TERRA DI LAVORO E ACCOGLIENZA, UN DIALOGO TRA ISTITUZIONI E RIFUGIATI SU INIZIATIVA DELLA CGIL CASERTA

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di Dalia Coronato

La provincia di Caserta accoglie gli stranieri da più di 30 anni e questo grazie all’attività svolta dal Terzo settore e dall’associazionismo casertano”, esordisce la segretaria generale CGIL Caserta, Camilla Bernabei, durante il convegno Terra di lavoro e di accoglienza. L’iniziativa nazionale promossa dalla CGIL di Caserta dà il via ad un dialogo tra istituzioni e gruppi associativi pro migranti, all’interno della sala conferenze del Hotel Europa in via Roma, Caserta. L’obbiettivo principale del meeting è quello di provare ad individuare e ricostruire elementi di best practice sull’accoglienza per poter riflettere sui percorsi di interazione e conoscenza tra le differenti culture.

Da terra felix, eccellenza dell’agricoltura campana e terra di abbondanza ad una realtà assai ben diversa” annuncia con il suo discorso Emanuela Borrelli, responsabile politiche sociali CGIL- Caserta. “Lo dimostra l’alto tasso di disoccupazione e i numerosi fenomeni di illegalità spesso riconducibili alla criminalità organizzata”, continua la dottoressa Borrelli, la quale descrive questi fenomeni come cause principali che favoriscono l’emarginazione, la discriminazione e l’intolleranza verso le classi più deboli e i soggetti più fragili.

L’importanza di percorsi di scolarizzazione, di avviamento al lavoro, di interazione sociale e non (solo) di integrazione, rappresentano risposte concrete ad una società multiculturale, ma fin quando esistono soggetti ricattabili, saranno i diritti di tutti i deboli ad essere compromessi”. Duro è l’attacco della responsabile alle politiche sociali sulle mancanti disposizioni normative, scelte che stentano ad arrivare, come la legge sullo Ius Soli e le fondamentali, quanto indispensabili modifiche sull’inadeguata legge Bossi-Fini.

L’intervento successivo del sindaco Carlo Marino– invitato dalla segretaria generale CGIL Caserta ad non rilasciare esclusivamente saluti formali- sollecita a costruire una società del buon senso formata da regole comuni, “bisogna ricostruire il PIL sociale” conclude il primo cittadino prima di passare il microfono ad un’altra figura istituzionale, il prefetto di Caserta Raffaele Ruberto. Il rappresentante del governo territoriale rivela di essere favorevolmente partecipe al convegno per motivi personali oltre che istituzionali. “Mi occupo di immigrazione da 21 anni, da quando il diritto d’asilo era riconosciuto soltanto dall’art. 10 della Costituzione. Siamo stati sempre costretti a lavorare sullo stato emergenziale, quindi i miei ringraziamenti vanno al Terzo Settore per essere andato oltre l’accoglienza”.

Un grande ruolo viene svolto dal Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR), una rete di enti locali che attinge al Fondo Nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo al fine di realizzare processi di “accoglienza integrata”. L’inserimento socio-economico che comprende la regolarizzazione dei rifugiati, misure di assistenza ed informazione, le lezioni di italiano che si traducono in possibilità di avviamento al lavoro, sono gli ingredienti base per una società legalizzata.

Esemplare è la testimonianza in prima persona di Konate Ousmane originiario di Burkina Faso, vive qui in Italia da quasi dieci anni. Il giovane ventiquatrenne ha avviato da poco una piccola attività imprenditoriale ed insieme ad altre giovani donne realizza abiti in stile italiano utilizzando stoffe made in Africa. Faso Couture non è soltanto un brand, ma il sogno di chi ha talento e voglia di aprirsi al mondo che diventa realtà.. “Un bambino analfabetizzato è un pericolo per la società” afferma Ousmane ed è questo che bisogna impedire: l’ignoranza, figlia dell’involuzione.    La volontà di questo ragazzo che con emozione e docile rabbia racconta la propria esperienza, è la dimostrazione che la reciproca influenza tra culture diverse migliora e rende possibile il superamento di ogni pregiudizio.