debolezze e alimentano stereotipi negativi e luoghi comuni.
La regia sfata invece i miti e svela la straordinaria bellezza del sistema familiare casalese, raccontando la fede e l’unione, l’amore di una famiglia, uguale alla maggior parte delle famiglie casalesi, che possiede quella ricchezza di valori che ogni membro delle famiglie di Casal di Principe porta con sé come patrimonio personale.
Amedeo che nel film getta le armi in un acquedotto abbandonato è la testimonianza che ogni uomo può scegliere in qualsiasi momento della sua vita di invertire la rotta e cambiare la propria storia.
E il coraggio di Amedeo nella vita ha cambiato il finale della sua storia, vincendo su un destino che sembrava ineluttabile, trasformando quel dolore in una luminosa speranza: un film che restituisce a Paolo quella sepoltura negata e nel contempo offre ai giovani di Casal di Principe la possibilità di scoprire le vocazioni e di portare alla luce i talenti attraverso un’Accademia di recitazione istituita proprio con il ricavato del film, affinché i giovani che hanno perso la strada possano ritrovarla nella passione per le arti e per la recitazione.
E così Nato a Casal di Principe non sarà solo l’epilogo di una storia del passato, ma la premessa di un futuro di speranza dove le pagine più belle saranno scritte dai cittadini liberi Nati a Casal di Principe”.